mirror

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"Kookie..."

No.

"Hey! Dovrei..."

No.

"Jungkook, ascolta."

Così va bene.

"Jungkook, ascolta. Onestamente non ti capisco. Non ti ho mai capito e ogni giorno ti capisco di meno. Ma, allo stesso tempo, ho una costante voglia di sapere cosa succede in quella piccola testa di cocco che ti ritrovi. No! No, aspetta, non andare via. Io non ho finito, anzi, ho appena iniziato. Puoi aspettare che finisca, per una volta? Almeno oggi, ti prego.
Grazie, Jungkook. Ho tante domande da farti. Voglio fartele tutte, e poi, quando saranno finite, potrai rispondermi se vorrai. Certo, se non vuoi, non importa. Aspetterò che tu sia pronto. Forse aspetterò per sempre.
Il per sempre non esiste, dici? Sì, hai ragione. Ma, Jungkook, ogni giorno che passo con te, per me, è un piccolo per sempre. E vivo, respiro, sorrido, per questi nostri per sempre. Per sempre che in realtà nostri non sono, ma sono solo miei. Perché non esiste un noi. Non esiste niente di nostro.
Ma questa è solo una futile informazione. Non è questo che sono venuto a dirti. Come ti ho detto, ho delle domande. Per esempio, Jungkook, perché non sei mai te stesso? Lo vedo, sai? Lo vedo come cambi quando sei con Loro. E vedo come sei con me. E vedo come mi guardi dispiaciuto quando ti prendi gioco di me. E anche se ridi a crepapelle indicando la mia figura, io lo vedo che non ti diverti. E allora perché lo fai, Jungkook?  Ci sono tanti modi per divertirsi.
Puoi fare quello che vuoi? Non sono affari miei? No, no Jungkook. Non puoi fare quello che vuoi se questo ti porterà a distruggere te stesso e il prossimo. Non parlo di me in particolare. Sai quanto frega, a me, di me?  E sì, Jungkook, sono affari miei da quando hai deciso di entrare come un uragano nella mia vita, sconvolgendo quella che era la mia tranquilla quotidianità, senza uscirne più. 
E perché, Jungkook, poi mi vieni a chiedere scusa in bagno? Quando nessuno può sentirti? Ti vergogni di me? O forse ti vergogni di te stesso? Guardami, Jungkook. Voglio che incateni lo sguardo al mio e mi dici cosa ti fa così tanta paura da spingerti a nasconderti dietro una maschera. Sono Loro a spaventarti? Hai paura ndi diventare emarginato e solo e chiuso e ignorato e fallito? Hai paura di diventare come me?
E perché Jungkook ti fai male? Cosa sono quelli, Jungkook?  Tu sei accettato. Tu sei amato. Desiderato. Invidiato. E allora perché porti sul corpo i segni della mia stessa battaglia? Perché, se la guerra l'hai già vinta?
È inutile che ti tiri ancora giù le maniche, tanto li ho già visti. E ti ho chiesto di starmi a sentire.  Non costringermi ad afferrarti per il polso, so quanto brucia. Non voglio farti male. Lo fai già da solo. Posso continuare? Grazie. Sono l'unico a vedere il tuo corpo urlare basta, basta, non ne posso più? Sono forse tutti ciechi?
Tu come ci vedi, Jungkook? Io lo so che tu vedi bene. So anche che hai scelto da solo di bendarti. E non riesco nemmeno a pensare al motivo. Non credi che i colori siano bellissimi? Io li trovo bellissimi. Come trovo bellissimi i suoni. Ma tu hai deciso anche di tapparti le orecchie. Pensa a chi vuole vedere ma non può farlo, e bendato ci rimarrà per sempre. Pensa a chi vuole sentire, ma nessun suono potrà sorprenderlo o incantarlo o farlo innamorare.
Ti sto annoiando, Jungkook? Scusami, non voglio farti perdere tempo, sarò veloce. Sarò diretto.
Perché accarezzi il mio corpo con gli occhi, Jungkook? Pensavi non me ne fossi accorto? Scusa, ma io ho deciso di non bendarmi. Per caso, tu, mi vuoi? Vuoi sfiorarmi? Vuoi toccarmi? Vuoi sentire la morbidezza delle mie labbra quanto io voglio sentire la dolcezza delle tue? Ma io sono qui. Devi solo prendere la mia mano e sussurrarmi che mi vuoi. Devi solo... solo afferrarla. Solo tirarmi a te. Solo stringermi. Solo per un attimo.
Perché stai arrossendo? Ci ho azzeccato? Lo trovo divertente. Lo trovo triste. Sono indeciso, e tu? Mh? Sì, lo penso anche io..
Jungkook.. Jungkook, io ti amo. E tu? Tu mi ami? Ti sei innamorato di me quella sera di giugno proprio come è successo a me? Dopotutto è dal giorno dopo che hai iniziato ad allontanarmi.
Era alto quel palazzo, eh? Era calda quella notte, eh? Era bello il cielo, eh? E ti ricordi delle stelle? Come brillavano? Sembravano essere lì per noi. Tutte vicine per vedere due piccoli omini seduti vicini su un cornicione, a consumare, finalmente, il loro amore per troppo tempo trattenuto. So che te lo ricordi.
Io a questo punto avrei finito. Ti prego, ora, metti da parte il tuo orgoglio e la tua popolarità. Metti da parte i tuoi amici e la tua nuova vita, onestamente, del cazzo. Metti da parte tutto e pensa a me. A quello che siamo stati e a quello che avremmo potuto essere. O potremmo, essere. Non ti dispiace nemmeno un po'? Neanche per un attimo? Non senti anche tu il bruciore delle lacrime pizzicarti gli occhi? Oh.. sto piangendo di nuovo, Jungkook, per te. Asciugherai le mie lacrime stavolta? Porterai via la mia tristezza? Io voglio stare con te, Jungkook. Non riesco più a vivere da solo...

Il suono di una porta che si apriva fece distogliere a Jimin lo sguardo dal suo riflesso, interrompendo anche il flusso dei suoi pensieri.

"Volevi parlarmi?" chiese il ragazzo alto, guardandolo.

Il più basso prese un grande respiro. "Jungkook, ascolta.." le sue gambe iniziarono a tremare mentre si mordicchiava il labbro nervosamente.

"Sto aspettando"

Alzò gli occhi su di lui. "Onestamente non..." il cuore iniziò a martellargli nel petto quando i loro sguardi si incatenarono. "...non ho fatto i compiti di storia, potresti passarmeli?" disse velocemente, lasciando che tutto il coraggio accumulato scivolasse via dal suo corpo.

"Mi hai fatto venire qua per questa cazzata? Santo cielo Park, arrangiati" sputò acido il ragazzo, lasciandolo di nuovo solo.

Jimin guardò la sua immagine riflessa, con un sorriso triste ad increspargli le labbra.

"Scusa, sono un codardo, sarà per la prossima volta.." sussurrò a sé stesso, uscendo dal bagno.

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