"Martina, insomma! Vuoi alzarti?" strilla mia madre facendomi sobbalzare.
"Mamma.. devo proprio andare a scuola?" Ribatto io lagnandomi, mentre mi rigiro sul mio letto cercando di prendere sonno nuovamente.
"Si, devi proprio! Per cui alzati!" Urla nuovamente con la sua voce stridula, mentre accorgendosi della mia non-collaborazione, tira via tutte le coperte dal mio corpo facendomi leggermente rabbrividire per la frescura entrata dalla finestra socchiusa.
"D'accordo.. adesso mi alzo! Ma smettila di urlare, ti prego." Dico io ormai arresa al fatto che non ho altra scelta se non ascoltarla.
"È così che ti voglio!" Risponde prontamente mentre a passo svelto si dirige verso la porta, per poi chiuderla alle sue spalle con un sorriso stampato in volto.
Sarebbe bello se potessi affrontare tutte le giornate come fa mia madre, lei si sveglia sempre presto, lavora sodo fino a quando non va a dormire senza sosta, e non osa mai lamentarsi. Proprio un esempio!
Io sono esattamente il contrario: amo dormire fino a tardi ed odio completamente dover svegliarmi prima delle 10 la mattina, detesto lavorare, amo ascoltare la musica e mi lamento continuamente. Non ho di sicuro preso da lei! Allora da chi avrò preso?
Magari da mio padre, ma non posso saperlo dato che lui è in non so bene quale luogo in giro per l'Italia con chissà quale altra donna.
Si, è un po' lunga come storia e non è il momento di parlarne adesso, sia perché sono in ritardo e sia perché non voglio minimamente pensarci.
Totalmente affaticata, decido di infilare i miei piedi nelle mie bellissime pantofole color cielo, per poi dirigermi in bagno nella speranza di riparare il mio orrido aspetto mattutino.
Non sembrerà a vedermi: ma io amo truccarmi. Certo, non ne abuso come molte ragazze, ma per me è un ottimo modo per poter condividere il proprio stile e modo di fare.
Per prima cosa, mi immergo totalmente nell'acqua gelida del lavandino cercando di riuscire a svegliarmi un po', fallendo naturalmente.
Una volta fatto ciò, applico al mio viso un leggero tocco di correttore: sia chiaro, io non soffro di acne, ho la pelle abbastanza scura e quindi, anche se ne soffrissi, sarebbe veramente difficile riuscire a notare i brufoli. Però non riuscirei mai e poi mai ad immaginare una vita senza correttore, poiché riesce a riparare ogni difetto della mia faccia, per quanto irreparabile sia.
Completo la mia sorta di make up delle 7:10 del mattino con uno dei miei cosmetici preferiti: l'eye-liner.
Per imparare ad applicarlo ci ho messo buona parte della mia adolescenza, ed ora posso dire che me la cavo, grazie alla mia migliore amica Federica.
Sfoggio una delle mie migliori linee per poi riempire il loro interno di un nero pece.
Per finire il tutto, raccolgo i miei capelli mori in una coda di cavallo e, dopo essermi guardata allo specchio per un tempo indefinito, decido finalmente di passare al guardaroba: ovvero la parte più disastrosa di ogni mia giornata di scuola.
Torno in camera a passo di lumaca e spalanco le portiere del mio grande armadio: che per quanto grande sia, non ha poi così tanta roba.
Siccome la mia mancanza di stile prevale sul resto del mio corpo, decido di mettere le prime cose che mi passano sotto mano: un pantalone strappato, un felpone e le mie super star. Wow Martina, tu si che ti vesti bene! Penso che un barbone qui avrebbe più senso della moda di me.
Dopo aver dato un'ultima occhiata al mio disastroso aspetto, finalmente tiro sulle spalle il mio pesante zaino e mi dirigo al piano di sotto dove mia madre mi aspetta già da un bel po'.
"Finalmente! Ti avrei data per dispersa!" Ridacchia lei incitandomi ad uscire.
"Molto divertente.." Dico io accennando una falsa risatina per la sua battuta (di pessimo gusto, chiariamo).
"A dopo amore, stai attenta e fai la brava." Mi sussurra all'orecchio lasciandomi un vasto bacio in fronte.
Mi limito ad annuire sorridendo lievemente per poi allontanarmi con le cuffiette nelle orecchie.
"Fai la brava"? Davvero mamma? Penso di saper come ci si comporta in 17 anni di vita.
Ecco perché mi rifiuto sempre di uscire con lei, pensa che sia ancora una bambina e, senza volerlo, mi mette sempre e costantemente in imbarazzo.
Ma le voglio un gran bene ugualmente.
Decido di mettere da parte i pensieri e lasciarmi cullare dalle fievoli note di "Disturbia" di Rihanna.
Ha una voce così ritmata e allo stesso tempo possente che, ogni volta rimango permanentemente blessata.
Come sempre, il pullman è in ritardo ed io sono costretta a congelare dal freddo per svariati minuti.
I posti a sedere sono sempre tutti occupati ed io, che già sono goffa di mio, non posso neanche usufruirne. Giusto perché la mia vita è un mai na gioia che non mi da tregua.
Scruto in silenzio qualsiasi individuo mi passi davanti mentre contemporaneamente controllo le notifiche dei vari social.
Ho due messaggi da parte di Fede, ma decido di guardarli una volta entrata dentro il pullman, poiché qui fuori anche i muri possiedono gli occhi. Sono pur sempre adolescenti con gli ormoni a mille.
Dopo un periodo che sembra infinito ai miei occhi, finalmente il grande veicolo giallo si fa vedere posizionandosi davanti a me.
Sono una delle prime ad entrare: e questo mi conforta incredibilmente, soffro un po' di mal d'auto e quindi mi trovo molto meglio nei primi posti, anche se mi sarei ritrovata a prenderli ugualmente dato che la maggior parte dei ragazzi prende sempre i posti in fondo perché sostengono si possa fare "casino".
Mi lascio cadere a peso morto seguita dallo zaino mentre ripongo delicatamente il cellulare dentro la tasca della giacca.
Non riempio mai il secondo posto del pullman, poiché ogni volta qualcuno si siede accanto a me data la mancanza di posti: e così è.
Un ragazzo alto, moro, capelli totalmente sparati in aria senza un senso ben preciso ed un giubbotto che copre gran parte del suo corpo si fa spazio tra i posti sobbalzando leggermente a causa del movimento del veicolo.
Solo quando si accorge che sono tutti pieni, si rivolge a me.
"Hei... s..scusa.. potrei sedermi? Io.. io non ho trovato altri posti liberi." Balbetta grattandosi il capo cercando di frenare il rossore formatasi nelle sue guance.
"Certo.." rispondo debolmente io abbassando lo sguardo, mentre faccio spazio al misterioso ragazzo che, mantenendo il suo sorrisino, si siede delicatamente di fianco a me dopo avermi scrutata da capo a piedi.
Il viaggio verso scuola continua così: nessuno apre bocca, entrambi ci scambiamo leggere occhiatine per poi posare lo sguardo altrove una volta essercene resi conto.
A quanto pare la timidezza non ha colpito soltanto me...--------------------
Hei! Ecco una nuova storia: Always.
Io spero vivamente vi piaccia, tanto come vi piace All che verrà sicuramente aggiornata a giorni.
E niente, baci.❤️
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Always. | Thomas Bocchimpani
FanfictionChe cosa succederebbe, se una giovane ragazza timida, solare e appassionata alla musica, per caso incontrasse un misterioso ragazzo con le stesse caratteristiche, durante un viaggio in pullman verso scuola?