-Chat!-
-My Lady! Non lasciarmi! Non anche tu!-
Ladybug chiuse gli occhi, mentre i suoi orecchini non smettevano di suonare, segno che la sua trasformazione stava per giungere al termine.
Tutto il quartiere dove si era svolta la battaglia era accorso sentendo l'eroe parigino invocare il nome della partner, ma una volta arrivati nessuno riusciva a muoversi, vedendo la grande Ladybug in fin di vita con una spada che le trapassava l'addome.
-Qualcuno chiami un'ambulanza!-
Chat Noir era disperato, non poteva permettersi di perdere anche lei.
Lui l'amava.
Ma sapeva che non poteva fare niente.
Ladybug se n'era andata, per sempre.
E anche Marinette.
Era stato uno stupido a non accorgersi di averla sempre avuta accanto , ed ora l'aveva persa.Una settimana dopo Chat era sul terrazzino della corvina, guardando la camera dall'esterno.
Con il passare del tempo, i genitori stavano svuotando la camera, lasciando solo gli armadi e il letto; avevano tolto matite, vestiti, foto.
Tutte le volte che il biondo si fermava sul terrazzo, vedeva un sacco di gente entrare nella pasticceria, probabilmente per fare le condoglianze ai genitori, perché ormai tutta Parigi sapeva la vera identità di Ladybug.
Ma loro non la conoscevano come Chat. Loro non sapevano qual era il suo piatto, il suo colore o il tipo di vestiti che preferiva.
Solo lui la conosceva davvero, e questa convinzione se la sarebbe portata con sé per sempre.
Ricordò la prima volta che andò a farle visita con le sue vesti di eroe; aveva bussato alla sua finestra facendole prendere uno spavento, poi avevano scherzato e riso tutta la notte sul terrazzino, mentre lei faceva delle buffe imitazioni di Chat.
Quando era tornato a casa, Plagg aveva cominciato subito a prenderlo in giro, dicendo che si era innamorato della corvina dopo aver visto il suo vero carattere.
Infatti il biondo non riusciva a spiegarsi perché con Adrien, Marinette fosse così impacciata, mentre con gli altri e con Chat si comportasse normalmente.
Poi una sera aveva capito.
Era più o meno un mese che Chat Noir andava a trovare Marinette, ma solo in quel momento si rese davvero conto che la camera della sua amica era piena di foto. Ma non foto qualsiasi, foto di Adrien.
L'eroe impiegò tutta la sera, ma alla fine riuscì a far confessare a Marinette la sua cotta per il modello.
Non se n'era mai reso conto, era stato uno stupido.
Ma non sapeva che avrebbe dovuto farsi subito avanti, non sapeva che non avrebbe avuto più occasione di stare con lei.Papillon non si faceva vedere con uno dei suoi attacchi da due settimane, da quando era morta la sua lady.
Poi un'esplosione vicino al Municipio seminò il terrore nella capitale.
Adrien era in camera sua, ma si riscosse subito e, una volta trasformato, corse verso l'edificio sotto attacco.
Aveva, come di consueto, un'aria sconsolata, e quel giorno non si sentiva per niente in vena di combattere. E non era pronto a subire la sorpresa che lo attendeva.
- Chat Noir! -
Avrebbe riconosciuto (purtroppo) la sua voce stridula tra mille, e arrendendosi alla presenza di Chloè Bourgeois, saltò giù dal tetto in mezzo alla strada, per poi cercare la bionda con lo sguardo.
Non la trovò.
- Qui sopra, scemo! -
Alzò la testa e spalancò la bocca: sopra di lui, sul tetto dove si trovava precedentemente, una ragazza bionda con la coda di cavallo lo guardava con occhi strafottenti. Una tuta gialla e nera le rivestiva il corpo, una maschera copriva il viso, e tra i capelli spiccava un pettine giallo topazio.
Chloè era una supereroina.
Era sicuramente uno scherzo, vero?
La ragazza saltò giù con una grazia impensabile, mentre si avvicinava a Chat.
Nonostante chi ci fosse dietro la maschera, Chat dovette ammettere a se stesso che non era niente male.
Ma le parole che le uscirono dalla bocca della nuova arrivata, gli fecero subito cambiare idea.
- Chat Noir, io sono Bee, d'ora in poi sarò la tua nuova partner, e se posso permettermi, sarò meglio di quella insignificante di Ladybug. -
Chat non controbattè, piuttosto la guardò con disprezzo, per poi voltarsi e andare a combattere.
Per un'altra decina di battaglie, Chat e Bee combatterono ognuno stando per conto proprio, fino a quando la ragazza non si stancò, e dopo una battaglia prese da parte l'eroe nero.
- Senti, mi spieghi qual è il tuo problema?! È da quasi un mese che combattiamo insieme, e tu non mi hai mai rivolto la parola! -
- Sai che ti dico? Tu non sei una supereroina, non so come tu abbia fatto ad avere il Miraculous, ma non te lo meriti. -
- O certo, perché secondo te chi se lo meriterebbe? -
-...-
- Non starai pensando a quella sgualdrina di Marinette, Ladybug o come si chiama, vero? Beh, almeno io sono abbastanza brava da non morire in battaglia. Se ti impegnassi a conoscermi, potremmo anche diventare qualcosa di più che semplici amici. -
Dicendo l'ultima parte, la bionda ammiccò verso il compagno di battaglia, che al contrario la guardava disgustato. Lui e Chloè? Mai. Neanche per tutto l'oro del mondo.
- Lei almeno era degna di portare il proprio Miraculous, non come te, mi disgusti. -
Detto questo se ne andò.
I due supereroi continuarono a combattere, Chat dovendosi subire i flirt di Bee, e lei i continui rifiuti dell'eroe.
Non si sarebbe arreso.
E non sarebbe diventato amico di Bee neanche sotto minaccia.
Soprattutto, non avrebbero mai potuto essere qualcosa di più che amici, nel suo cuore ci sarebbe sempre stata un solo sguardo: quello della coccinella che lo aveva conquistato.
Nel suo cuore ci sarebbe stata solo Ladybug.
Per sempre.
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OS- C'è solo Lei
Short StoryLadybug è morta. Tutti ormai sanno che dietro quella maschera si nascondeva Marinette Dupain-Cheng, e Parigi è in lutto. Soprattutto una persona, che non riesce a togliersi la corvina dalla testa: Chat Noir. Tutti conoscono la supereroina attrave...