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La scuola quell'anno non sembrava finire più, le lezioni sembravano durare più ore del previsto, perciò Lucinda si trascinò fino alle vacanze invernali. Tra una lettera inviata di sfuggita a Remus e un'uscita ad Hogsmeade con Troy, la ragazza riuscì a distrarsi dai numerosi impegni che la scuola le imponeva, soprattutto in vista dei M.A.G.O.
"Chi ha voglia di fare gli esami?" Sbuffò una sera Elise, quando entrò nel dormitorio dopo una nottata passata a cercare di capire qualcosa di Pozioni. Lucinda, che non riusciva a prendere sonno, era rimasta sveglia a pensare cosa scrivere al signor Scamander, e aveva riempito quasi tre pagine di pergamena con una scrittura piccola e ordinata. "Che stai facendo?" Le chiese l'amica, curiosa.
"Scrivo una lettera a Newt Scamader. Ho quasi finito, poi la rileggo e gliela invio."
"Sai che ha circa ottant'anni, vero? Se gli scrivi così piccolo non la leggerà mai!" Esclamò Elise esaminando la calligrafia dell'amica.
"Ha figli e nipoti giovani e forti. Gliela leggeranno loro." Sbuffò Lucinda, che odiava essere interrotta quando faceva qualcosa di importante. Mezz'ora dopo aveva richiamato il gufo e, dopo avergli legato la lettera alla zampa, lo osservò dirigersi verso l'indirizzo che gli aveva indicato. Si addormentò con la speranza che una risposta le arrivasse in fretta.

"Malfoy! Malfoy!" La ragazza si svegliò la mattina dopo scossa dalla compagna di sta sa che la voleva letteralmente tirare giù dal letto. "Sbrigati o farai tardi a lezione."
"Che ore sono?" Borbottò, con la voce appesantita da sonno e gli occhi semichiusi per la stanchezza. "Le sette e mezza. In mezz'ora dovrai renderti più presentabile. Sbrigati!"
Maledicendo sé stessa per aver fatto tardi la sera precedente, Lucinda corse giù dalle scale, infilandosi alla bell'e meglio il mantello dell'uniforme e infilandosi all'ultimo secondo nell'aula di trasfigurazione, dove la professoressa McGranitt stava già spiegando.
"La Trasfigurazione umana è una delle più complesse branche di questa materia. L'avevamo introdotta al quinto anno, ma è venuto il momento di approfondirla. Questa lezione sarà puramente teorica, ma dalla prossima volta inizieremo a fare pratica. Dovrete scegliervi un compagno e formare una lista da consegnarmi all'inizio della prossima lezione. Domande?" La professoressa McGrannitt spiegò tutto col suo tono pratico, come al solito. A Lucinda piaceva quell'insegnante, nonostante la maggior parte dei suoi compagni di Casa non fosse d'accordo con lei. Non volava una mosca, non una mano si mosse e la ragazza pensò che nessuno osasse addirittura respirare, per non rompere quel silenzio così perfetto. "Molto bene." Fece la professoressa. "Incominciamo."
Al suono della campanella ci fu un mormorio di sollievo generale e una quarantina di studenti si catapultò letteralmente fuori dall'aula della McGrannitt.
"Ciao, Lulù." La ragazza sentì una voce intimidita alle sue spalle. Si voltò e vide il fratello, la faccia rossa, come se si fosse scottato.
"Oh, sei tu." Fece, brusca.
"Volevo scusarmi per quello che ho detto ieri."
"Non devi scusarti con me, ma dare il tuo sostegno ad Harry."
"Ma lui mi odia..."
"Allora inizia a chiedere perdono per tutto quello che gli hai detto in passato. Poi gli dirai che lo sostieni. Sarete ottimi amici, lo sento."
"Non potresti introdurmi? Sarebbe più facile per me spiegare la situazione se tu chiarisci tutto. Non mi ascolterà mai se sbuco davanti a lui dal nulla dicendogli semplicemente 'Hey Potter, mi dispiace per tutto quello che ho detto finora, possiamo essere amici?' Andiamo, non sarebbe credibile!"
"D'accordo! Ma adesso ho lezione, quindi non ho tempo. Stasera, alla fine della giornata lo aspetterò, gli chiederò di parlare faccia a faccia solo con lui, gli spiegherò la situazione e poi vi lascerò soli, va bene?"
"È perfetto, e io ti adoro." Esclamò il ragazzo, gettando le braccia al collo della sorella.
"Sì, sì, lo so già. Non devi ricordarmelo ogni volta che ti faccio un favore. Ora lasciami andare."
"Ci vediamo stasera. Ci conto!" Urlò il ragazzo alla sorella che aveva iniziato a correre verso la casa del guardiacaccia. Lei dal canto suo, alzò un pollice in segno di aver capito, non curandosi di nemmeno di salutare.

Lucinda Malfoy: la fenice e l'ordineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora