Ad accogliere il suo ingresso in classe furono le urla di gioia di Alya; vederla così raggiante migliorò, se possibile, ancor di più il suo umore. Da quando era venuta a conoscenza delle condizioni di salute di Marinette non era stata più la stessa, persino il suo interesse per Ladybug e Chat Noir era scemato in modo drastico, facendo preoccupare sia Adrien che Nino.
-Adrien! Adrien! - strillò vedendolo per poi corrergli incontro -Si è svegliata! - urlò con ancora più impeto saltellandogli di fronte. Lui si trattenne dal ridacchiare e finse una faccia stupita; ovviamente non poteva far trapelare in alcun modo che ne fosse già a conoscenza: come lo avrebbe spiegato?
-Ragazzi, dovremmo organizzare qualcosa per il suo ritorno a scuola, non credete? - propose Mylène dagli ultimi banchi. Un coro generale d'approvazione si diffuse velocemente per la classe e in poco tempo tutti si ritrovarono attorno alla cattedra per discuterne; le uniche rimaste in disparte furono Chloè e Sabrina, fin troppo occupate a osservarsi le unghie.
Adrien stava un po' più lontano ad ascoltare in silenzio, troppo assorto nei suoi pensieri per intromettersi nella discussione. Nino sgattaiolò lontano da Alya e poco dopo gli fu di fianco, lo guardò e poi gli rivolse un sorriso a trentadue denti prima di parlare.
-Ehi, bro- sussurrò osservandolo da capo a piedi. -Alya mi ha chiesto di accompagnarla da Marinette questo pomeriggio, tu sei de nostri?- chiese riportando l'attenzione sul suo volto.
-Mi sembra ovvio- rispose Adrien scrollando le spalle.
-Umm... In questi giorni mi sembra che tu e Marinette vi siate legati molto- constatò il suo migliore amico, teneva una mano sotto al mento e lo osservava interdetto -Non è che ti piace? - chiese a bruciapelo.
-Che? Io? No- avrebbe voluto dare una risposta più decisa, ma quello che ne uscì della sua frase gli fu persino difficile da comprendere.
-Bro, sei proprio cotto- affermò Nino, riportando poi l'attenzione sulla cattedra dove i loro compagni continuavano a discutere su cosa organizzare.
-Si nota così tanto?- chiese Adrien con le gote leggermente arrossate.
-Me ne sono accorto io, quindi immagina- ironizzò l'altro sorridendogli sornione -Comunque, dovresti dirglielo- gli sussurrò avvicinandosi al suo orecchio.
-Non vorrei approfittarmi di lei in un momento così delicato- parlò il biondo, dal tono si percepiva perfettamente quanto fosse insicuro.
-Bro, ascoltami. Devi buttarti- gli suggerì il suo migliore amico mentre con occhi sognanti osservava i movimenti di Alya.
-Forse dovresti farlo prima tu- lo sospinse Adrien, capendo il chiaro interesse del suo migliore amico verso la castana.
-Non ora, non è...- il ragazzo si fermò a pensare per qualche istante, poi riprese a parlare -il momento adatto- affermò continuando a osservare la ragazza.
-E quando lo sarà?-
-Forse tra poco o forse mai...- mormorò sovrappensiero il castano. Si riteneva un fifone, ma aveva troppa paura di chiedere di uscire ad Alya.
-Nino, devi dirglielo- affermò Adrien con convinzione. A suo parere, aspettare il momento "giusto" era come attendere che ai Caraibi scendesse la neve. Se fosse stato nella stessa situazione di Nino, non avrebbe esitato a confessare tutto a Marinette, ma il coinvolgimento di Chat Noir complicava troppo le cose tra la ragazza e il rapporto con la sua forma civile.
-No, per ora Alya non sentirà una parola uscire dalla mia bocca- continuò sicuro di sé il castano non si accorse però che la diretta interessata fosse proprio davanti a lui.
-Come mai?- chiese la nuova arrivata; aveva la testa leggermente inclinata di lato e lo fissava di sbieco.
-Ehm... Io...- balbettò Nino pensando a una scusa decente. -Oh, al diavolo- esclamò. Adrien gli diede una pacca sulla schiena come a convincerlo maggiormente di doverlo fare e, poi, si diresse verso il loro banco. -Dopo essere stati da Marinette, ti andrebbe di uscire? Intendo solo noi due- spiegò lui speranzoso; anche se dentro il suo cuore sentiva già il "no" risuonare perpetuo.
-Sì- disse immediatamente Alya prima di andare anche lei al suo posto. Nino rimase fermo in mezzo alla classe mentre la sua mente processava la risposta della ragazza. Impiegò qualche attimo per riprendersi non avendo compreso quella risposta; in poco tempo fu di nuovo davanti alla castana. -Davvero?- chiese mantenendo una certa insicurezza.
-Sì, Nino. Mi piacerebbe davvero tanto-
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Era l'ora delle visite all'ospedale, Adrien era già lì da una ventina di minuti. Camminava avanti e indietro per i corridoi dell'ospedale, l'ansia era percepibile in ogni suo gesto.
Si ripeteva di dover avere il massimo dell'autocontrollo, era preoccupato che appena l'avrebbe vista si sarebbe fiondato su di lei per baciarla e la cosa non poteva assolutamente accadere.
Marinette sentiva qualcosa per Chat Noir, non per lui; non poteva certo mandarla in confusione pe run suo gesto avventato. In realtà, in quegli ultimi minuti, doveva però ammette di non essere stato sicuro che la ragazza provasse realmente qualcosa per la sua controparte, d'altronde non avevano avuto modo di chiarire davvero i loro sentimenti.
Controllò l'orologio e si rese conto di aver passato più di venti minuti ad aspettare, l'orario delle visite quindi era già iniziato da molto. Si precipitò velocemente nella stanza di Marinette e spalancò la porta, cogliendo di sorpresa sia la ragazza che Alya seduta di fianco.
-Oh ciao, Adrien- lo salutò la castana, l'espressione che aveva sul suo volto era veramente indecifrabile. Marinett quasi si soffocò con la sua zuppa a vederlo lì, sull'uscio della porta.
-Vi lascio da soli- sussurrò Alya prima di uscire dalla stanza; l'occhiata eloquente che lanciò a Marinette sembrava dire molto di più di quello che l'altra ragazza avesse realmente compreso.
-Perfida- mormorò la ragazza prendendo un altro po' del suo pranzo, comprendendo un po' le azioni della sua migliore amica.
Nella stanza si sentì solo il rumore del cucchiaio scontrarsi con il piatto per qualche minuto; ora che erano soli in quella stanza le loro labbra erano come serrate con il lucchetto, incapaci di proferire delle parole.
-Alya mi ha detto che sei venuto a trovarmi spesso. Ti ringrazio- mormorò Marinette fattasi un po' più coraggiosa; odiava troppo quei silenzi caotici.
-Non avevo altri impegni e sono venuto volentieri a trovarti- mentì il ragazzo, consapevole di non poterle rivelare di aver mandato a monte tutti i piani di suo padre. -Alya ti ha anche detto che ora ha un appuntamento con Nino? - sviò l'argomento cercando di non far destare sospetti.
-Che cosa? - chiese sbigottita Marinette, confermando che la sua migliore amica non gli avesse neppure accennato lontanamente cosa fosse avvenuto.
-L'ha invitata oggi a scuola, davanti a tutti. Per poco non li sentiva la professoressa Bustier- ironizzò Adrien con un sorriso raggiante; fortunatamente la discussione si era spostata su qualcosa in cui non sarebbe stato costretto a mentire.
-Mi immagino la scena! Sarebbe stato esilarante- commentò Marinette.
Da lì ebbe inizio una lunga conversazione sulle figure imbarazzanti e Adrien fu felice di ascoltare tutti i momenti in cui Marinette si fosse sentita a disagio; alcuni lo fecero ridere talmente tanto da farlo arrivare alla fine del pomeriggio con gli zigomi e la pancia dolenti.
-Umm... L'orario per le visite è finito- constatò il ragazzo osservando l'orologio appeso nella parete di fronte a lui.
-Ti andrebbe di...- la corvina si fermò qualche secondo, poi prese a parlare di nuovo -di ritornare qui?- chiese timidamente.
-Certo!- rispose con convinzione lui -Attendimi con ansia.-
Dopo quella frase si allontanò dalla ragazza per andare verso la porta, in realtà fece solo finta di uscire poiché ritornò poco dopo nella stanza, sotto forma di Chat Noir.
-Ti sono mancato?- chiese cogliendo d'improvviso Marinette impegnata a rimuginare su qualcosa di cui lui era ignaro.
-Oh, niente...- mormorò lei guardandolo, all'inizio il suo sguardo gli sembrò un po' perso ma dopo divenne uno dei più dolci che avesse mai avuto modo di vedere. Si mise di fianco a lei pronto a sgattaiolare sotto le coperte, ma la porta si aprì. Con uno scatto si nascose sotto il letto sperando con tutto se stesso di non essere notato.
-Signorina, i suoi visitatori sono andati via? - chiese la voce dolce di un'infermiera. Chat Noir sentì il suono di alcune rotelle avvicinarsi a lui e comprese che fosse stata portata la cena a Marinette.
-Sì, ma non si preoccupi. Può andare- rispose in modo cortese la ragazza e la donna seguì la sua richiesta, uscendo fuori dalla stanza. Quando la porta si richiuse Marinette scoppiò in una fragorosa risata e Adrien fu sicuro che quello fosse il miglior suono che avesse mai sentito; migliore degli uccellini che cinguettano al mattino o del vento che oltrepassa impetuoso gli alberi.
-Ridi forse di me? - chiese sbucando fuori dal suo nascondiglio.
-Se avessi visto la tua faccia avresti avuto sicuramente la mia stessa reazione! Sembravi davvero un gatto spaventato- affermò la ragazza mentre si teneva la pancia per non ridere ancora; gli occhi le divennero quasi lucidi rendendola ancor più tenera.Se lui era un gatto spaventato, Marinette sembrava davvero una bambina; soprattutto per quel suo lato genuino e innocente troppo adorabile per lui.
Angolo fangirl fusa
Sorry, sorry, sorry, sorry. Avevo detto che il capitolo sarebbe uscito alle 18/19 ma poi ho avuto problemi con Wattpad e sono riuscita a completare il capitolo solo ora.
Sto pensando di creare un calendario degli aggiornamenti perché scrivere ogni giorno mi porta via tanto tempo; comunque vi farò sapere.
Mi è venuto il diabete quando scrivevo l'ultima parte.
Come al solito vi ringrazio per aver letto, commentato o messo una stellina al capitolo precedente e vi lascio con la suspense...
Nello scorso capitolo vi ho portato un po' fuoristrada dicendo che la persona dietro a Nino iniziava per C, ma è stato divertente =P (lo so sono cattiva)
A domani mie piccole tortine al cioccolato
GAIA
[Riscritto 26/07/2019]
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Con te sono me stesso
FanfictionAdrien si sente come un animale chiuso in gabbia. Suo padre gli vieta qualsiasi cosa e lui, nel tentativo di liberarsi da quelle catene, si rifugia nell'alcol. Si sente una persona peccaminosa, ma in quello stato di oblio costante è l'unica soluzion...