5. (21 agosto)

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«Allora, novità?» Cook si affacciò nella hall lanciando un'occhiata interrogativa a Lee e Sarah, trovandoli entrambi con la testa china sopra ad un piccolo cumulo di fogli sparsi.

«I risultati dell'esame autoptico sono inconcludenti» rispose il detective, sollevando una delle pagine per poter leggere meglio. «I corpi erano in uno stato di decomposizione troppo avanzato per poter identificare eventuali ferite superficiali, o ecchimosi. Non sono riusciti neanche a compiere i test tossicologici di base sui tessuti» sospirò, portandosi indice e pollice della mano destra all'attaccatura del naso, in un modo di frustrazione. «Ma non sono state rinvenute tracce di traumi interni che possano spiegare il decesso.»

Alle sue spalle, su una piccola mensola scura, il fax riprese a emettere un suono stridulo.

Una nuova pagina venne sollevata dal cassetto superiore e fatta entrare nel macchinario, che iniziò a trascrivere le informazioni.

«Meraviglioso...» commentò Cook, scuotendo la testa. «Quindi cosa facciamo, adesso? Tiriamo a indovinare?»

Lee alzò gli occhi su di lui, cercando di rimanere calmo. Non era contento quanto l'altro dei risultati ottenuti dalla scientifica, ma fare della facile ironia non li avrebbe aiutati.

«Penso che dovreste andare a Shraigralf» si intromise Sarah, con voce agitata, passando il fax appena ricevuto al detective. Lui lo lesse velocemente, sul viso un'espressione sempre più rinfrancata.

«Sì, dobbiamo decisamente andare a Shraigralf» sussurrò, sorridendo affabilmente alla donna e iniziando a raccogliere i vari fogli sparsi sul bancone.

«Shraigralf Acre?» domandò Ross, inclinando la testa da un lato.

Il detective si limitò ad annuire, continuando a radunare le carte.

«Ma si trova a più di due ore di viaggio da qui! Che dovremmo andare a fare, fino a Shraigralf Acre?» protestò Cook, immaginando le rimostranze degli abitanti - che sicuramente iniziavano a radunarsi nella piazza centrale - nel vedere l'unico poliziotto in città diretto in un altro distretto.

«Andiamo a trovare Isabelle Bentley e June Wilkerson» rispose Lee, sbrigativo.

«Chi?» ribatté l'altro con voce acuta, corrugando la fronte.

«Rispettivamente, la vedova di Clayton Strong e di Marvin Simmons» spiegò il detective, compattando la fila di fogli che stringeva tra le mani. «I nostri sconosciuti della collina.»

«Sono riusciti a ripulire i documenti?» si stupì Ross, mentre alle spalle del detective Sarah annuiva con forza, sul viso un'espressione sospesa tra l'incredulità e la soddisfazione.

Lee si portò i fogli al petto, aggirando il bancone. Si diresse con pochi rapidi passi alla porta, fermandosi solo quando si accorse che gli altri due non si erano mossi dalla loro posizione.

«Allora?» li incalzò, spostandosi in carico di carta sul braccio destro in modo da poter usare il sinistro per far loro segno di sbrigarsi. «Se non volete venire non importa. Ma in quel caso ho comunque bisogno di un passaggio fino alla stazione.»

I due si guardarono per qualche secondo, le sopracciglia alzate.

«Sarah, pensi di riuscire a gestire i "danni collaterali da Sally Oliver" da sola?» le domandò Cook. La donna fece cenno di sì con la testa. «Okay...» si arrese il guardiacaccia. «Ma chiama Paul e Sid e di' loro di andare in piazza. Ho un brutto presentimento.»

The Strangers - thrillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora