Sono giorni che a scuola è tutto normale. Tutto troppo normale.
Nessuno dei ragazzi si è più avvicinato a me, hanno preferito il silenzio. E a me va più che bene: non ho voglia di stare a sentire le loro scuse, le loro motivazioni. Ho voglia di pensare solo a me stessa ed è quello che sto facendo da un paio di giorni a questa parte.
Ho passato ogni pomeriggio di quest'ultima settimana a dedicarmi completamente a me, a tutto ciò che mi riguarda e che mi fa state bene, perciò, per farlo, sono stata alla cascata.
Gli sguardi di Taylor si sono trasformati man mano da dispiaciuti, a tristi, ad arrabbiati.
Mia madre ha provato a chiedermi qualcosa, ad esempio il motivo per il quale non mi vedesse più con Ally, o con Taylor, o semplicemente per il quale non sorridessi più.
Le ho detto di stare bene e che era solo un periodo, che sarebbe passato in fretta. Dentro di me, peró, sapevo, e un po' ci speravo, che non sarebbe passato. Perché ero a mio agio nell'essere totalmente indifferente a tutto ciò che mi circondava ed ero sicura che, se avessi iniziato a provare di nuovo qualcosa, questo non sarebbe stato più possibile e non avrei pensato più a me stessa, cosa che mi serviva e molto.
Questo è un lunedì mattina come gli altri. C'è la solita svogliatezza nello svegliarsi, ci sono tutte le maledizioni lanciate alla sveglia.
Mi vesto di nero come ogni giorno da una settimana, faccio colazione nel silenzio più totale e, invece di fare il solito giro di revisione alla cascata, mi dirigo direttamente a scuola.
Scendo dalla Harley, afferro lo zaino e, una volta nel cortile, con un balzo mi siedo sul muretto che ormai fa compagnia a me ed al mio libro ogni mattina.
Ma questa mattina non sarà come le altre. Lo sento, lo percepisco. Sento come se l'aria questa mattina sia carica di tensione e la cosa non mi piace affatto.
Dopo pochi minuti la solita Audi e la solita Range Rover vanno in direzione del parcheggio della scuola ed io mi aspetto che fuori ne escano i soliti ragazzi.
Ed è così, ma purtroppo per me, non ne escono soli.
Dalla Range Rover di Adam ne escono Ally, Nicole e lo stesso Adam. Ma dall'Audi di Taylor ne esce fuori lui con una biondina con gli occhi azzurri.
Per un attimo mi ricorda me. Non sembra il solito tipo da un ragazzo e via, ma a volte le apparenze ingannano.
I cinque si sistemano dalla parte opposta del cortile rispetto a me, come al solito da ormai una settimana, e cominciano a parlare.
In quel momento mi costringo a riportare gli occhi sul mio libro e continuare a leggere. Così faccio, ma purtroppo, non riesco ad andare avanti, i miei occhi rileggono sempre la stessa frase, ininterrottamente, senza comprendere il significato della parole che contiene.
La mia mente mi dice di non farlo, ma i miei occhi non le danno ascolto, ed alzo lo sguardo proprio nel momento in cui quello che consideravo il ragazzo che provava qualcosa per me prende la biondina per mano e la porta in un angolo più appartato della scuola ed iniziano a baciarsi.
In quello stesso istante sento il cuore, che credevo di non possedere più, frantumarsi in mille pezzi ed anche di più, fino a diventare cenere.
Un improvviso capogiro mi colpisce la testa ed avverto una fitta allo stomaco che mi fa piegare in due. Faccio dei profondi respiri ma i miei polmoni non riescono ad immettere abbastanza aria e mi porto una mano sul petto. Scende la prima lacrima, seguita dalla seconda e la terza, e così via, dando inizio ad un pianto frenetico, disperato, distruttivo, che mi colpisce in pieno come un uragano. Quel pianto che ho trattenuto per giorni e che non volevo mi colpisse.
Speravo davvero di poter continuare in questo modo, senza sentire niente, senza fregarmene di nessuno, ma mi sbagliavo e, nel profondo, sapevo di non poterlo fare ancora a lungo. Sapevo che prima o poi lui avrebbe fatto qualcosa che mi avrebbe fatto male, ma speravo che lo facesse il più tardi possibile, che mi desse il tempo di dimenticarmi di lui.
Come una tornado, una tempesta, tutto quello che avevo trattenuto in questi giorni viene riversato fuori, mentre i due continuano imperterriti a palparsi e baciarsi.
Non posso farmi vedere in questo stato. Non posso far vedere agli altri lo stato in cui mi ha ridotta. Non posso mostrare la mia vulnerabilità.
Le gambe si muovono prima che il mio cervello possa realizzarlo e comincio a correre verso l'esterno della scuola, in direzione della Harley, passando esattamente davanti ai due piccioncini, e disturbandoli. Taylor mi ha vista, ha alzato lo sguardo e mi ha vista, ma non è venuto da me.
Che mi aspettavo? Che rimanesse ad aspettarmi? Che si struggesse per me finché il mio stupido cuore non sarebbe tornato a battere?
Beh mi sbagliavo.
Taylor non è così. Non è il tipo che attende, ottiene tutto quello che vuole subito e, se non accade, lo lascia perdere.
Ma, cazzo, quando ho sperato che non fosse davvero così. Forse non ha mai provato quello che diceva di provare per me. Perché una persona non smette di tenerci a te da un momento all'altro. Anche se a me è successo. Ma è stata colpa della rabbia, colpa sua.
Che anche per lui sia stato così? Forse anche lui è stato talmente accecato dalla rabbia da annebbiare e mettere da parte i suoi sentimenti per me? In fondo se è successo a me perché non a lui?
Quello che faccio fatica a credere, però, è che, nonostante tutto, dopo tutto quello che è successo, sono ancora qui a cercare una scusa al suo comportamento, a giustificarlo. E non dovrei.
Ecco, questo temevo. Temevo che tornando a provare tutto quello che sento per lui, non avrei pensato più a me stessa, mettendo lui per primo, e, purtroppo, è accaduto. Perché, per quanto ci sforziamo di credere il contrario, l'amore vince su qualsiasi cosa perché è più forte di tutto, anche dell'orgoglio.
Ed ora sento tutto il peso dei miei sentimenti gravare su di me, un peso che è troppo da portare sulle spalle per una ragazza sola, tanto pesante da farmi crollare la terra sotto i piedi.
In tutto questo tempo le lacrime non hanno smesso di sgorgarmi dagli occhi, come un fiume in piena, e adesso si che mi sento finalmente parte della cascata, adesso sento finalmente che una parte di me è tornata. Ma quanto vorrei che non fosse così, perché mi ha colpito con la stessa irruenza con cui l'acqua della cascata colpisce il fiume al momento del ricongiungimento.
Mi appoggio alla Harley come sostegno, ma non è abbastanza, quanto vorrei non essere completamente sola in questo momento.
Quasi come se le mie preghiere fossero state ascoltate, sento un leggero tocco sfiorami la spalla. Ed io lo riconosco perché può appartenere ad una sola persona, l'unica che mi è sempre stata vicina, sin dall'inizio, sin da bambine, l'unica che, nonostante tutto, non riesco ad odiare.
Mi giro e, nel momento stesso in cui i miei occhi incontrano quelli scuri di Ally, mi getto fra le sue braccia senza pensarci due volte.
Il suo profumo al miele mi avvolge e, come al solito, ha un effetto calmante su di me, che mi infonde serenità, e la mia mente non pensa neanche una volta a quello che mi ha fatto, perché in questo momento ho bisogno di lei, della sua spalla come supporto.
Perché lei è una parte importante della mia vita e non potrò mai cancellarla, nemmeno se lo volessi e sarà così per sempre.
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PERFETTA ILLUSIONE #Wattys2017
Teen Fiction"Perché questo dovrebbe essere l'amore: un mare di emozioni che non ha freni, e tocca a te decidere se domare le sue onde o lasciarti trasportare." Amber, una ragazza estroversa e solare, all'ultimo anno del liceo, diciassette anni, ma ne sta per co...