LARA
Finiamo di sorseggiare il caffè quando squilla il mio telefono, quella suoneria inconfondibile che si sentirebbe anche a metri sotto terra. Non ricordo dove l'ho lasciato la sera precedente, quindi seguo la suoneria e alla fine: eccolo. È lì, nella borsa. Qualcosa mi dice che ieri sera il telefono è stato il mio ultimo pensiero. Lo prendo e rispondo. << Andrea, ciao. Dimmi. >> le dico con tono quasi seccato. << Lara, buongiorno, eh! Sempre di molte parole la mattina tu. - mi dice ormai rassegnata - Volevo solo chiederti se dopo potessi passare, facciamo due chiacchiere. Che ne pensi? >> mi chiede.
<< Si, va bene. Devo sbrigare delle commissioni, vengo nel pomeriggio, ok? >>
<< Non ci sono problemi, tanto io sarò al locale tutta la giornata oggi. A dopo allora. Un bacio.>> ribatte lei. << A dopo allora. Ciao. >> non mi ha concesso il tempo di salutare e il mio interlocutore diventa il bip lento e prolungato di una chiamata terminata. Ripongo il telefono sul comodino e mi dirigo in cucina; Ermal è ancora lì, con la tazzina di caffè in una mano e una sigaretta nell'altra, nel frattempo contempla il paesaggio al di fuori della finestra. Avverte la mia presenza, si gira e mi chiede: << Chi è che non può dormire a quest'ora e ti chiama già? >>. Nei suoi occhi leggo curiosità. Potrei dirgli che non era nulla di importante e provare a parlare di ciò che è successo la notte scorsa, ma a pensarci bene non sarebbe corretto nei confronti di Andrea e poi darei alla cosa più importanza di quanto forse ne ha. Opto quindi per la verità.
<< Un'amica che mi ha chiesto di vederci per due chiacchiere. >> affermo quasi sentenziosa.
<< Due chiacchiere tra amici ci stanno sempre bene. Allora forse è il caso che io mi prepari così ti lascio libera. >> dice lui. Di getto quasi senza pensarci gli dico: << Mi preparo anch'io, scendiamo insieme. >>
<< Va bene. >> ma continua a fissarmi senza dar cenno di volersi muovere. Mi chiedo il perché e, alla fine, lo chiedo anche a lui.
<< Ti serve qualcosa? >> gli chiedo con tono quasi infastidito.
<<Ehm... Effettivamente sì. La camicia, ecco. >> mi risponde lui sorridendo. Quando sono con lui divento sbadata: avevo totalmente dimenticato di averla ancora addosso. Agitandomi gli dico: << Scusa, non ci avevo pensato. Prendo un secondo una maglia e poi te la do. >>
<< Sì, ma tranquilla Lara, calmati. Poi puoi sempre togliertela qui, eh.>> sorride beffardo.
<< Simpatico, davvero. Ah, ah, ah . >> . Effettivamente Ermal non ha tutti i torti: ormai conosce il mio corpo, ma devo rimanere fredda. Torno in stanza, prendo un cambio dalla cabina armadio e riporto a lui la camicia. << Grazie. >> mi dice ed è in quel preciso momento che le nostre mani tornano a sfiorarsi ed io avverto la stessa sensazione della prima volta: una scarica.
<< Posso usare un attimo il bagno? >> mi chiede visibilmente a suo agio.
<<Certo, è alla fine del corridoio. >> spiego indicando un punto impreciso. Io mi dirigo nell'altro e quasi all'unisono usciamo dai due bagni. Siamo pronti per andare. Prendo le chiavi appoggiate all'ingresso, recupero il cellulare, la borsa e chiudo la porta alle nostre spalle. Tra di noi, scendendo le scale, avverto dell'imbarazzo che prosegue fino al portone. Stempero quella sensazione salutandolo.
<< Allora ciao, Ermal. >>asserisco quasi frettolosamente.
<< Ciao, Lara. Buona giornata... alla prossima. >>.
Le nostre strade si dividono e io ripenso a quel "Alla prossima": " Ha intenzione di rivedermi? La notte scorsa non è stata una cosa di poco conto? Fermati Lara. È un modo di dire. Non viaggiare con la fantasia, non ce n'è motivo. " Proseguo il cammino fino a quando non arrivo dal fotografo; ho bisogno di un rullino nuovo e poi una volta revisionata una piantina andrò da Andrea.
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50 sfumature di Ermal
FanfictionUn'amicizia, quella tra Lara, interior design stacanovista, e Andrea, proprietaria di un bar amante dei viaggi, che sarà la molla per avventurarsi in situazioni estranee alla protagonista. Sullo sfondo di una città d'arte, Firenze, farà la sua compa...