Anima spaventata

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Yuuri diede di nuovo un'occhiata al risultato del test che teneva tra pollice e indice. Fissava con occhi sbarrati le due linee blu e quel numero di mesi.
Come aveva potuto essere così incosciente da pensare di non restare incinto se non usavano altro contraccettivo se non il preservativo?
Iniziò a tremargli la mano finché non gli scivolo dalle dita lo stick cadendo ai suoi piedi. Un senso di nausea lo colse e non sapeva se era per la gravidanza o per i risultati del test, fatto sta che aveva rimesso tutto ciò che aveva mangiato poco prima.
Di una cosa era certo, e su questo non aveva dubbi: se Victor fosse venuto a saperlo non gli avrebbe mai permesso di esibirsi e lui non voleva.

"Cosa faccio?! " pensò Yuuri, seduto a terra con la schiena appoggiata al muro, scostando con la mano alcune ciocche attaccate alla fronte.
Alzò gli occhi al cielo e fu istintivo per lui toccarsi la pancia: c'era una piccola vita lì dentro che aveva preso da Victor.

Ma non riusciva a godersi il momento, pensando sempre a come avrebbe reagito il compagno: non poteva dirgli nulla e, per quanto lui odiasse mentire, avrebbe tenuto questo segreto fino alla fine dell'esibizione.

"Che casino..." mormorò, tirandosi quasi i capelli, teso: non c'era una parte del suo corpo rilassata, in quel momento.
Il telefonino squillò improvvisamente, con insistenza: non poteva chiedere medicina migliore per i suoi nervi tesi e la sua mente annebbiata dalla paura.
Si agito sentendolo vibrare nella tasca della giacca e, non riuscendo più ad ascoltare quella suoneria in loop, lo estrasse, gli tremavano le mani e la testa gli girava cosi forte da sentirsi svenire: era normale sentirsi così durante la gravidanza?
Controllò il display e, dalla paura, il telefonino gli scivolò dalle mani cadendogli in grembo.

"Merda, è Victor!" esclamò flebile, ancora la gola in fiamme per il reflusso degli acidi.
Per quanto schifo gli facesse l'idea, si sciacquò la bocca con dell'acqua per poter dare un tono decente alla sua voce.
Intanto il telefono non aveva mai smesso di vibrare: Victor doveva essere molto preoccupato per lui, se rimaneva in linea per così tanto tempo senza ricevere risposta.
Yuuri appoggiò la schiena contro il muro, prima di scivolare per terra notando che il gelo del pavimento lo faceva stare un po' meglio.
Si schiarì la voce, cercando di calmarsi quando rispose al telefono: "P-pronto?"

"Ah, Yuuri! Finalmente rispondi, dove sei finito? Non rispondi ai messaggi, a casa ho suonato ma non mi ha aperto nessuno, lo studio era chiuso e, comunque, non c'eri e, quindi, mi stavo preoccupando e..." di tutto quel turbine di parole, il corvino ne capí solo la metà, troppo concentrato a non riavere un altro conato proprio mentre il compagno era in linea.

"V-Victor..." niente, non ce la faceva a rendere la sua voce chiara e limpida come era di solito, ma non si perse d'animo "Sto bene, adesso arrivo" provò a rialzarsi, ma l'aver rimesso due volte nella stessa mattinata lo aveva prosciugato di ogni energia.

Scivolò a terra con un tonfo, gemendo a bassa voce per il dolore.

"Yuuri? Yuuri, ti senti bene?? Ti prego dimmi dove sei, vengo io a prenderti" il tono premuroso del compagno, rilassò il corvino e lo fece sentire al sicuro, ma si sentì così male per lui.

"Sono nei bagni, quelli vicini al parco" sussurrò stanco.

"Ho capito, arrivo subito, aspettami lì" riattaccò due secondi dopo, senza dare possibilità a Yuuri di rispondere.

Il corvino abbassò la cornetta del dispositivo lentamente, per poi poggiare la mano sulle gambe.

E adesso?

Non poteva raccontargli della sua condizione per adesso, avrebbero perso la loro opportunità di danzare insieme.

E poi, se doveva essere sincero, aveva paura. Una paura che gli scosse le membra del proprio corpo, assalendolo di mille dubbi: ce la farò da solo? Farà così male? Che sintomi ci sono durante la gravidanza? Devo prendere delle medicine, per evitare rischi? E i soppressori devo smettere di prenderli? E se Victor se ne accorge?

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