Hyung

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10.30 AM
da: Hyung

Sto arrivando piccolo ;)


Jimin appoggiò il cellulare sul tavolino dopo aver visualizzato il messaggio di Jin. Mentre la cameriera gli metteva di fronte la cioccolata calda, Jimin guardava con sguardo perso fuori dalla vetrata a fianco. L'ennesima giornata nuvolosa. La gente, dai volti sconosciuti, si afrettava verso una  destinazione a lui non ben definita. Jimin si sentiva perso.

Jimin si svegliò sulla tarda mattinata, a causa dei raggi solari, insopportabili. Il biondo mosse le dita della mano peccaminosa, ma afferrò soltanto il vuoto. Un mugolio di disapprovazione uscì dalle labbra carnose del ragazzo. Aprì gli occhi confuso guardandosi poi intorno inebetito quando i flashback gli riempirono la mente.
Il biondo scattò subito in piedi, guardandosi intorno in cerca del moro, a malincuore constatò che la casa era vuota e a lui non rimaneva che uscire da quel posto, deluso.

Jin entrò nel locale e venne subito accolto da una folata di aria calda. Notò il biondino accanto alla vetrata, perso nel suo mondo, con davanti la tazza fumante ancora intatta.
Sorrise intenerito avvicinandosi silenzioso a lui per poi fermarsi e passandogli una mano davanti agli occhi "Cucù? Terra chiama Jimin. Ripeto, Terra chiama Jimin" disse divertito mentre il biondo, riscosso, sorrise imbarazzato. "Scusami...pensieri di poco conto" fece un sorriso tirato il biondo mentre Jin prendeva posto davanti ordinando un caffè.
"Allora, qual'è il motivo per cui ci troviamo qui?" cominciò Jimin sorseggiando la sua bevanda. "Cos'è questo tono serio e formale? Non è da te piccolo. " osservò Jin stranito. Jimin scosse la testa "No scusa, è che non è giornata" disse il piccolo  distogliendo lo sguardo da quello attento di Jin. Quel ragazzo lo conosceva troppo bene. Con un semplice contatto visivo sapeva leggergli dentro anche senza che Jimin tirasse fuori una sola parola. Forse era per quello che si sentiva così legato e al sicuro con lui. Eppure quella volta il biondo tacque, la situazione con il moro era troppo confusa e lui stesso non aveva alcuna certezza, solo delle stupide sensazioni.  
"Va bene, non voglio costringerti a parlare se non te la senti ma sappi che l'argomento non è chiuso. Ora torniamo a noi..." disse Jin mentre tirava fuori dei fogli mettendoli davanti a Jimin. " Ho parlato con mio padre ed è più che felice di accoglierti nel nostro ospedale. Sai che questa è un'occasione unica, vero? Ovviamente avrai delle mansioni ben specifiche dato che sei ancora agli inizi." Jin diede al ragazzo tutte le informazioni necessarie sul suo lavoro ma omesse un dettaglio particolarmente importante: il patto che vi stava dietro a quell'occasione. Jin non voleva far preoccupare ancora di più il piccolo, avrebbe risolto lui il problema con suo padre.

Jimin attraversò l'entrata automatica dell'ospedale nel quale lavorava ormai da un paio di settimane. Passò il badge identificativo e si diresse verso gli spogliatoi salutando con un sorriso cordiale le infermiere intente a commentare sottovoce qualcosa sul computer. "Ehi tu, bel biondino, aspetta!" Ma Ri lo richiamò trovando finalmente l'occasione di lasciare il gruppetto per affiancarlo. " Quelle oche. Stanno letteralmente sbavando dietro al profilo di Dr Jin! Ma ti sembra normale? Ma farsi una vita no?" disse irritata l'infermiera seguendo il ragazzo. Jimin rise divertito fermandosi di fronte allo spogliatoio maschile. Si girò poi per affrontare l'infermiera " Attenta Ri, la gelosia può fare brutti scherzi" disse all'amica con un sorrisetto di intesa.
" E scusami ma sono di fretta. Devo cambiarmi e correre da So Ri Na, ultimamente era preoccupata per via del suo Hyung. Ha detto che è già una settimana che non viene a trovarla..." le spiegò aprendo lo spogliatoio " Strano, di solito quel tipo viene ogni giorno dalla sorellina. Spero non sia successo nulla di grave. Poverina...non ha nessuno oltre al fratello" Ma Ri lo guardo leggermente preoccupata " comunque ora ti lascio, tra poco devo assistere il Dr. Jin a un trapianto! Buona fortuna con la piccola!" gli augurò la ragazza euforica per poi correre via. Il biondo rise scuotendo la testa. Si cambiò veloce e si diresse al reparto di Riabilitazione per i bambini.
Dopo aver aperto la porta notò un gruppetto di bambini che, chi seduto sui propri letti, chi su quello di So Ri Na, erano intenti ad ascoltare la storiella che la bimba stava raccontando un momento prima che si accorgesse di lui "oh, Oppa! Finalmente sei arrivato!" disse la bambina felice cercando inutilmente di mettersi meglio seduta. Guardò il biondo sulla porta per poi spostare lo sguardo dietro di lui sgranando gli occhi. "H- hyung?" sussurrò con voce spezzata dall'emozione guardando il fratello sulla porta, dietro al dottore.
Jimin aggrottò la fronte confuso e si girò curioso. Sussultò non appena riconobbe il ragazzo fermo a pochi centimetri dal suo viso. I capelli color menta e la pelle lattea erano inconfondibili: tutti i racconti di So Ri Na sul fratello ora vestivano il volto di Min Yoongi.

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