Capitolo 2:

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Lauren
I miei film mentali nutriti dalla mia fervida immaginazione su Kate vengono interrotti dalla voce aspra e inviperita di Melanie.
"Ehi tu, si proprio tu, brutta infame che non sei altro, guardami bene in faccia! Ci è mancato poco perché mi rompessi il naso, invertita che non sei altro. Questa...questa me la pagherai molto cara, stanne certa! Guardati sempre le spalle d'ora in poi, sono tutti dalla mia parte sappilo." esclama farfugliando dalla troppa rabbia. Stanca e rassegnata continuo a fissare il pavimento, cercando di evitare ogni ulteriore scontro, così si leva di torno tirandomi uno spintone con la spalla.
Non appena la sua figura scompare dalla mia vista, Brian ed io scoppiamo a ridere ripensando all'enorme figura del suo naso che ha ormai assunto la forma di una patata enorme!
Melanie, Jasmin e Grace sono le leader dell'omofobia di questa scuola, essendo cheerleader e quindi le più popolari e volute qua dentro, ciò che esce dalle loro bocche spietate è oro colato. Trovano molto allettante e soddisfacente prendere in giro persone come me e Brian, dandoci dei "diversi" rispetto al resto della scuola, sentendosi superiori a noi in tutto e per tutto. Io non ho mai pensato, nemmeno per un istante, di poter essere diversa dagli altri; ma purtroppo di persone con la mentalità chiusa come la loro è pieno in questa società. Quelle oche sono anche le migliori amiche di Kate, che fa a sua volta per di quella parte di ragazzi, nonostante non sia come loro, o almeno secondo il mio pensiero. Tutti gli altri non fanno altro che pensarla come una sgualdrina insensibile, ma nella mia mente lei è diversa, migliore e detesto le persone che giudicano senza sapere. Chi è questa Kate di cui tanto parlo?!
Beh, lei è la personificazione della bellezza. È...è... non trovo parole per descriverla, è letteralmente STUPENDA, ma nemmeno questa parola le rende giustizia. Ciò che provo per lei è un mix d'amore e stranezza che non potrebbe essere spiegato nemmeno con milioni di parole.
"Strano che Melanie non fosse con Kate, di solito si comportano come se fossero indispensabili l'una per la sopravvivenza dell'altra, le gemelline perfette." dice Brian, con una punta di veleno sulla lingua, interrompendo nuovamente i miei pensieri.
"Chissà, magari le sarà capitato qualcosa, oppure avrà finalmente capito da chi è circondata." Continua, aspettandosi un mio qualsiasi segno di vita, ma è così bello fantasticare su di lei che è difficile fermare la mia mente che corre su sogni che mai si realizzeranno.
"Mh non lo credo possibile, sai? Penso che sia semplicemente a divertirsi con uno dei suoi tanti amichetti." Esclamo, facendo allo stesso tempo finta di essere divertita, ma al solo pensiero tutto ciò mi fa rabbrividire. È vero, sono gelosa di lei, è una cosa che mi giunge spontanea dallo stomaco che vibra ogni volta che provano a nominarla. D'altra parte però, non posso farci niente, io sono lesbica e lei è etero. Io sono un fallimento e lei è uno splendore. Io sono semplicemente niente e lei è semplicemente tutto...almeno per me, lo è. Perciò devo mettermi in testa che certi amori sono semplicemente impossibili, il lieto fine è destinato ai protagonisti della vita meno sfigati di me...
"Dai smetti di pensare a Kate!" Brian mi stupisce sempre, con un solo sguardo riesce a capire subito a cosa sto pensando, ma io faccio finta di niente, negando il tutto.
"Su dai, ti conoscerò!? Capisco perfettamente quando stai pensando a lei, mi basta guardare la tua espressione, così sdolcinata da farmi venire la nausea!" Dice dandomi una leggera gomitata e con il classico sorrisetto da "so tutto io".
"E va bene hai ragione, cosa ci posso fare... è più forte di me."
"So io cosa dovresti fare, trovare il momento giusto e parlarle, anche attraverso un semplice "ciao". Non puoi continuare a vivere nascosta solo per paura di cadere in basso, sai che tanto io sarei sempre lì con te."
Brian ha ragione, non posso continuare a tenermi tutto dentro, sennò così finirò per esplodere!
"D'altronde è da un po' che provi queste cose per lei." Continua Brian insistendo, per il mio bene, ovviamente. Così annuisco e lui mi sorride. Il suo è il sorriso più dolce che abbia mai visto finora e che nessuno mi abbia mai rivolto finora. Senza lui sarei letteralmente persa nel tunnel oscuro e inesorabile della vita.

Entro in casa e vedo mia mamma piangere sul divano e mio padre che, appena mi vede, urla :" Tu, vai subito in camera tua! Senza dire una sola parola, non azzardarti nemmeno!"
"M-ma c-cosa ha la mamma? Perché è..." Chiedo con un filo di voce ed una lacrima che mi riga la guancia.
"Non sono affari tuoi Lauren, vai in camera tua e vedi di star ben zitta, che sei riuscita in così poco a distruggere tutto!"
Dopo questo corro in camera a rifugiarmi in sola compagnia delle mille lacrime che scorrono inesorabili sulle mie guance, quasi le volessero far affondare di dolore. Vorrei scendere per salvare in qualche modo mia mamma da quel mostro, ma le gambe sembrano non rispondere più ai comandi, riesco solo a piangere, singhiozzare e respirare, a malapena.
Sono passati dieci minuti e le lacrime non hanno ancora smesso di bagnarmi gli occhi e l'anima.
Non mi aspettavo davvero tutto ciò da mio padre, dalla persona che mi ha cresciuta e amata, almeno fino a pochi mesi fa...
Ultimamente il clima in casa mia non è dei migliori, i miei genitori non fanno altro che litigare da quando, circa un mese fa, ho dichiarato di essere lesbica. Da lì sono iniziati i litigi e penso che mio padre infierisca anche su mia madre, lo noto anche se lei non fa altro che negare per evitare di ferirmi ancor di più. Poverina, mi dispiace, è tutta colpa mia...
Dopo aver sentito la porta di casa sbattere mi precipito al piano di sotto in cerca di mia madre. La vedo poi sui fornelli intenta a prepararmi qualcosa per pranzare, con tutta la normalità di cui è capace.
Mi avvicino e dico:" Mamma m-ma cosa è successo? Ti ha picchiata di nuovo?!" Le parole escono a stento dalla mia bocca, asciutta e impaurita.
"N-no amore tranquilla. Apparecchia tavola che mangiamo qualcosa." Dice, cercando di sviare il discorso come fa sempre, ma io insisto :" No mamma, io non accetto che papà ti tratti in questo modo. Uffa è tutta colpa mia e non tua, dovrebbe prendersela con me, di certo non con te! Che picchi me la prossima volta, sono io quella sbagliata, colei che non considera più sua figlia solo per la sua natura sessuale."
"Lauren non è affatto colpa tua, questo te lo devi mettere ben in testa. Non è colpa tua se ti piacciono le ragazze al posto dei ragazzi, non è colpa tua e non devi nasconderti per questo. Devi essere fiera di ciò che sei, perché non c'è niente di male. Sono loro, quelli che ti prendono in giro e che non ti accettano, a doversi vergognare e che farebbero meglio a nascondersi..." A quel punto la interrompo abbracciandola forte, non so come farei senza di lei. Lei è la donna che voglio diventare, la mia roccia.
Ha ragione.
Non devo vergognarmi.
Non devo nascondere me stessa solo per paura del giudizio degli altri.
Non
Devo
Vergognarmi
Di
Essere
Me
Stessa.
Continuo a ripetere questa frase, e lo farò ogni volta che penserò di non essere adatta o giusta per questo mondo.

Mentre mangio continuo a pensare a quanto sia amata da mia madre, che si tiene tutto dentro per non farmi soffrire. So benissimo che mio padre la picchia solo perché lei approva il mio essere e lui no, dice che è solo una fase e altre sciocchezze del genere... in poche parole non accetta che la sua unica figlia possa essere lesbica, non accetta il fatto che io non avrò mai un marito, mai un uomo al mio fianco e cerca in tutti i modi di farmi cambiare idea. Ma non capisce che questa è natura, non è un mio semplice capriccio. Non augurerei a nessuno una vita costellata da disprezzo altrui e rifiuto per una cosa di cui non hai alcuna colpa. Ma il vero problema è che lui lo sa perfettamente, ma evidentemente preferisce la sua "soddisfazione" alla mia felicità e a quella di mia madre.
La maltratta perché pensa che così io possa cambiare, ma niente può far cambiare la natura di un essere umano. L'unica cosa che ottiene è far soffrire me e mia madre che sta cadendo letteralmente a pezzi, anche se non lo dà molto a vedere. Mi dice sempre che i suoi lividi sono dati dai lavori in giardino o dal fatto che, essendo sempre sovrappensiero, cade spesso; ma io sono consapevole che non è così, infatti il mio unico desiderio è di andarmene da tutta questa merda e trasferirmi in un altro paese, insieme a mia mamma ovviamente.

Spazio autrice:
Ciao a tutti, sono martina, l'unica autrice di questo libro. Spero che per ora vi sia piaciuto. A breve pubblicherò altri capitoli. Buona lettura😘😘

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