Simon era appena fuggito dalla Corte Seelie, sapeva nel suo cuore che Clary amava ancora Jace, ma forse non voleva crederci, voleva illudersi che lei volesse veramente stare con lui, che forse un giorno sarebbe riuscita a ricambiare i suoi sentimenti. Quando aveva scoperto che erano fratelli era felice di non dover più vedere quei due baciarsi e stare sempre insieme e lo era ancora di più quando Clary aveva scelto lui. Mai ci aveva sperato e si era arreso fino a quel giorno. Quel bellissimo giorno, che non avrebbe mai dimenticato, contro ogni aspettativa lei aveva scelto lui ed era iniziata la loro storia. Era andato tutto bene fino a poco prima quando la Regina Seelie aveva costretto Clary a baciare chi voleva davvero e ovviamente, come Simon si era aspettato, quel bacio era per Jace. Se ne era andato via subito, era uscito da Central Park, aveva iniziato a camminare e pensare senza far molto caso a dove andava. Continuava a rivedere quella scena davanti ai suoi occhi, ma a differenza di quello che si sarebbe aspettato non si sentiva ferito, anzi si sentiva quasi sollevato. Amava Clary, su questo non aveva dubbi, ma aveva capito in quegli ultimi giorni che era un amore fraterno, aveva creduto per tutto quel tempo di provare qualcosa per lei. Si era reso conto che non era Clary la persona che gli faceva battere il cuore appena la vedeva, non era lei che occupava costantemente la sua mente. Lentamente si era innamorato di qualcun'altro e senza rendersene conto i suoi piedi lo avevano portato proprio da quella persona. Riscossosi dai suoi pensieri, aveva alzato lo sguardo e di fronte a lui si stagliava l'hotel Dumort. Quel posto gli riportava alla memoria tanti ricordi, dal suo rapimento alla sua trasformazione in vampiro e a tutto quello che era successo dopo. Era venuto a conoscenza del Mondo Delle Ombre a causa di Clary ed era finito con il farne parte sempre a causa sua. Tutto ciò che era successo nell'ultimo anno era stato sempre e soltanto a causa della sua migliore amica, Simon aveva accettato nel bene e nel male ogni cosa pur di restarle accanto in nome di quell'amore che credeva di provare. Se avesse scelto di restarne fuori adesso non sarebbe lì, davanti a quell'hotel pronto a guardare in faccia i suoi veri sentimenti. Aveva fatto la sua scelta andando lì, dire a Raphael ciò che provava, e sperare di non essere del tutto indifferente al vampiro, o morire.
Prese un profondo respiro, anche se non gli serviva a nulla ma si sa le abitudini sono dure a morire, ed entrò. Si aspettava di trovarsi ogni vampiro di New York addosso e invece nulla, il vuoto più totale. Il sole era già calato e sicuramente erano tutti fuori a divertirsi. Decise che avrebbe aspettato il ritorno di Raphael di sopra, nella stanza dove era stato tenuto in ostaggio e che sapeva essere il luogo preferito dal vampiro.
Si accomodò sul divano, in attesa. Pensava a quello che avrebbe detto a Raphael e, se fino a poco prima era sicuro della sua decisione, ora non lo era più. Alla sua mente si affacciavano diversi scenari e tutti finivano con la sua morte, era sempre stato un ottimista ma nell'ultimo periodo gli era molto difficile esserlo. Ogni vampiro di New York gli dava la caccia semplicemente perché era un Diurno, Raphael lo odiava da sempre, i Lupi, se non fosse stato per Luke, lo avrebbero ammazzato per il semplice motivo che è un vampiro, gli Shadowhunters lo avevano cacciato dall'Istituto e a casa sua non poteva più tornarci dopo l'ultima volta. Senza nemmeno rendersene conto si addormentò pensando ancora a Raphael.Mancavano ancora diverse ore al sorgere del sole quando il capo dei vampiri decise di tornare al Dumort. Non riusciva a svagarsi, aveva un solo pensiero fisso in testa che lo attanagliava e per quanto cercasse di cacciarlo questo tornava sempre più insistente: Simon. Era entrato nella sua vita da umano, molto fastidioso tra l'altro, ma già in quel momento era riuscito a fare breccia nel suo cuore di ghiaccio. Aveva aiutato i suoi amici a salvarlo, non riusciva a spiegarselo, ma non voleva gli venisse fatto del male. Stava andando tutto per il meglio fino a quando quello stupido non si era fatto uccidere, la vista del suo corpo inerme gli fece cadere la terra sotto i piedi, non poteva crederci, l'unica persona in grado di fargli provare qualcosa era morta. Poteva diventare un vampiro con tutto il sangue di Camille in circolo, ma non sarebbe più stato lui, non sarebbe più stato Simon. E invece, quel ragazzino nerd, fastidioso e logorroico anche da vampiro non era cambiato e per questo Raphael aveva tentato ogni cosa pur di tenerselo accanto, voleva sentirsi ancora vivo e l'unico modo era averlo tra i piedi. Ma poi lo aveva tradito, aveva dovuto cacciarlo dal Dumort, non poteva farsi vedere debole dal suo clan, decisione di cui si pentiva costantemente, se fosse potuto tornare indietro avrebbe scelto lui invece del potere, ma ormai era tardi. Simon lo odiava, aveva paura di lui e stava con la Shadowhunters. Avrebbe voluto andare da lui, dirgli ogni cosa, ma invece ogni volta che si trovava davanti a lui lo minacciava e lo terrorizzava, era la sua mente che si autodifendeva per paura di un rifiuto. Si limitava spesso ad osservarlo da lontano sperando di non essere visto. Ora aveva solo bisogno di dormire, sarebbe andato di nuovo da Simon la notte successiva. Ora che era un Diurno passava le notti a dormire e poteva osservarlo senza farsi notare, la visione più bella che avesse mai visto nella sua lunga vita. Entrò nell'hotel e si diresse nel suo grande "ufficio", aveva sete e ancora era presto per dormire. Appena entrò nella stanza rimase immobile, lì sul divano che dormiva tranquillamente c'era proprio il suo Simon, ma non poteva essere reale, non avrebbe mai più messo piede lì, aveva troppa paura per farlo. Doveva essere una qualche sua allucinazione, magari doveva solo bere un po'. Si avvicinò al tavolo, prese un bicchiere di sangue e lo mandò giù in un sorso. Niente, Simon era ancora lì, era veramente davanti ai suoi occhi e non potè fare a meno di osservare ogni suo più piccolo dettaglio. Si avvicinò e gli passò una mano tra i capelli, lo faceva spesso mentre dormiva, un piccolo gesto che lo faceva sentire confortato, era il massimo contatto che poteva permettersi e se lo faceva bastare. Ma stavolta qualcosa cambiò, Simon aprì gli occhi e li fissò nei suoi. Per la prima volta Raphael non ci vide terrore, ma tristezza e senza pensarci due volte lo prese tra le sue braccia e lo strinse a sé. Simon si aggrappò a lui con tutte le sue forze, alcune lacrime uscirono nonostante cercasse di trattenerle, non voleva che lo vedesse piangere. Si staccò dal suo abbraccio, si asciugò le lacrime e si alzò. Doveva andarsene da lì, si era mostrato ancora più debole del solito agli occhi del vampiro e non poteva sopportare oltre.
-Dove stai andando?- gli disse Raphael prendendolo per un braccio.
-Vado via, ho sbagliato a venire fin qui.- rispose con la voce ancora leggermente rotta dal pianto, strattonò il braccio e si diresse verso la porta. Il vampiro più anziano fu più veloce di lui e si pose tra lui e la porta.
-No, ora te resti! Non puoi farti trovare qui, piangere e poi andartene senza darmi almeno un briciolo di spiegazione. Dimmi cosa ti succede Simon!-
-Non è nulla, te l'ho detto non dovevo venire fin qui. Fai finta che tutto questo non sia successo, ti prego- disse il più piccolo supplicandolo.
-Non provare a dirmi che non è nulla, ti conosco e ormai capisco quando c'è qualcosa che non va. Dimmi che succede, voglio aiutarti.- provò nuovamente Raphael stavolta con un tono più calmo.
Simon alzò la testa e lo guardò negli occhi, ma poi la sua espressione divenne di rabbia facendo preoccupare l'altro vampiro -Te vuoi aiutarmi? Sbaglio o sei la stessa persona che ogni giorno mi minaccia di morte? Come puoi volermi dire che vuoi aiutarmi quando te sei il primo a crearmi problemi? Te non mi conosci, non sai cosa sto passando.- buttò tutto fuori d'un fiato, fece un profondo respiro e poi riprese -Vuoi proprio sapere cosa succede? Succede che mi hai fatto innamorare di te e non riesco più a tenerlo dentro di me. Ho provato a negarlo a me stesso, mi dicevo che non era possibile, che dovevo smetterla di pensarti perché tanto mi odi, ma nulla non ce la faccio. Quindi sono venuto qui con l'intenzione di dirti tutto, pronto ad affrontare ogni tua possibile reazione, sono pure pronto a morire visto che mi vuoi morto. Ormai non mi interessa più di niente tranne che di te. Quindi ecco- disse disperato allargando le braccia - sono pronto a morire pur di non vivere senza te-. Nella stanza cadde un silenzio surreale, Raphael immobile con gli occhi sbarrati davanti ad un Simon in attesa della morte. Il vampiro anziano stava ancora elaborando tutto quello che aveva appena sentito quando udì una flebile voce provenire da Simon -Cosa stai aspettando? Non mi hai già fatto soffrire abbastanza?-.
Come riscosso da quelle parole, Raphael si avvicinò al più piccolo, prese il suo volto tra le mani e lo baciò. Un semplice sfiorarsi di labbra che diede ad entrambi l'impressione che i loro cuori fossero tornati a battere, Raphael allontanò leggermente il viso dal suo e lo guardò diritto negli occhi.
-Non sai quanto mi hanno reso felice le tue parole. Pensavo di essere solo io lo stupido innamorato senza possibilità, e invece eccoci qui. Potevamo evitarci tutto questo dolore, ma ora basta. Non ti lascerò scappare mai più.- gli diede un altro bacio, -Ti amo, Simon. Da quando ti ho visto la prima volta, non faccio altro che pensare a te. Il mio odio nei tuoi confronti serviva a farmi dimenticare di te allontanandoti, ma non ha funzionato ovviamente. Sei entrato dentro di me con la tua innocenza, il tuo modo di fare e non ne sei mai più uscito. Il mio cuore ha scelto te.-
Simon aveva ascoltato ogni singola parola del vampiro, non riusciva a crederci. Altre lacrime, di gioia stavolta, scesero copiose. -Ti amo anche io Raphael!- e lo baciò pure lui.
Non riuscivano più a staccarsi da quel bacio, si volevano e nulla li avrebbe fermati in questo momento. Simon prese l'iniziativa e tolse la giacca a Raphael, quella stessa che gli aveva prestato per il fallito matrimonio di Alec, e la buttò per terra. L'altro lo afferrò per le gambe e gliele fece allacciare attorno alla sua vita. Dopodiché lo porto nuovamente verso il divano, dove lo fece sdraiare sotto di lui, senza mai staccare la bocca dalla sua. Infilò le mani sotto la sua maglietta e gliela sfilò, rimase qualche secondo a contemplare quel meraviglioso corpo sotto di lui e si fiondò nuovamente sulla sua bocca. Simon intanto stava sbottonando la camicia di Raphael.
-Ti voglio, Raphael- disse con voce tremante per l'eccitazione -Ti voglio come non ho mai voluto nessuno in vita mia-.
Quella frase non fece altro che aumentare l'eccitazione di Raphael, che sbottonò i pantaloni del più piccolo, immediatamente Simon fece lo stesso e si ritrovarono entrambi completamente nudi.
-Sei bellissimo, Simon- gli disse prima di baciarlo nuovamente. Poi portò una mano alla sua erezione già dura iniziando a masturbarlo e godendosi i gemiti che uscivano dalle labbra del più piccolo. Iniziò a depositare una scia di baci lungo tutto il suo petto, fino a raggiungere i suoi capezzoli. Ne prese uno tra le labbra e lo morse delicatamente. Era una sensazione indescrivibile per lui avere Simon completamente in sua balia. Il più piccolo non voleva essere l'unico a provare piacere, così portò la sua mano all'erezione di Raphael iniziando a muoverla su e giù. I gemiti del più grande non si fecero aspettare. Simon voleva tutto di Raphael.
-Raphael- aveva la voce sempre più tremante -Non ce la faccio più. Ti voglio dentro di me.-
-Sei sicuro?- disse guardandolo il più grande.
-Mai stato più sicuro di qualcosa in vita mia- rispose Simon con tono deciso guardandolo dritto negli occhi.
Raphael allora si spostò da sopra il corpo dell'altro, gli allargò le gambe e avvicinò la sua erezione per poi lentamente penetrarlo fino in fondo. Continuava a guardarlo negli occhi, aveva paura di fargli del male. Si fermò qualche secondo per farlo abituare alla sua intrusione. Impaziente Simon gli fece cenno di continuare e Raphael iniziò a entrare e uscire da lui, prima lentamente poi sempre più velocemente. Il più piccolo avvolse le sue gambe attorno alla vita dell'altro, mentre Raphael ricominciò a baciarlo. Quelle labbra erano diventate una droga per lui, non avrebbe più potuto farne a meno. Simon si sentiva finalmente al suo posto, vicino alla persona che amava veramente, senza la quale non potrebbe vivere. Si staccò dal bacio e portò la sua bocca al collo dell'altro, quanto avrebbe voluto morderlo e sentire il gusto del suo sangue.
-Mordimi, piccolo- gli disse Raphael come se gli avesse letto nel pensiero.
Non se lo fece ripetere due volte ed affondò i canini nel suo collo. Per la prima volta non si sentì disgustato dal sangue. Ne bevve molto, beandosi dei gemiti di piacere provenienti dal più grande. Era la prima che Raphael permetteva a qualcuno di bere il suo sangue, sentire i canini di Simon nel suo collo aveva aumentato la sua eccitazione. Poche spinte dopo Simon venne tra i loro corpi avvinghiati, mentre lui si riversò dentro il più piccolo. Lo aveva marchiato e nessuno glielo avrebbe più portato via.
-È stato fantastico.- disse a corto di fiato Simon -Ti amo-
-Ti amo anche io, piccolo- , poi lo baciò ancora, ma stavolta con dolcezza, voleva trasmettergli tutto il suo amore.
Rimasero sul divano, abbracciati l'uno all'altro, per un tempo che sembrava infinito. Simon si sentiva al sicuro tra le sue braccia, non avrebbe mai voluto allontanarsene, ma prima o poi sarebbe dovuto tornare a quella che ormai era diventata casa sua. Il solo pensiero lo faceva stare male, ma non poteva certo restare lì. Decise che era ora di andarsene, si alzò dal divano e iniziò a vestirsi.
-Ehi piccolo, che fai?-
-Torno a casa.- gli posò un bacio leggero sulle labbra, ma l'altro lo trattenne per un braccio e lo guardò serio. -Sei già a casa. Quindi torna qui accanto a me.-
Simon non poteva essere più felice di così, si lasciò abbracciare dal suo vampiro e così si addormentarono.
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My Heart Chose You (Saphael)
FanfictionStoria Sapahel ambientata dopo la 2x14, dopo il bacio Clace alla Corte Seelie.