Capitolo 3

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Marinette osservò impassibile Alya trascinare via Adrien. Aveva troppa confusione per pensare anche solo a quello che la castana avrebbe fatto al ragazzo.
Vedere Adrien ferito in quel modo l'aveva scossa, soprattutto perché quelle ferite sembravano essere le stesse di Chat Noir.

Stava impazzendo ne era sicura, non poteva certo pensare che fossero la stessa persona; erano fin troppo diversi. Uno era spigliato e pervertito, l'altro timido e introverso. No, assolutamente no.

Si soffermò un attimo a pensare a Chat Noir e allo stato in cui era ridotto e si sentì una persona orribile; era convinta che avrebbe dovuto notare se ci fossero stati dei problemi in lui, invece era stata terribilmente cieca.

In realtà credeva di non aver notato neppure i suoi sentimenti perché, nonostante tutto quello che pensava riguardo all'eroe, lui le faceva uno strano effetto. Le era da sempre sembrato un semplice spezza cuori, ma dopo averlo visto così fragile si era dovuta ricredere: lui nascondeva molto altro.

E cavolo, lei voleva scoprire cos'altro avesse per attirarla così tanto.

Il volto di Alya le spuntò davanti ad un centimetro dal suo volto.

-Credi di rimanere in quella posizione per tanto tempo? La campanella è già suonata- le fece notare mentre inclinava la testa per osservarla meglio. -É forse successo qualcosa? -

-O-o-oh no. C-cosa dovrebbe fartelo pensare? - chiese Marinette colta alla sprovvista.

-Sì, sì. Lei, mia cara, mi sta nascondendo qualcosa; ma stia tranquilla. La reporter Cesarie scoprirà ogni suo segreto- Affermò alzando fieramente il capo, facendo scoppiare l'altra in una grassa risata. -Entriamo in classe, dai. Non penso tu voglia fare per l'ennesima volta un ritardo-

-No! Per una volta che sono arrivata puntuale! - Esclamò Marinette correndo verso l'ingresso. Lei non aveva neppure pensato di chiedere cosa fosse successo tra Alya e Adrien, eppure qualcosa le diceva di non indagare.

Le lezioni passarono in fretta, Marinette non ci prestò molta attenzione alle; la sua mente stava cercando di contenere la sua crisi interiore sui due biondi; le domande le ronzavano per la testa in modo incessante.

La campanella Arrivò in suo soccorso facendola alzare velocemente per scappare a casa, non ne poteva più di stare in quella classe. Inoltre, sentiva uno sguardo insistente addosso e la situazione stava iniziando a provocarle molto fastidio.

Forse sarebbe stata felice di sapere che la persona che la stava fissando era Adrien. I suoi occhi verdi non si erano spostati neppure di un millimetro dalla figura della corvina. Non sapeva perché ma, da quando era andato via dalla sua camera, sentiva la voglia di ritornarci.
Un'idea gli si presentò in testa mentre osservava uscire Marinette dalla stanza, segno che le lezioni fossero finite.

Sorrise compiaciuto di se stesso prima di raccogliere le sue cose e uscire dall'aula.
Solo quando fu fuori dalla scuola e notò la sua limousine si rese conto di non aver pensato a una scusa plausibile per giustificare le sue ferite; già convincere Natalie di stare bene era stata un'impresa, dubitava che ora sarebbe riuscito a dissipare le sue preoccupazioni.

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Marinette era nella sua camera seduta alla scrivania, fissava quasi disperatamente i libri e le cose che le rimanevano ancora da studiare.

-Oddio, non finirò mai- sussurrò prima di lasciar ricadere la testa su un quaderno.

-Dai, non dire così. Puoi farcela! - la incitò Tikki svolazzandole intorno.

-Credi davvero che io sia in grado di farcela? No, perché io sento i miei neuroni fondersi- parlò lei portandosi una mano alla fronte.

-Oh no, principessa! I suoi neuroni sono preziosi! - esclamò una voce sconosciuta.

Marinette sobbalzò sul posto per lo spavento e la sedia ricadde a terra. Strinse gli occhi aspettando l'impatto con il pavimento che però non arrivò. Riaprì gli occhi con lentezza per poi osservare quelle mani coperte da dei guanti neri; spostò la testa in alto incontrando i pozzi verdi di Chat Noir.

-Capisco di essere bellissimo, ma non puoi cadere ai miei piedi così facilmente- ironizzò lui rimettendo la sedia in una posizione stabile.

Marinette lo ignorò completamente mentre tornava a guardare le pagine sulla scrivania, doveva concentrarsi. Riprese a leggere il paragrafo ma, di colpo, il libro venne chiuso e sottratto alla sua vista.

-Ti odio- borbottò lei prima di alzarsi indispettita; non tentò neppure di riprendere il testo: era ovvio che lui non l'avrebbe fatta studiare. -Ma come sei entrato in camera mia? - gli chiese notando finalmente quel particolare.

-La finestra era aperta- rispose lui scollando le spalle indifferente.

-E ciò ti dà il permesso di entrare? - chiese lei con un pizzico di nervosismo nel tono; non le piaceva quando la sua privacy veniva invasa così.

-Nessuno me lo hai impedito.-

-Avesti almeno potuto bussare! - affermò lei prima di andare a chiudere la vetrata. -Devo ricordarmi di tenerla chiusa- sussurrò tra sé e sé prima di buttarsi sul letto.

-Non ti sarai davvero offesa, spero- parlò il ragazzo-gatto avvicinandosi a lei. Si appoggiò con le ginocchia al materasso e allungò la mano verso Marinette, la ragazza però si scansò velocemente facendolo arrabbiare. Voleva la guerra? Allora avrebbe avuto la guerra!

Con uno scatto fu sopra di lei e le sorrise malignamente.

-Cos'hai intenzione di...- Marinette non poté continuare la frase perché le dita sottili di Chat iniziarono a percorrere tutto il suo corpo facendole il solletico. In un attimo la stanza si riempì delle sue risate e Chat ne fu quasi stregato; adorava quel suono così melodioso.

D'improvviso le sue dita si fermarono e lui si perse a osservare ogni suo minimo dettaglio; adorava il fatto che tenesse i capelli legati in quei due codini, le conferivano un'aria fanciullesca ma non infantile. La sentiva ansimare sotto di lui alla ricerca di aria e ciò lo mandò completamente nel pallone. Iniziò ad avvicinarsi a lei lentamente, senza accorgersene le sue mani finirono di nuovo sul corpo di Marinette, iniziandolo ad accarezzare.

Era a qualche centimetro dal suo volto quando vide il panico propagarsi nei suoi occhi azzurri; si scostò da lei velocemente come se si fosse appena scottato.

-C-credo che per oggi possa bastare- sussurrò lui allontanandosi.

-Ehi! Dove credi di andare? - lo bloccò Marinette; la ragazza non poté fare a meno di vedere i muscoli della schiena del ragazzo contrarsi eppure non si fermò dal parlare. -Tu mi devi ancora delle spiegazioni. Perché ti sei ridotto in quello stato ieri notte? - gli chiese a bruciapelo.

Chat prese un grosso respiro prima di risponderle, era giusto che sapesse un po' della verità.
-Mia madre è morta qualche anno fa e da quel giorno mio padre non è più lo stesso; si comporta come se solo lui avesse subito quella perdita. Ieri sera, dopo aver litigato per l'ennesima volta, io sono uscito e ho comprato delle bottiglie di birra; non so credo che bere fino a sentirmi uno schifo mi faccia dimenticare i miei problemi con lui, però non riesco a farne a meno.-

Marinette non esitò neppure un secondo ad abbracciarlo; poteva sembrare un gesto banale, ma pensava che lui avesse solo bisogno di sentirsi almeno un po' più amato.
Fu sempre più stupita di notare che dietro quella maschera di ragazzo egocentrico ci fosse così tanto dolore. Le persone sapevano fingere davvero bene...

-Oh, al diavolo- sussurrò Chat Noir prima di girarsi verso di lei.

Le si mozzò il fiato in gola quando le loro labbra si scontrarono con così tanto bisogno; non pensava che il suo primo bacio sarebbe stato con il ragazzo eppure fu felice di ricambiare.
Finì tutto di fretta e presto si ritrovò addosso una strana mancanza. Aprì piano gli occhi osservando la finestra di nuovo aperta, sulle labbra sentì il sapore amaro delle lacrime.

Angolo fangirl fusa

Finalmente si sono baciati *partono i fuochi d'artificio che disegnano un cuore con il momento del bacio*...

Allora scrivere questo capitolo è stato un parto per me, ci ho impiegato una vita a scriverlo e non è poi così lungo, solamente che ripensavo continuamente a quello che scrivevo cancellando e riscrivendo. Cooooomunque spero che vi sia piaciuto e che avete esultato come me quando si sono baciati. 

Vi ringrazio per aver commentato, votato o semplicemente letto lo scorso capitolo perché tipo appena ricevevo una notifica di qualcuno che aveva votato scleravo male. Ora vado a scrivere il prossimo capitolo 

GAIA

[Riscritto l'11 Luglio 2019]

Con te sono me stessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora