Aprì gli occhi su delle tende che fluttuavano nell'aria. Erano bianche e candide, leggere come ali di fata. Un flash si insinuò dietro alle palpebre addormentate di Clary, come un lampo nel cielo. Qualcos'altro di candido e soffice e leggero, come petali di soffione. I suoi capelli. I capelli ai quali la sera prima si era aggrappata, che aveva tirato, facendoci affondare le dita dentro. I ricordi cominciarono ad investire la sua mente appena sveglia e il senso di disgusto si fece largo dentro di lei. Si sentiva sporca e sudicia per le cose che aveva fatto. Soprattutto per le cose che aveva desiderato fare insieme a lui. A Sebastian. A suo fratello.
Si liberò dalle coperte osservando le sue mani. Erano coperte di un liquido argenteo. Si alzò con i muscoli doloranti e raggiunse il bagno. Nello specchio si vide per la prima volta da ieri sera. Aveva il trucco sbavato, il mascara le era colato, delle occhiaie bluastre a sottolineare gli occhi, e il viso pallido e pieno di tracce di quel liquido argentato, che le copriva anche quel groviglio di nodi che erano i suoi capelli. Il suo vestito sapeva di fumo e alcol, proprio come lei. Clary si voltò disgustata e piena di vergogna per quello che vide. Tolse il vestito e lo buttò per terra insieme alla biancheria, ed entrò in doccia. Si immerse sotto al getto d'acqua calda e cominciò a strofinarsi la pelle e i capelli più e più volte per lavare via la sporcizia. Peccato che il calore così confortante non potesse in alcun modo lavare via i sentimenti contrastanti del suo cuore.
Pensò a Jace, a come l'avrebbe guardata se avesse saputo quello che aveva fatto, a sua madre, a Luke, a Simon, a Izzy, Alec, Magnus. Ne sarebbero stati disgustati. E lo era anche lei, ma non del tutto. Questa era la cosa grave. Una parte di lei, non sapeva quanto grande ed importante, aveva desiderato tutto quello, lo aveva bramato ed agognato solo nei suoi pensieri più bui e profondi. E questo la spaventava a morte. Lei non era come suo fratello. Non era come lui.
Aprì la porta della doccia e allungò il bracciò, afferrando il vuoto. Sovrapensiero com'era Clary temette di essersi dimenticata di prendere l'accappatoio. Eppure ricordava di averlo preparato... Scostò leggermente la porta, abbastanza da farci sbucare la testa, e guardò fuori. Per poco non scivolò dalla spavento. Lì nel bagno di fronte a lei c'era Sebastian. Il sorriso come la lama di un rasoio, teneva qualcosa nella mano destra. Qualcosa di bianco e voluminoso.
Il suo peggiore incubo che si materializzava lì davanti a lei. Si vedeva lontano un miglio che aveva in mente qualcosa. Ma decise di non mostrare debolezza. Afferrò la maniglia della doccia con tanta forza che le nocche le divennero bianche, stando sempre attenta a coprire tutto il suo corpo dietro al vetro appannato. In quel momento fu grata di essere tanto piccola.
"Che ci fai qui dentro?" gli domandò irritata e arrabbiata.
Lui la fissò, con un ghigno divertito dipinto in faccia. "Sono venuto a vedere come stavi."
"Nel mio bagno?"
"Ero passato in stanza, ma non c'eri. Allora ho pensato di controllare qui. E sembra sia stata una buona idea." Nei suoi occhi c'era una scintilla di malizia che Clary riconobbe benissimo.
"Dammi il mio accappatoio, Sebastian." Era frustrata. Avrebbe tanto voluto non trovarsi in quella situazione. La prossima volta avrebbe chiuso la porta a chiave.
"No." Quella semplice parola bastò a farle raggelare il sangue nelle vene. Arricciò il naso e il suo sorriso si allargò ancor di più. I suoi occhi neri la stavano penetrando.
"Esci, Clarissa." La sua voce era imperiosa, e ricordò vagamente quella di Valentine.
"Tu sei matto se pensi che lo farò." Lui rise. Una risata vera, aperta, che riecheggiò sulle piccole pareti di quel bagno di piastrelle e in quel momento a Clary sembrò veramente suo fratello.
Quando tornò a guardarla il suo sorriso aveva lasciato il posto alla determinazione. "Se non esci tu, entro io. Decidi."
Il significato di quella frase scosse Clary fin nel profondo. Lo guardò con occhi di sfida. "Non lo faresti."
Non fece in tempo a dire nient altro, che lui si era già mosso verso di lei, afferrando l'orlo della sua maglietta.
"Va bene, va bene, okay. Fermati." si precipitò a dire lei. Non era tanto ansiosa di fare la doccia con suo fratello. Lui si fermò dov'era a guardarla. Aveva un aria soddisfatta.
"Esci, Clary" ripeté con voce profonda. Lei si guardò intorno disperata, in cerca di qualsiasi cosa per potersi coprire. Ma non trovò niente di utile. Sospirò rassegnata e allentò la presa sulla maniglia della porta della doccia. Si coprì il più possibile con mani e braccia i punti critici e fece un passo fuori.
L'aria fredda investì il suo corpo bagnato facendola rabbrividire. Sebastian intanto la fissava e osservava con occhi famelici ogni centimetro del suo corpo. Clary si sentiva a disagio come non mai. Le sue guance erano diventate rosso fuoco, come i suoi capelli, e le gambe erano accavallate ed intrecciate, come quel di una ginnasta, per coprire quanto più possibile.
"Vieni." Allungò una mano e le fece cenno di avvicinarsi. Ormai non le restava altro da fare se non obbedire. La avvolse nell'accappatoio, sfiorandola in vari punti. Tocchi leggeri, ma sempre presenti, che fecero venire i brividi a Clary. Ora era alle sue spalle e con fare esperto le massaggiava le spalle, ora coperte dall'accappatoio, per poi passare alle scapole e in un attimo se ne approfittò, per far scivolare le sue mani sui seni di Clary. Lei boccheggiò a quel contatto. Nonostante ci fosse lo spesso cotone dell'accappatoio fra di loro, riusciva a sentire la sua pelle andare a fuco. Le sue dita si spostarono, insinuandosi sotto alla stoffa e toccando la pancia di Clary. Proseguirono il cammino fino ad arrivare al suo punto più sensibile. La sfiorarono appena. Un tocco così leggero, che le fece muovere tutte le terminazioni nervose. Lei ansimò, buttando la testa all'indietro e appoggiandola sulla sua spalla. Sentì il suo petto tendersi sotto di lei.
D'un tratto il contatto si interruppe e si ritrovarono faccia a faccia. Lui la scrutava divertito e Clary si vergognò di nuovo per essere stata così debole da cedere ancora una volta. Le afferrò il mento con una mano e la costrinse a guardarlo. "Questo non lo facevi con Jace, vero?"
Sentì la rabbia bruciarle nelle vene e destarla da quell'incubo. "Jace vale mille volte te."
"Sarà" il suo volto era diventato noncurante, quasi annoiato, "ma quando ti tocco io sorellina, tremi, sospiri e te la godi alla grande." Sorrise, questa volta con un pizzico di divertimento anche in quei due buchi neri che erano i suoi occhi, e la fissò sinceramente incuriosito. "Mi domando solo se sei mai stata toccata prima? Se Jace ti hai mai toccato come ti tocco io?"
Clary arrossì violentemente, chinando lo sguardo. "Non sono affari tuoi."
"Ahh." lo sentì esclamare, e poi una risata. Le si avvicinò e tornò a posarle un dito sotto al mento per rialzarglielo, impedendole così di muovere la testa.
"Quindi ho ragione. Lui non ti ha mai nemmeno sfiorato, non è vero?" Clary distolse lo sguardo, posandolo su qualsiasi cosa non fossero gli occhi di suo fratello.
"Non serve che fingi, Clarissa. L'avevo già capito. Sei talmente sensibile..." lasciò la frase a metà, completandola nella sua mente. Clary si girò di scatto fissandolo furiosa.
"Jace é il mio ragazzo. Quello che facciamo io e lui nella nostra intimità, non ti riguarda. Io lo amo." Clary accentuò le ultime parole, sbattendole in faccia a Sebastian.
Come se non l'avesse sentita lui proseguì. "Sono compiaciuto che il mio fratellino non abbia ancora fatto niente. Così sarà più divertente, non trovi?" Lo disse pregustando già il piacere a cui l'avrebbe portata.
"Trovo rivoltante anche solo pensare ad una cosa del genere." gli rispose Clary velenosa.
"Oh non fingere con me, Clarissa. Ieri sera eri molto soddisfatta." Si spose in avanti, affiancando la bocca al suo orecchio. "Ed è stato soltanto un assaggio."
Le sorrise, come se sapesse qualche oscuro segreto di cui lei non era a conoscenza, e voltandosi si avviò verso la porta. Lasciandosi una Clary esterrefatta ed esasperata alle spalle.
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Le Stelle del Mattino (Clabastian)
Fanfic"Tu a chi appartieni?"gli chiese Clary ridacchiando. "Io appartengo a te, come tu appartieni a me, Clarissa." Lui le si avvicinò. Clary riusciva a sentire il suo respiro sul viso, il calore del suo corpo contro il suo, il suo cuore battere contro la...