Waiting Night

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Premetto che la storia non l'ho scritta io, ma Ivy_Stylinson.
Detto questo, buona lettura piccoli abitanti del mondo di Wattpad!

°°°

Lena continuava a fissare il vuoto, o questo è quello che avrebbe pensato qualcuno che non la conosceva, mentre Russell sapeva di cosa si trattasse.
Si sedette vicino a lei senza chiederle il permesso, sapeva che se lo avesse fatto, lei glielo avrebbe negato.

«Loro non ti meritano.», interruppe il silenzio lui.

«Già.», rispose lei freddamente.

«Smettila. Smettila di credere che sia colpa tua.»

«Già.»

«Lena...», disse con un tono dispiaciuto, quasi di pietà.

«Già.»

«Smettila con questi cazzo di già!», sbottò lui alla fine.

«Okay.»

Il ragazzo soffriva nel vederla stare così male, e dopo un po' di silenzio, con un tono premuroso e incoraggiante disse:

«È stato davvero bello ciò che abbiamo passato, non puoi rinnegarlo solo perché è finita male. Quei ricordi, tutti quei bellissimi sorrisi sono tuoi, sono nella tua memoria, non importa come sia finita.»

Lena continuava a fissare il vuoto: non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. Senza dire niente fece cenno di un sorriso mentre una lacrima scendeva e le rigava il volto.

«Scusami. È stata colpa mia...Io non-», cercava di formulare una frase tra i vari singhiozzi, ma a Russell non importava, infatti prima che potesse finire di parlare, lui le avvolse un braccio attorno alle spalle e poi la fece stendere sul suo torace.

«Ho paura.», disse rapida Lena, «Ora che non ci sei più, non so come affrontare questa merda di mondo.»

«Io ci sarò sempre per te.», disse dopo averle dato un piccolo bacio sulla nuca.
Lena cominciò a piangere.

«Ti p-prego...torna, torna qui. Non ce la posso fare da sola.»

«Lo sai che non posso...Ma sarò qui quando ne avrai bisogno.»

«No, no, no, no. Ho bisogno che tu sia con me sempre.», replicò piagnucolando, anche se sapeva che ciò che voleva non avrebbe potuto avverarsi.

Russell le strinse forte le mani e le sorrise dolcemente. Voleva, doveva infonderle coraggio.

«Mi sa che ora devi andare.», disse lui con gli occhi lucidi.

«No...Ti prego, fammi restare un altro po'.»

«È tardi, Lena, coraggio. Ci vediamo dopo.»

Lena si svegliò di soprassalto con il cuore che andava a mille, come se volesse scoppiare, e forse in fondo sperava che accadesse.
Perdonami, Russell, è solo colpa mia.
Si voltò di colpo, le era sembrato che qualcuno le avesse toccato la spalla, ma lì non c'era nessuno.

Lena socchiuse gli occhi per ricordare.
Rammentava quella sera quando bevette troppo, Russell era andato a prenderla per portarla a casa.
Ricordava quando lei cercò di scappare, e poi il bianco. Le luci dell'auto che la investì.
Rammentava anche il suo risveglio in ospedale, il sorriso dei suoi genitori quando videro che era sana e salva, felici che il trapianto di cuore proposto da Russell avesse funzionato.
E ricordava benissimo l'urlo gelido che emanò in ospedale quando venne a sapere che l'unica persona di cui aveva veramente bisogno per vivere, aveva dato la sua vita per salvarla.

Ora lei e Russell potevano incontrarsi solo di notte, quando Lena chiudeva gli occhi la sera e sperava sempre di non riaprirli più la mattina dopo.

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