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Bradley inizió a parlare - io sono Bradley Cooper. Quando avevo di due anni ci fu un'incendio nel laboratorio dove lavoravano i miei genitori era scienziati. Non rimase altro che cenere. Ero orfano. E non avevo altri parenti in condizioni di potermi avere sotto custodia. Andai in orfanotrofio dove rimasi fino ai quattordici anni poi, un signore che non avevo mai visto prima mi adottó. Era un personaggio strano, gli occhi azzurri e i capelli castani tirati indietro, un sorriso caldo e agghiacciante allo stesso tempo. Ma io lo amavo. Era l'unico vero padre che avessi mai avuto e di cui avessi ricordi. Diceva che in me vedeva delle potenzialità... io non capivo. Un giorno uscí di casa all' alba e mi lasció un biglietto con scritto 'la casa è tua Brad. Non è colpa tua ma devo andare, un giorno ci rivedremo' non lo perdonai mai. Mi aveva abbandonato. Da quel giorno iniziai a concentrarmi sullo studio. Trovavo incredibile studiare le lingue, la storia, anche la matematica... avevo sempre bei voti. Se i professori chiedevano di parlare con mio padre beh... sapevano che lui era in viaggio per lavoro. Io avevo già sedici anni quindi potevo vivere da solo. Ma ero troppo solo - concluse e i ragazzi rimasero in silenzio finchè Cameron parló - quindi io e te abbiamo qualcosa in comune -
- già -
- ma io mi sono dato pace -
- io no - Madison fece un grande respiro - sono Madison Warren, vivo con mia madre, mio padre se ne andó quando avevo dieci anni, un incidente sul lavoro. Occhi azzurri e capelli castani. Non sapevo bene quale fosse il suo lavoro. So solo che mia madre diceva che eravamo simili e oltre a quello potrà sembrarti strano ma ho pochi ricordi. Dei flash dove mio padre picchia mia madre, altre scene dove mia madre stava fuori e tornava tardi ubriaca, mio padre la picchiava. A volte invece mia madre mi accompagnava a scuola e quando tornava a casa mio padre la picchiava - si fermò per riprendersi, era sbiacata in viso, aveva dei tagli rossi sui palmi delle mani perché ci aveva affondato le unghie per la rabbia.
- e a parte questo... Mio padre se ne andó, morì come vi avevo detto e da quel momento io mi avvicinai ancora di più a Cameron - il ragazzo le prese la mano e la strinse senza guardarla, Madison prese la mano di Bradley e la strinse come Cameron stringeva la sua - usciremo da questo posto - almeno spero avrebbe voluto dire.
Si spensero di colpo le luci, ma stavolta si accesero delle luci d'emergenza azzurre, erano in un qualche modo rasserenanti. Il treno si fermò e si aprirono le porte. Davanti all' uscita si trovava un ragazzo. Aveva i capelli castani, un po' scompigliati ma dopotutto ordinati, le labbra rendevano il volto del ragazzo molto interessante, ma gli occhi marroni, nella loro semplicità, emanavano un senso di complessità. Indossava una semplice maglia bianca con le maniche lunghe e al collo aveva una collana con una targhetta, non si distinguevano molto bene le lettere, ma sembrava che ci fosse scritto un nome.
- Ciao ragazzi, io sono Eathan e benvenuti a Blackhills ... che gli è successo? - indicò Bradley con un cenno del capo. Madison si guardò intorno si trovavano in un posto sperduto in chissà quale continente, ma vi ci abitavano persone che all'apparenza sembravano essere normali e questo lo rendeva misterioso, era sparita la neve, anche il deserto, c'erano solo pianure, verdi e grandi pianure e una zona abitata, era giorno anche se sembrava passata un'eternità - Ci hanno attaccato degli... esseri strani... Io e Madison siamo illesi ma lui ha è messo male, ha bisogno di soccorso. È successo qualche minuto fa... oppure ore... Non lo so-
- Ifrit - susurró
- cosa hai detto? - Eathan si mise a camminare - nulla. Seguitemi se non volete perdervi - Cameron si mise al suo fianco - non ci hai ancora detto come mai siamo qui -
- Non è importante al
momento -
- allora dicci dove siamo -
- ve l'ho detto, siamo a Blackhills -
- spiegati meglio -
- seguitemi - si avvicinarono alla zona abitata, ora che i tre ragazzi si guardavano intorno si resero conto che la stazione era parecchio lontano e isolata, ma a loro ci era voluto poco tempo per arrivare alla città. Eathan si fermò davanti a una casa maestosa, all'esterno i muri si mostravano di semplici mattoni, la porta era di un colore nero intenso lucido, con i bordi oro sbiadito e rovinato dal tempo. Doveva essere molto antica, le finestre avevano gli scuroni aperti, Madison si avvicinò a Eathan, ora lo vedeva bene, come Cameron aveva uno sguardo tagliente ma la ragazza notò una strana cicatrice sulla spalla destra, sembrava una costellazione imprecisa, anche lei ne aveva una, ma era nella parte compresa tra spalla e gomito - dove siamo? Di chi è questa casa? - Eathan si avvicinò alla porta e infilò la chiave nella serratura - non è una casa - la porta si spalancó con un cigolìo. Ora Madison vedeva l'interno di quella che credeva una casa, era un Hotel. Una volta entrati, sopra l'ascensore si ergeva una targa con scritto Benvenuti a Blackhills in caratteri spigolosi. L'atrio sembrava immenso - Ci hai chiamati tu qui - disse Bradley avvicinandosi al ragazzo - noi - quando Eathan rispose si udì un suono strozzato, una campanella, l'ascensore si aprì e ne uscirono due ragazzi e una ragazza. La ragazza si avvicinò a Madison e le porse un braccialetto, era fatto di un materiale che poteva sembrare argento per il peso e per la lucentezza - questo ti sarà utile -
- gra...zie... - Non sapeva chi fosse nè perché le avesse dato quel bel braccialetto, aveva dei diamanti che ricoprivano tutto il bordo e al centro delle stelline regolari. Le porte dell' Hotel si serrarono alle loro spalle con un tonfo, Eathan raggiunse i ragazzi - bene, per prima cosa ora vi mostreremo le vostre stanze, Cole accompagna Madison, Jannifer Cameron e Grayson Bradley - uno dei ragazzi si avvicinò a Madison e le porse una chiave con inciso il numero "21" - andiamo, seguimi - chi erano? Nel ragazzo che la accompgnó notò subito un dettaglio, dalla cintura gli spuntava quello che poteva essere un pugnale.
Rabbrividí.
I due si avviarono verso l'ascensore mentre gli altri restavano nella hall. - mi chiamo Cole, piacere - gli tese la mano e Madison la afferrò come se avesse paura di scottarsi, Cole indossava una maglietta bianca a maniche lunghe, come quella di Eathan, aveva dei capelli biondi molto scompigliati che gli davano una nota di colore, occhi marroni e zigomi molto marcati. - sai pensavo fossi diversa - Madison si era dimenticata della sua effettiva presenza - come scusa?- Le porte dell' ascensore si aprirono e Cole si avvicinò a Madison e le sue labbra si avvicinano all' orecchio della ragazza - non ha importanza, seguimi - uscì con un passo dall' ascensore e Madison venne percorsa da un brivido, come se una gocciolina di ghiaccio si fosse posata sul suo collo e lentamente, molto lentamente fosse scesa fino a metà schiena per poi volatilizzarsi.

Universes - Angeli Bianchi [ANTEPRIMA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora