Seduta sul mio letto con lo sguardo posto in un angolo della stanza. La mente vuota e la gola secca.
Rigiro più volte il diario tra le mani pensando ad ogni cosa che ho scritto. Ogni dettaglio possibile. La descrizione del ragazzo, il nome e cognome ed ogni caratteristica e particolare che possa identificarlo. Ho scritto anche riguardo a questo posto. Sono riuscita a scappare due volte. La prima volta era per fuggire e la seconda era semplicemente per capire dove mi trovassi per poi scriverlo tra le mie pagine.
Una volta uscita da qui, nemmeno io so ancora come, quel diario sarebbe stata la prova di tutto ciò che ho passato.
Spesso mi metto a pensare a come sarà il giorno in cui sarò fuori. Il giorno in cui aprirò la porta di casa mia e vedrò Elisa e mia madre. Quando tornerò a scuola e ritroverò I miei amici.
Le loro domande saranno il passo più difficile. Perchè mi spingeranno a pensare e ciò mi porterà a ricordare. Nemmeno io so come ce la farò ad andare avanti.
Ma ogni volta che penso a questa cosa poi mi sorge una domanda... quando uscirò?
E da li ne partono altre mille che chiedono come Edward mi libererà oppure se mi troverà la polizia, oppure nessuno mi troverà ed Edward non mi lascerà libera. Infondo farlo per lui sarebbe una condanna, sa che una volta lasciata andare andrò dalla polizia e racconterò tutto. Quindi perchè farlo?
Sento bussare alla porta e poco dopo ecco che entra proprio lui.
Mi chiedo il perchè abbia bussato se prima l'apriva di scatto come se non ci fosse un domani.
<Vieni, devi farti un bagno.> dice senza nemmeno guardarmi ma tiene lo sguardo basso. Uno sguardo che sinceramente non riesco a decifrare ma ho visto spesso nei suoi occhi negli ultimi due mesi. Non ne capisco però il motivo.
Scendo dal letto strisciando I piedi a terra e gli passo a fianco.
Cammino lentamente fino ad arrivare in bagno seguita da lui.
La questione funziona così. Lui rimane dietro alla porta per assicurarsi che io non scappi e quando ho finito devo bussare.
Ricordo le prime volte in cui mi ribellavo perchè non volevo nemmeno entrare in questa stanza oppure bussavo fingendo di aver finito per poi cercare di scappare.
Avevo provato ogni singolo modo ma tutti si erano rivelati inutili.
Ormai mi sono arresa e non pongo nemmeno più resistenza.
Passo di fianco allo specchio e come sempre chiudo gli occhi cercando di non incrociare il mio riflesso. Non voglio nemmeno più guardarmi. L'ultima volta che l'ho fatto mi sono messa a piangere davanti al mio allo specchio. Facevo schifo ed ora probabilmente sarei anche peggio.
Me svesto ed entro nella vasca. Apro il getto e mi lascio cullare dall'unico calore capace di tranquillizzarmi.
Chiudo gli occhi e mi appoggio rilassandomi completamente.
Voglio dimenticarmi di tutto quanto, di cosa ho passato e di cosa sto vivendo.
Perchè se eventualmente tornassi la fuori non so se riuscirei a vivere come prima, perchè tutto sembrerebbe diverso suppongo. Dire la verità e sporgere denuncia prolungherebbero I miei ricordi. Stare in un tribunale documentando ciò che ho vissuto davanti a persone che nemmeno conosco sarebbe il peggio.
Esco dalla vasca e mi avvolgo nel solito asciugamano bianco per poi bussare alla porta.
Torno in camera per poi rimanere da sola e mi vesto nel solito angolo in cui la telecamera non può sbirciare.
Apro l'armadio e dopo numerosi calcoli mi accorgo che questo è il settimo mese.
Torno sul letto e ripenso alla faccenda che avevo in testa prima.
Ad ogni parola detta sarebbe costato un flshback di qui momenti ed era l'ultima cosa di cui avevo bisogno.
Dire tutto anche se giusto sarebbe stato sofferente.
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~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)
RomanceArianna Prendom, una ragazza diciassettenne con un passato da lei sconosciuto e avvolto nel mistero. Un passato da cui cerca di fuggire, ma a volte vuole anche scoprire cosa si celi dietro ad esso. Un mistero che la distruggerà lentamente. Un luogo...