Lunedì ore 8.00
Come da rito mattutino Carlo, con la sua borsa tracolla blu, si dirigeva al bar proprio di fronte il negozio in cui lavorava. Era un luogo elegante, animato oltre che dagli sbuffi della macchinetta del caffè, anche da una musica soft che rendeva l'intero ambiente accogliente e piacevole. Lui preferiva stare seduto fuori, gli amplificatori esterni permettevano di ascoltare quella piacevole musica, prese posto ad uno dei tavoli, a quell'ora, le otto del mattino, erano ancora tutti liberi. La cameriera una brunetta tutto pepe vide il suo cliente abituale prendere posto all'esterno e con passo svelto va da lui per prendere la comanda,
<< Carlo carissimo buongiorno, che prendi>>
<< ciao Barbara, un caffè e una brioche grazie>>
La ragazza non scrisse nemmeno l'ordinazione, era quella che il ragazzo prendeva tutti i giorni che faceva quel turno di mattina, si limitò ad annuire e a riferire il tutto al banconista. Carlo invece iniziò a smanettare col suo cellulare sul vari social, fino a quando non arrivò lui, un uomo sui trentacinque circa, dal ciuffo biondo e ribelle, dalla pelle chiara colorata da una leggera barbetta, e due occhi verdi da lasciare senza fiato per via del suo sguardo, coperti da un paio di wayfarer neri. Carlo non riusciva a non guardarlo, il suo stile il suo modo di fare lo affascinava, quel giorno poi indossava una camicia bianca, che lasciava intravedere le forme del suo fisico tonico, le maniche arrotolate sulle braccia e su un polso un paio di bracciali firmati e sull'altro un orologio, un "casio" digitale, ed un portadocumenti sottobraccio color cuio. Di lui sapeva solo dove lavorava, una gioielleria ad un isolato di distanza dal proprio negozio, lo guardava di sottecchi mentre faceva finta di guardare il cellulare, lo seguiva con lo sguardo mentre anche l'uomo prendeva posto ad uno di quei tavolini, e come sempre lo vedeva estrarre un libro differente ogni settimana da quel portadocumenti che portava sempre con sé. Quel giorno stava leggendo "il codice da Vinci" di Dan Brown, un pò vecchiotto pensò Carlo ma era comunque un piacere guardarlo mentre si perdeva nei suoi libri e sorseggiare come di consueto il suo caffè lungo in tazza grande. Non alzava mai lo sguardo, non guardava mai il suo cellulare di tanto in tanto guardava il suo orologio assicurandosi di non far tardi a lavoro. Barbara la cameriera interruppe il suo campo visivo porgendo a Carlo che era quasi infastidito per di non riuscire a vederlo , la sua colazione,
<<grazie Barbara....>>
<<niente carissimo>>
Disse la brunetta tornando dentro, Carlo invece prese a sorseggiare il caffè e mangiare la brioche mentre osservava di tanto in tanto quel uomo che immobile leggeva il suo libro, lo vedeva sfogliare le pagine in modo abbastanza accelerato era molto veloce con la lettura infatti ne leggeva uno diverso ogni settimana, e sembrava anche molto geloso di quei libri, non ostante fosse rapido a finirli a fine settimana erano come nuovi, non una piega o macchia, perfetti. Lo vide dopo qualche minuto consultare il suo orologio e con modo elegante e calmo tirò fuori dal suo portafoglio un paio di euro che lasciò sul tavolo e rimettendo il libro nel suo portadocumenti si alzò dicendo a gran voce senza essere volgare o fastidioso
<<ciao Barbie a domani....>>
<<ciao caro a domani>> disse Barbara gesticolando un saluto.
Erano le 8.50 e anche Carlo si alzò, la vita in centro da lì a poco sarebbe iniziata a pieno ritmo.Giovedì ore 8.00
Quella mattina il tempo era piovoso Carlo, si dirigeva come sempre verso il bar, coperto dal suo ombrello e con in spalla la sua tracolla notò le sedie dei tavoli all'esterno gocciolanti pur essendo sovrastate dagli ombrelloni, entrò e questa volta si sedette all'interno, i tavoli dentro erano solo cinque, collegati per un lato da una lunga panca dal morbido rivestimento e dall'altro lato una sedia per ogni tavolo. Carlo prese posto e dopo aver ordinato la colazione, prese il cellulare e con fare distratto scorreva la bacheca di Facebook,
<<buongiorno....>>
Si sentì una voce calda, era la sua, Carlo alzò lo sguardo di scatto e un sorriso gli si dipinse in volto, involontariamente, inconsciamente, lo seguì con lo sguardo come era solito fare,il ragazzo chiuse l'ombrello e con gli abiti un pò bagnati, facendo intravedere il fisico tonico e roseo, si sedette proprio al tavolo vicino al suo, e come di consueto tirò fuori dal suo portadocumenti un libro, lo stesso che aveva lunedì ancora intonso. Carlo cercando di essere discreto lo osservava era un piacere per lui averlo accanto, assaporare la sua essenza, il suo odore, il moto in cui si massaggiava il mento mentre leggeva
<<ecco a te Carlo....>> disse Barbara con disinvoltura mentre serviva al tavolo la colazione a quest'ultimo, il quale sobbalzò, era completamente preso dalla visione di quel biondo che gli sedeva accanto, nessuno sapeva delle sue tendenze sessuali, con cui conviveva da molto tempo ormai, ha sempre cercato di nascondersi, di nascondere la propria natura per non deludere nessuno, ed il fatto di provare qualcosa per qualcuno lo lacerava dentro visto che non poteva ne dirlo ne ostentarlo,
<<grazie Barbara sempre molto gentile e delicata>> disse Carlo ironico, e la cameriera rispose con una smorfia accompagnata da un sorriso, iniziò poi a sorseggiare il caffè dopo averlo addolcito con due bustine di zucchero, e dopo aver posato la tazza sul piattino si girò verso l'uomo accanto così, per riflesso, e ciò che vide lo pietrificò, gli tolse il fiato, quell'uomo dal ciuffo biondo e bagnato, i suoi profondissimi occhi verdi lo stavano guardando e la sua bocca dalle labbra lievemente carnose erano curve in un sorriso che lasciava intravvedere i suoi denti bianchi, sembrava stesse per dirgli qualcosa ma si interruppe immediatamente per via del cellulare nel portadocumenti che prese a suonare, come una campana che rompeva il più bello dei silenzi, il ragazzo lo recuperò e rispose, Carlo riuscì a leggere il nome sullo schermo, Dodo, era il nome della gioielleria dove lavorava l'uomo
<< pronto.... si ok.... ok è meglio che venga io arrivo.... arrivo ciao>> rimise il cellulare nel portadocumenti lasciò come sempre due euro sul tavolo e salutò frettolosamente i presenti con un generico
<< buona giornata....>> e prendendo l'ombrello raggiunse di corsa la gioielleria in cui lavorava. Carlo rimase in silenzio tutto il tempo, quello sguardo perso su di lui andò a finire quasi subito dopo sulla panca, qualcosa catturò il suo sguardo, un libro, il libro che il biondo stava leggendo, con molta calma allungò la mano e lo prese, come un ladro iniziò a sfogliarlo e come un amante lo appoggiò al petto sentendone la consistenza e assaporandone l'odore, non vedeva l'ora di restituirglielo.

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L'ora che preferisco
RomanceÈ la storia di Carlo, 25 anni, commesso in un negozio d'abbigliamento e Giacomo, 34 anni, responsabile di un brand di gioielli, uniti dal interesse per i libri e non solo.... L'amore è libertà, libertà di amare chi si vuole.