Capitolo 6

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Erano passati giorni dal momento del ricovero; i medici rivelarono a lui e ai genitori della ragazza, che aveva provveduto a chiamare, cosa le fosse avvenuto. Scoprire avesse subito un avvelenamento, proprio dal nemico di quel pomeriggio, fu un brutto colpo da affrontare e, ancor più duro, fu sapere che a causa delle convulsioni e dello stato incerto del cervello, Marinette fosse stata indotta al coma farmacologico.

Ricordava come nella tarda sera si fosse diretto a casa incurvato su se stesso, avvilito e completamente sfinito per quella terribile giornata. Se fosse stato per lui sarebbe rimasto lì ad aspettare finché Marinette non avrebbe riaperto gli occhi, ma la minaccia che il Signor Tom gli aveva lanciato lo aveva scosso abbastanza da convincerlo a tornare alla sua abitazione. Col senno di poi però avrebbe preferito rimanere lì, perché il silenzio delle mura della sua stanza aveva lasciato libero sfogo ai suoi pensieri. Come a prenderlo in giro la sua mente gli continuava a ripetere che non fosse riuscito a proteggerla; aumentando il macigno dei suoi sensi di colpa e la voglia di ritornare da lei.

Così, anche per mantenere le promesse fatte a se stesso, andò a trovare la ragazza ogni giorno, sia nella sua forma civile che in quella da supereroe. Aveva quindi annullato tutti i suoi impegni, facendo imbestialire suo padre e causare l'ennesima lite tra di loro, ma di tutto quello gliene importò poco: era stanco di sentirsi dire cosa fare, soprattutto se la persona in questione era Marinette.

Quella sera lui era di fianco al letto della corvina e gli stringeva le mani speranzoso. Quando era andato a trovarla nei panni di Adrien era venuto a sapere dalla signora Sabine e dai medici che probabilmente nel corso della giornata Marinette si sarebbe svegliata; per questo quella notte si era precipitato da lei con il suo costume nero attillato, aspettando impaziente il suo risveglio.

Osservò attentamente i suoi tratti: dalla curva dolce delle guance, alla forma definita delle labbra a quella tenera del naso e non riuscì a trovare neppure un'imperfezione; neanche il colorito pallido e il volto leggermente segnato dalla stanchezza lo fecero ricredere.

Quando la sua attenzione si concentrò sugli occhi chiusi della ragazza questi ultimi si aprirono facendo esplodere il suo cuore di gioia; senza riflettere si avventò sulle sue labbra rubandole un bacio. Marinette fu colta d'improvviso da quel gesto, le sembrò quasi di essere su un'altalena per la paura di cadere che sentiva.

-Mi hai fatto morire di preoccupazione- le sussurrò Chat Noir a pochi centimetri da lei. Il suo respiro leggero sulle labbra le mandò in confusione il cervello e fu sul punto di ribaciarlo, ma il ragazzo la precedette.

Quando si furono separati l'eroe si sdraiò semplicemente di fianco a lei e la strinse a sé. Marinette si addormentò cullata dalle carezze di Chat Noir e dal silenzio che li circondava, da sempre più espressivo delle parole. Poco dopo anche lui cadde in un sonno tranquillo, finalmente rincuorato dal risveglio della ragazza.

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La mattina arrivò veloce a riscuoterli dai loro sogni amorosi; il biondo tentò di spostarsi delicatamente dall'altra, ma il suo tentativo fallì miseramente.

-Dove credi di andare?- chiese lei fissandolo duramente con i suoi occhi azzurri.

-Non so, magari a scuola?- rispose lui sorridendole ampiamente.

-Guarda che sta sera ti aspetto, non è che prima mi baci e poi scappi, vero?- borbottò lei ricordando cosa fosse accaduto giorni precedenti.

-Ai suoi ordini, principessa. Sta sera sarò qui da lei, ma adesso si riposi- la canzonò prima di stamparle un altro bacio sulle labbra. -Sta iniziando a piacermi troppo come cosa- mormorò lui a poca distanza dal suo volto.

-Ed è un problema?-

-Sì. Diventerai la mia nuova droga, Marinette- sussurrò. Le sue orecchie da gatto gli fecero percepire un rumore di passi e velocemente si affrettò a uscire dalla finestra, senza lasciare possibilità di risposta alla ragazza. -Au revoir! - disse per poi scomparire.

Chat si diresse velocemente verso casa sua, consapevole del suo ritardo. Ringraziò i suoi poteri per la formidabile agilità che gli conferivano infatti, grazie a essa, era riuscito ad arriva a casa appena qualche secondo prima che Natalie lo rimproverasse.

Plagg uscì subito dall'anello e si diresse vero la scatola di camembert rimasta sulla scrivania, ne prese un'enorme fetta e la ingoiò in un istante.

-Ne hai dell'altro, vero? - gli chiese con la bocca ancora piena e le mani sporche. Adrien lo guardò in modo torvo mentre lasciava che la tracolla della sua borsa gli circondasse il collo.

-Sì- affermò prima di prendere il kwami per la coda e buttarlo dentro la borsa.

-Ehi! Non si tratta così una divinità- si indignò Plagg, mostrando fuori la testolina nera; purtroppo per lui, Adrien lo ignorò bellamente dirigendosi a scuola senza proferire altro.

Angolo fangirl fusa

Mie care tortine al cioccolato come vi avevo detto oggi usciranno due capitoli perché abbiamo raggiunto le 500 letture e perché mi dovevo scusare dell'assenza di ieri. Penso che il secondo capitolo uscirà verso le 18/19 o più tardi.

Va be penso abbiate capito chi compare alle spalle di Nino, ma mi diverto a lasciare in sospeso per farvi sclerare su chi potesse essere ma questi vostri scleri non dureranno per tanto vi posso dare solo un indizio inizia per C.

Grazie per aver letto il capitolo e quello precedente, aver commentato e messo le stelline. Siete fantastici, ora vi saluto 🖖🏽 che vado a scrivere il prossimo capitolo

GAIA💚

[riscritto 24/07/2019] 

Avviso post riscrittura: scusate il ritardo ma ho avuto altro per la testa e non mi andava di produrre un lavoro mediocre. Il capitolo è stato abbastanza complesso da scrivere e mi dispiace sia breve e molto veloce, ma non sono riuscita a fare di meglio. Vedrò al più presto di fare un doppio aggiornamento in modo da recuperare quello di ieri. Grazie per l'attenzione. -GAIA

Con te sono me stessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora