Breve Storia Di Una Breve Vita.

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Ciao sono Antonio, questo è il diario della giornata piu eccitante della mia vita, sta per cominciare, e per non dimenticarla voglio trascriverla. Sono le 10:00, una scarica elettrica mi pervade, a quest' ora, sette anni fa, stavo nascendo.
Oggi compio il mio settimo compleanno se non si era capito; e sono strafelice, se si può dire.
Oggi i miei nonni mi portano al circo e vengono anche i miei genitori e la mia sorellina più piccola.
Entriamo in un tendone conico a pianta circolare molto grande.
Al centro c è un enorme spazio, a terra c 'è la sabbia in modo tale che gli animali selvatici non si facciano male, inoltre loro sono abituati a questo tipo di superfice e si sentiranno più a loro agio.
Ho solo sette anni ma nelle ultime settimane sono stato così eccitato per gita al circo che ho cercato tutte le informazioni possibili.
Adesso sono un vero esperto circense come dice nonna.
Avete visto quante ne sò.
Ad esempio ci sarà un esemplare particolare e rarissimo di Ligre che è un animale generato dall' accoppiamento artificiale di una tigre femmina e di un leone.
Finalmente è il momento, mamma ha trovato dei biglietti in prima fila, è stata grande.
Ci sediamo e inizio a sgranocchiare dei pop corn, "croc croc"; mi diverto a sentire il mais scricchiolare sotto i miei denti.
Mia sorella Virgina (è una piccola mocciosa come dice il Team Rocket che sono i cattivi del mio cartone preferito) odia invece questo rumore.
Così ha iniziato a darmi degli schiaffi perché non volevo smettere.
Ma sono troppo concentrato sullo spettacolo per litigare con lei.
Intanto entra una foca che sta su una palla e cammina su e giù per il circo.
Appaludiamo tutti entusiasti, ma io sono in fermento perché voglio vedere il Ligre.
Così distrattamente sorseggio la mia bevanda gassata.
Devo dire che mi sento proprio grande quando incurante bevo con la cannuccia e con lo sguardo fiero.
Intanto dei trapezzisti fanno dei numeri spettacolari a otto metri d' altezza che quasi mi fanno dimenticare il numero per cui sono venuto.
Dopo i trapezisti c è un giocoliere che non è molto bravo, l' attesa sale ancora di più, non vedo l' ora, a minuti il sogno che faccio da settimane si avvererà.
Ecco finalmente è ora, entra un uomo, la sua faccia è bianca, candida come la neve, le sue palpebre sono nere, nere come l' ebano, nere come la più buia delle notti.
La sua bocca è rossa, rossa come il sangue, rossa come un rubino, come lava che trabocca dal suo calice il suo naso è come la bocca.
Per un attimo lo credo vero, poi realizzo che è solamente truccato, certo che fa proprio paura ma non lo faccio vedere sennò Virginia mi prende in giro, lei ha più paura di me infatti la vedo che ogni tanto chiude gli occhi ma non dico nulla.
Il pagliaccio sorride, oddio ha dei denti lunghi e appuntiti, potrebbero essere delle lame; sono gialli, fanno più paura del resto; penso, non so perché, a quei denti conficcati nel mio collo.
Non capisco perché ogni volta mi debba rovinare il divertimento pensando a queste cose.
Così decido di scacciare tutti i brutti i pensieri.
Entra il Ligre, è bellissimo, secondo quello che ho letto è lungo tre metri e mezzo, ed è alto un metro e venticinque.
Mi piace vantarmi delle mie conoscenze con gli altri, specialmente se sono più piccoli o ne sanno meno di me.
Il Ligre maestoso punta subito il clown, egli sventola una bistecca in aria ma il Ligre lo punta, il clown si gira e mi guarda, è disperato, io incrocio il suo sguardo tragico, ma nella mia innocenza non capisco cosa stia succedendo.
Penso faccia tutto parte del trucco, la sta domando ma fa finta di non riuscirci, che furbacchione.
Io allora rido e applaudo, lui però non sembra si stia divertendo,
dev essere proprio un bravo attore.
Il magnifico Ligre gli si scaglia a dosso
con una rabbia mai vista, con tutta la potenza possibile gli sferra un colpo d' artiglio nel fianco.
Si apre un gigantesco squarcio, i tessuti si sfilacciano, la pelle ormai sembra inesistente e dallo squarcio escono brandelli, anzi veri e propri pezzi di intestino, un liquido giallastro esce dallo squarcio largo circa trenta centimetri.
Lo spettacolo atroce mi fa ribaltare lo stomaco, devo vomitare e non sopporto tutto quello schifo.
Finalmente il proprietario del circo interviene sparando al magnifico Ligre aggressore.
La situazione mi turba tantissimo e andiamo tutti quanti via.

Due settimane dopo.

Adesso mamma mi porta da un signore dove posso dire tutte le parolacce che voglio e che mi fa stendere su un lettino e parla tanto con me.
Da quel giorno ho smesso di studiare tutte quelle cose quando mi devo andare a divertire, e i divertimenti sono sempre di meno, perché mi vengono in mente sempre dei brutti pensieri.

11 mesi dopo

Oggi ho smesso di andare da quel signore che mamma quando parla con i grandi chiama psicologo.
Non so che significa ma non ci vado più e un po' mi dispiace perchè mi ci ero affezionato, dopo un anno d' altronde.
Intanto sto per compiere otto anni e mi riesco a divertire sempre di più e sempre più spesso.
Oggi è il mio compleanno, che bello! Ma non sono molto eccitato, quest' anno non facciamo nessuna festa.
Vabbè, a casa non girano molti soldi in questo periodo, oggi ho sentito al telegiornale che è passato un anno dalla morte di quel povero clown, ormai me ne ero dimenticato, qualche pensiero cupo mi passa per la testa.
Mamma mi dice di sbrigarmi e di andarmi a lavare perché ha una sorpresa per me.
Corro in bagno e mi lavo le mani.
Sento che mi bruciano, ma non troppo, le guardo e la pelle si sta staccando sotto il getto di un liquido che sembra acido.
La pelle si annerisce e pian piano si stacca prima sulle dita e poi lentamente anche la cute sui palmi si inizia a staccare.
Le mie mani sono ormai un fascio di muscoli legati alle ossa.
Mi spavento a morte e provo a urlare ma sento in me qualcosa di strano e non riesco ad urlare, una mano mi tappa la bocca.
Mi guardo allo specchio, la mia faccia è bianca, candida come la neve, le mie palpebre sono nere, nere come l' ebano, come la più buia delle notti.
Le mie labbra e il mio naso sono rossi, rossi come il sangue, come lava che sta per uscire da un vulcano.
Il sangue mi si gela, cosa succede? Perché sono truccato da clown?...
Provo a correre verso la porta, non riesco a muovermi, mi sforzo oltre ogni limite umano ma non mi riesco a muovere, poi,ecco, un passo, due passi, tre passi, corro verso la maniglia e inizio a spingerla per uscire; ma niente, è bloccata.
Sento due mani fredde intorno alla testa, queste mani stringono, stringono più forte che mai, la mia testa mi fa malissimo, ma come una pressa queste mani stringono ancora più forte, improvvisamente viene lasciata la presa, sento una risata, una risata forte, tiro un sospiro di sollievo, ma ecco che sento ancora una pressione fortissima esercitata sul cranio, non capisco più nulla chiudo gli occhi ma il dolore è disumano, l' attesa è snervante, perché non muoio? Preferisco morire e porre fine a questo supplizio, una risata mi pervade la testa.
La madre del bambino, preccoupata perché non lo vede uscire dal bagno, entra, la maniglia non oppone resistenza, vede il bambino a terra in una pozza di sangue, accanto c' è una massa rosa confusa, simile a intestino, di quel clown, quel dannato clown morto un esatto anno fa.
Ma stavolta non è intestino, questa volta è cervello.
Non ci sono oggetti mancanti, la finestra è intatta, Antonio è lì che giace, la madre scoppia in un pianto singhiozzato, disperato, straziante, un qualcosa che lacera il cuore e logora
l' anima.
Un suono che rimane in testa e non se ne va, anche se si prova a scacciarlo.
Improvvisamente mi sveglio, inizio a respirare profondamente come mi diceva lo psicologo, è stato solo un incubo, un brutto sogno.
Mi calmo.
Ma perché davanti a me c' è un uomo, ha la barba, una barba bianca, lunga, mi incute timore, mi sembra di averlo visto in un dipinto a Roma ma Non capisco chi è.
Accanto a lui c è un ragazzo, sulla trentina, capelli lunghi, castani, senza barba.
Mi incutono timore, mi ordinano di andare a destra.
Arrivo ad un fiume, c' è scritto Acheronte, un signore mi mette una mano sotto la lingua e prende una moneta.
Mi mette su una barca e attraversiamo il fiume.
Sto ancora sognando? Credo anzi spero di sì.
Quest' uomo, anche lui con una barba lunga mi dice di chiamarsi Caronte, l' ho già sentito, una barzelletta che raccontava sempre papà diceva:" sono Caronte e guido sto bisonte".
Deduco che quest uomo è un camionista, uno di quei rozzi che mangiano panini agli autogrill.
Mi conduce in un luogo dove fa un gran caldo, si brucia, mi dice che starò lì in eterno, su un' insegna di legno c è scritto:" qui risiedono le anime di chi rideva mentre qualcuno veniva assassinato".
Lì conosco un anima, è di un angelo che aveva la capacità di trasformarsi in qualsiasi cosa gli chiedesse il suo capo.
Mi spiega dove sono, chi erano il signore e il ragazzo che ho incontrato.
Mi spiega che Caronte non è un camionista e che no, non sto sognando, sono solo all' inferno.
A quel momento gli chiedo che ci fa lì lui se è un angelo, dovrebbe essere in paradiso.
Dovrei, appunto, fa lui.
"Il Signore con la barba che hai conosciuto mi aveva ordinato di uccidere un bambino per portarlo velocemente qui, aveva riso alla morte di un clown.
Così mi sono trasformato in clown, sono andato sulla terra e l' ho ucciso seguendo le istruzioni.
Mentre eseguivo il mio compito, però ho iniziato a ridere, non perché fossi contento ma un riso incontrollabile mi assalì.
Così sono stato mandato qui a bruciare in eterno "
Realizzo tutto in un attimo, " scusa, una curiosità, come si chiamava il bambino che hai ucciso?"
E l' angelo:" Antonio, perché?"
No, niente, solo una banale curiosità.

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