L'oscurità venne dissipata da una luce abbagliante e dinanzi a lui apparve un uomo vestito in maniera alquanto bizzarra, che esordì cantilenando gioioso: "Ullallà, ciao Kevin!"
Il giovane cavaliere lo guardò bieco ribattendo: "Chi sei tu? Come fai a conoscere il mio nome?!"
"Quanto ero scontroso... proprio come un animale ferito", pensò il più grande, osservandolo distrattamente, fingendo di allontanarsi per poi riavvicinarsi con un agile balzo a quel ragazzo dai lunghi capelli bianchi e fulminandolo con lo sguardo gli sibilò all'orecchio: "Perennemente sospettoso, eh Regnard? E' da molto che non ci vediamo... uhm... più di trent'anni direi... Vero? Fantasma dagli Occhi Rossi?"
Kevin rabbrividì udendo le ultime parole del suo eccentrico interlocutore.
Si affrettò a sguainare la spada cercando in vano di colpirlo, poi si allontanò repentinamente da quell'essere che gli incuteva timore e paura.
Era certo di non averlo mai incontrato prima di quel momento. Mordendosi le labbra, dovette ammettere che quello stravagante individuo possedeva una prontezza di riflessi superiori persino ai suoi, ma ricacciando dentro di sé, quella strana sensazione di angoscia che aveva invaso il suo animo tuonò: "Come conosci il mio nome?"
L'unica iride scarlatta di quel misterioso personaggio apparso dal nulla, rifulse soave nell'ambiente di tenebra: "Tu sei... colui che terrorizza i poveri abitanti indifesi di una pacifica cittadina, solo per la sua brama di riportare in vita coloro che ha perso, sacrificando anime innocenti per nutrire il suo crudele chain! Albus: essere assetato di sangue, che ti ha promesso di realizzare il tuo desiderio! Hai ucciso ben 116 persone. Non male, per un'anima dannata che molto presto pagherà il suo peccato con il tormento eterno, sperimentando i più atroci dolori." Il ragazzo incominciò a tremare di rabbia, desiderava mettere a tacere quel lurido chain, poichè era sicuramente di questo che si trattava.
Credeva di essere la sua coscienza, ricordandogli memorie grondanti di sangue: "C-chi sei tu, per sapere così tante cose su di me?" Ringhiò preparandosi nuovamente all' attacco.
L'altro avvicinandosi con fare serafico a quel ragazzo dagli occhi fulgidi di rabbia e disperazione, improvvisamente gli rivelò tranquillo, sorridendogli amabilmente, il suo spirito era annebbiato dal sogno di poter salvare quell'anima irrimediabilmente corrotta: " Io non sono nessuno che conosci... e se lo fossi, non mi riconosceresti... Io sono te, Kevin. Anzi, oramai mi chiamo il Cappellaio. Io sono Kevin, Kevin, Regnard... Sono te stesso, venuto dal futuro, in teoria non ci saremmo mai dovuti incontrare ma... al cuor non si comanda."
La mente del cavaliere fu invasa dalla più totale disperazione. Quell'essere voleva adombrare la sua razionalità con il velo della follia per poi prendergli l'anima, ne era certo, tuttavia, nonostante cercasse di imporsi autocontrollo, non riuscì a impedire al suo spirito di essere avviluppato dall'oblio, gli urlò cadendo il preda al panico: "A-Allontanati da me!"
Break commentò con un sorriso triste, scrutando in quelle iridi spaventate e rossastre, il languido riflesso della propria immagine: "Ah... ma tu guarda... non solo non mi riconosco minimamente, ma ho anche paura di me stesso! Che imbarazzante situazione..."
Il giovane vestito di nero gli intimò, mentre le sue iridi parevano incendiarsi di pura bragia e furiosa ira: "Vattene!"
"Sono venuto dal tuo futuro, Kevin, lascia che ti aiuti!"
"No, è impossibile!Smettila di dire menzogne!Non voglio l'aiuto di un Mostro!" Urlò rabbiosamente puntandogli, in un millesimo di secondo, la spada alla gola.
L'unico occhio cremisi del Cappellaio brillò e sul suo viso si dipinse un'espressione di stupore: "Mostro..." Quella parola trapassò e lacerò il suo cuore come una lama incandescente, risuonando nelle sue orecchie, dilaniando la sua anima e perforando impetuosamente quella maschera di allegria e spensieratezza che aveva creato intorno a se e assordando la sua mente con il suo tragico silenzio.
Un tempo credeva di essere esattamente così. Aveva faticato anni per dimenticare quella figura che gli infestava la mente, ogni qual volta una superficie rifletteva la sua immagine, appariva su di essa quell'essere che non accettava, quel cavaliere al quale era stato portato via l'occhio sinistro, il cui intelletto annebbiato dalla follia di un chain aveva trasformato in quella parodia del nobile se stesso del passato: il Cappellaio Matto.
Si era incrinata la superficie cerea della sua maschera d'avorio, che celava il viso di quello eccelso guerriero inesorabilmente tramutandosi in un peccatore, oramai divenuto l'ombra di se stesso.
Kevin gli puntò freddamente la spada alla gola, pareva un lupo pronto a colpire simile ad Ares, Break lo guardò: la sua solitaria iride cremisi si incatenò a quello sguardo ardente di collera che sprigionava una funesta furia assassina o la più cieca disperazione, tanto da rinnegare il proprio io.
Xerses era ammaliato dalla luce rossastra che quegli occhi sprigionavano, chiedendosi se quell'insolito bagliore potesse derivare dal fuoco dell'ira o dal sangue degli innocenti che era stato versato, o forse dalla sua stessa natura maledetta.
Con un fil di voce il Cappellaio gli sussurrò, dedicandogli un sorriso pieno d'angoscia: "E' così che ti appaio... come un Mostro?" Quelle parole fecero tremare di rimpianto il cuore pulsante del più giovane, che tuttavia, avvicinò la lama alla gola dell'altro. Break percepì quella superficie stare per fendere la sua pelle, il gelo del metallo avido di sangue.
Proprio in quell'istante, un irriverente sorriso si dipinse sul suo viso e schivando agilmente il colpo dell'altro gli sussurrò suadentemente.
"Eppure il mostro che io vedo è proprio davanti a me..."
Lo spirito del guerriero venne avviluppato dalle tenebre, la disperazione più oscura ghermì il suo animo rapendo il suo cuore, il fendente colpì il vuoto.
Il ragazzo percepì una fitta lacerante e acuta trapassarlo, lo struggimento era tale che gli sembrò di star per compiere un efferato omicidio.
"Per qualche arcana ragione non riesco a ucciderlo... Qualcosa mi blocca e al solo pensiero che possa morire... le lacrime lambiscono i miei occhi. Perché una simile reazione nei confronti di un uomo che ho appena incontrato? Perché il mio animo reagisce così !Che sia una abilità di questo chain? Ammesso che di una simile entità si tratti!?"
lo osservò, in effetti ora che prestava attenzione, i loro visi erano molto simili: "Tuttavia il volto di questo astruso personaggio pare una quanto mai stramba e malaticcia versione del mio, il suo fisico è terribilmente gracile, come se fosse affetto da un male incurabile che lo consumasse lentamente... una atroce agonia... può sembrare... una strana parodia di un cavaliere... o la parodia di me stesso." Quell' ultimo pensiero gli fece attraversare la mente da una stridente fitta di puro avvilimento.
Dopo qualche secondo, riuscendo a mettersi in piedi, con un rapido balzo si diresse verso Xerxes, gridando adirato, mentre il suo animo straziato dal dolore segretamente piangeva lacrime di rimorso.
"E' tempo di morire per te, buffone!"
Break gli dedicò un malinconico sorriso: "Già, hai assolutamente ragione... " Disse liberandosi agilmente dalla sua presa, mentre il suo sfidante lo guardava con un'espressione mista di stupore e rabbia: "Sei così sicuro di volermi uccidere, Kevin? Prima ho letto esitazione nel tuo attacco... il tuo corpo si è slanciato sanguinario verso di me, ma nei tuoi occhi aleggiava chiaramente un sentimento ben diverso..." "Taci!" Urlò facendo sfiorare alla lama bramosa di diventar cremisi la candida pelle del Cappellaio: "Guarda che se morirò io, anche tu potresti fare la stessa fine, i nostri destini sono legati da un filo indissolubile." Rivelò mentre un irriverente sorriso impreziosiva le sue labbra ceree.
"Tu Menti!" Ringhiò il ragazzo, adirato, facendo bruciare quell' iride rossastra come le proprie nel fuoco ardente del suo inferno personale, ma l'altro incurante di tutto ciò, si liberò agilmente dalla ferrea presa del cavaliere e gli sussurrò dolcemente avvicinandosi e accarezzandogli il capo con paterna e innata dolcezza: "Le mie non sono bugie, ma sconcertanti e assolute verità che ti mettono davanti i tuoi errori, o mio caro piccolo me, assetato di puro egoismo!" "Mi ero dimenticato di quanto fossi impulsivo a quell'età..." Pensò infine tra sé e sé, ridacchiando spensierato e spostandosi appena per bearsi dell'espressione dipinta sul viso del giovane se stesso.
Il ragazzo rimase solo con i propri innumerevoli e quanto mai e confusi pensieri: " Se è vero quel che dice... quest'uomo morirà, pur sembrando così giovane. Ma, ma... come posso esser così sicuro della sua reale età se l'ho appena incontrato?"
Xerxes si avvicinò, gli prese le mani e guardandolo intensamente, gli sussurrò con voce pacata e suadente, ma al cavaliere non sfuggì lo sfolgorare del suo occhio cremisi, che tradiva la quiete apparente, rivelando che il suo spirito era agitato da una travolgente tempesta di sentimenti: "La nostra anima è la stessa, le nostre anime sono unite. Le nostre esistenze sono legate dal filo rosso di bragia del fato, il nostro cruento destino tinto di sangue!Siamo la stessa persona, Kevin, io sono te. Ma per... una distorsione spazio-temporale, ho fatto un salto di molti anni nel passato..." Quell'ultima frase non lo convinse, notò che il suo interlocutore aveva assunto modi alquanto sbrigativi nel pronunciarla: "Alla fine ha distolto lo sguardo, sicuramente nasconde qualcosa. Sono assolutamente sicuro che non sia giunto qui per una distorsione delle dimensioni spazio temporali. Se è reale che costui sono io, che condividiamo la stessa anima, allora...so' riconoscermi quando mento. Inoltre sono abile a nascondere, ma non a raccontare bugie. Mentire! Essa è una deprecabile azione che va' contro il codice cavalleresco al quale sono stato educato e che ho rigidamente seguito in ogni mia azione!Almeno...fino all'incontro con Albus..." Break si accorse che il suo interlocutore si era smarrito tra i suoi pensieri, allora gli sfiorò il lato sinistro del viso, con spontanea delicatezza, sorridendogli come un maestro farebbe con il turbolento alunno, ma non potè evitare al suo sguardo di posarsi a contemplare con bramosia e intenso desiderio quella iride cremisi che gli era stata strappata con tanta e violenta cupidigia. Kevin arrossì leggermente, ridestandosi dal torpore dei suoi pensieri a quel freddo tocco e percependo quello sguardo infelice, ora così ardente, rapire e avvilupparsi alle sue iridi, giunse alla conclusione di non aver mai sperimentato una sensazione simile. Gli pareva che quell'essere potesse leggere i più reconditi segreti e paure racchiuse nel suo spirito. Il Cappellaio non distogliendo lo sguardo dall'altro, s'imbarazzò leggermente rendendosi conto di aver messo a disagio il se stesso più giovane, tuttavia posandogli una mano sulla spalla gli sussurrò, mentre gli occhi cremisi del cavaliere si perdevano nello sfolgorante inferno delle proprie emozioni rimaste sopite nel suo altero animo, per immemore tempo: "Vedo che ancora non ti è capitato l'evento che cambierà la tua vita" il ragazzo vestito di nero lo guardò stupito e la paura serpeggiò sul suo viso. Xerxes pensò tristemente: "il corso della tua esistenza muterà inevitabilmente, trasformandoti nell'uomo che vedi di fronte a te..."
Subito dopo, colui che pareva esser arrivato dalla fiaba di Alice, bisbigliandogli all'orecchio, accorciò ancor di più le distanze tra loro, Kevin a quel contatto, percependo il fiato gelido di Break, stranamente avvampò e si vergognò immensamente dell'effetto che un totale sconosciuto per di più uomo, potesse fargli: "Lei, ti farà giungere all'orrenda conoscenza di verità non rivelate... Oramai sono molto vecchio, e posso dirti di tenere bene gli occhi aperti, anzi chiusi, se non vuoi diventare come me... Kevin caro..."
Il cavaliere lo osservò nuovamente e riuscendo finalmente a ricomporsi, si riappropriò celermente della antica e nobile dignità che era stata messa a repentaglio da un imbarazzante disagio, degno di un adolescente in piena tempesta ormonale.
Il più giovane ribattè gridando, mentre un lieve rossore imperlava ancora le sue floride gote ceree, dipinte d'avorio, con una espressione sconvolta e impaurita che fiammeggiava sul volto diafano: "Non capisco cosa stai dicendo e... e... tutto ciò è impossibile! Non puoi avere più di quaranta anni sembri quasi un mio coetaneo! Hai perso completamente la ragione! Che tu possa essere un malefico chain che desidera costringermi a creare un patto con lui! E sicuramente non riuscirò a vivere oltre essendo stato risucchiato dall'abisso!"
Break giocoso gli rispose allegro e spensierato: " Grazie per il complimento... Ma... devo contraddirti, piccolo me! Posso assolutamente affermare di non essere un chain, poiché sono te stesso: hai compiuto 24 anni il 30 Settembre di quest'anno, hai servito fedelmente la nobile famiglia Sinclair come cavaliere, tuttavia...dopo il brutale assassinio dei tuoi signori,sentendoti responsabile per la loro dipartita, pur di cambiare il passato, hai stretto un contratto con il chain Albus Il cavaliere Bianco..."
Il ragazzo era sbigottito, tuttavia riassumendo un atteggiamento composto e autoritario degno di un cavaliere medievale, tuonò infiammandosi d'ira: "C-come lo sai?!Riesci a vedere nella mia anima e nei miei ricordi!?T-tu sei matto!"
"Il Cappellaio Matto, per l'esatezza..." Precisò con un elegante inchino, degno di un gentiluomo di un'altra epoca, adoperando un tono tra il serio e il faceto.
Il giovane vestito del colore più oscuro, era totalmente confuso non riusciva a capacitarsi che un individuo tanto strambo potesse esser stato inviato proprio a lui, riuscì solo a farfugliare un: "Ma cos..." I'altro continuò con tono scherzoso: " Si, sono il Cappellaio Matto, alias... no, meglio non dirlo..."
Kevin seriamente interessato con ogni fibra del suo essere a svelare l'arcano e inconfessabile segreto che aleggiava su quell'essere materializzatosi dal nulla dell'Abisso, gli domandò angosciato e spazientito con il cuore in gola: "Cosa sei, Tu?" Mentre sentiva che la propria razionalità non riusciva più ad esser definita tale, poichè l'angoscia che provoca l'esser risucchiati da quel luogo mortifero e la più completa esasperazione che gli infondeva quello strano individuo fecero sì, che si lasciasse travolgere dalle dirompenti emozioni che il suo animo aveva fin troppo represso: cadde in ginocchio, tremante, si sentiva così confuso eppure la sua mente riusciva a pensare lucidamente.
"E' una situazione paradossale, tutto ciò non ha senso, che sia l'incarnazione dell'angelo della morte venuto a prendermi per trascinarmi nell'oblio?!Io... non potrei mai diventare un simile essere!" I suoi pensieri vennero interrotti da una sottile risata che lo ridestò dagli afflitti meandri della sua mente straziata: "Perchè ridi!?" domandò quasi timidamente sforzandosi di reprimere l'ira che lo attanagliava, si stupì di quanto la sua voce risuonasse flebile in quella buia e vuota solitudine.
"Perchè ho versato tutte le mie lacrime, oramai..." ammise Xerxes con una fitta di amaro rimorso e disperazione che attagliava il suo cuore, cancellando il folle entusiasmo dell' attimo precedente. Il cavaliere lo guardò, e per la prima volta gli parve che davvero tra loro potesse esserci un legame, quella frase gli era sembrata assolutamente sincera: in quell'istante gli aveva detto la verità, aprendogli il suo cuore, fu una consapevolezza che gli fece osservare quello strano e buffo individuo sotto una luce diversa...
Involontariamente ammaliato dalla lucentezza di quell'iride d'aramanto, desiderò osservarne la gemella, mosse con timore e cupidigia la sua mano verso i capelli dell'altro, aveva paura di essere invadente ma era intenzionato a scostare quel candido ciuffo che gli copriva completamente il lato sinistro del volto, non capiva perchè quello strano individuo volesse celare con tanta meticolosità l'altra iride rossastra. Ma proprio quando le sue dita stavano per sfiorare la nivea chioma del suo strano "gemello", una stretta ferrea gli bloccò il polso: "No, ti prego...piccolo me...e' ancora troppo presto...per scoprire certe verità..." Quelle voce flebile, incrinata da una profonda rassegnazione fece sussultare il suo cuore. Kevin era certo di aver visto, in quell'unica iride, tinta del color di un tramonto di sangue, sfolgorare il bagliore argenteo di una lacrima, che minacciava di rigare su quel viso diafano.
Il cavaliere percepì quelle sottili dita gelide sfiorarlo, il Cappellaio venne scosso da un brivido e Kevin si rese conto che stava tremando; il ragazzo pensò mentre una fitta acuta di disperazione gli trapassava il petto lacerando profondamente la sua anima: "E'...è così gracile...scosso da brividi di chissà quale arcano rimpianto, eppure guardando in quelle iridi, vedo il mio riflesso e... desidero solamente... piangere". Break gli sorrise tristemente accarezzando quel viso angosciato come il proprio e sussurrandogli, mentre giocava con i suoi morbidi e lunghi capelli nivei: "Sono arrivato qui per far si' che non diventi come me, bramo che tu non possa mai conoscere una realtà così atroce come quella nella quale io sono vissuto: Kevin Regnard, ti prego, fa' in modo che questo nome possa appartenerti per sempre."
Il cavaliere non comprese totalmente le sibilline parole del suo eccentrico interlocutore, ma ne fu spaventato: "Probabilmente questa versione di me stesso, accettando che di ciò si tratti, non possiede un futuro." Questa frase giuzzò nella sua mente facendo entrare in essa la paura dell'eterno oblio, un orrido abisso più profondo di quello nel quale si trovava attualmente: "Cosa stai cercando di dirmi?" Pronunciò facendo annegare i suoi occhi in quella iride ammantata di sangue.
"Ah...non ricordavo di avere uno sguardo così...triste...in esso vi è una dolorosa malinconia..." cantilenò Break, ignorando totalmente la domanda del giovane e profondamente sconvolto, se stesso, che lo guardò costernato.
In quell'istante giunse alla conclusione che il suo strano interlocutore osservasse maggiormente il suo occhio sinistro, si dette mentalmente dello stupido per l'aver creato un pensiero tanto frivolo in una situazione così inusuale.
Xerxes gli accarezzò delicatamente il volto, dedicandogli uno sguardo gentile e un triste sorriso si dipinse sul suo pallido viso, incurvando leggermente quelle labbra candide, che parevano scolpite nell'avorio dalla mano di un antico e leggendario maestro.
L'occhio scarlatto rifulse di desiderio nell'oscurità dell'abisso d'oblio. L'altro resistette all'impulso di scostare quelle mani gelide e così estremamente gentili dal suo viso.
Sentendosi irrimediabilmente incatenato da un legame indissolubile a quell'entità che pareva esser una luce nella oscura notte d'oblio della propria vita, il ragazzo pensò: "Il suo tocco è estremamente gentile, così delicato, mi pare che le sue dita possano frantumarsi davanti i miei occhi, il suo sguardo diviene assente in alcuni momenti, assorto in chissà quali incomprensibili pensieri... Non sembra umano... anche se si sforza di esserlo... Io invece ho fatto totalmente l'opposto. Una somiglianza potrebbe essere che entrambi indossiamo una maschera, io la ligia serietà e lui una imprevedibile follia, in effetti la sua condizione psicologica potrebbe essere l'anormale evoluzione della mia...anche se...ciò...mi spaventa. Perdere l'autocontrollo della propria razionalità è l'incubo di ogni cavaliere, divenire un mostro assassino, assetato di sangue innocente! Però, in effetti... questo pensiero è privo di senso perché... lo sono già. Indossare una maschera posticcia per celare il vero se stesso... non saprei spiegare se io l'abbia già sperimentato. Inoltre appare fin troppo gracile... Che sia davvero io afflitto da un morbo incurabile? Il suo sguardo è così malinconico, tuttavia non né comprendo il reale motivo, ma sembra che stia cercando di reprimere nei meandri della sua anima un vuoto incolmabile che racchiude un enorme, sempiterno e infinito dolore."
L'uomo vestito in maniera bizzarra intanto, rannicchiatosi, contemplava, seriamente interessato, il se stesso più giovane che si era perso nell'oceano dei suoi pensieri, mentre la sua mente creava frasi degne del suo ruolo nella fiaba di Alice in Wonderland: "E' interessante osservarsi dall'esterno, non avrei mai pensato di avere questa opportunità neanche nelle mie più disparate fantasie... Ero veramente pallidissimo e magro... Forse era dovuto al mio tetro vestiario dell'epoca? Non credo... ora sono ancora peggio, nonostante mi vesti di colori più chiari, dannata vecchiaia! In quel periodo ero abbastanza giovane,avrei potuto trovare una moglie... No, meglio abbandonare questa folle possibilità! I miei capelli, erano davvero così lunghi? Perché mai decisi di tagliarli? Erano così morbidi... gli avrei potuti lasciar crescere! Accipicchia, queste constatazioni sono degne della signorina Sharon! Sono un uomo, ho una reputazione da difendere... Ah già', dimenticavo di essere il Cappellaio Matto!... Il mio occhio sinistro!Il mio caro, prezioso occhio sinistro, mi viene da piangere a guardarlo! Così brillante ignaro che il suo destino sarebbe stato quello di essere barbaricamente separato dal suo gemello! Chissà se esistesse un modo per far scappare Kevin, ossia me, da qui... Ma sopratutto: sono sempre stato così attraente?... Ah, ma quali pensieri attanagliano la mia mente deviata dalla follia?! Sono proprio un pervertito... eppure... per quello che sto' per fare, dovrei finire all'inferno...Ma tutto è tollerabile. Non capita tutti i giorni di incontrare se stessi per di più giovani... sarà una divertente eccezione alla regola..."
Break avvicinandosi silenziosamente a lui, si avventò sulle sue labbra, stringendolo veementemente a se, le sue mani si intrecciarono spasmodicamente ai capelli del cavaliere che non riuscì a reprimere un gemito di dissenso per quel contatto così improvviso e totalmente inatteso con le labbra dell'altro, gli parve di poterlo respingere anche solo con un semplice tocco, tanto era delicata la sua presa; eppure non osò ribellarsi, nonostante la sua mente non tollerasse la deprecabile azione dello star baciando, alla luce della razionalità, un completo sconosciuto, e per lo più del suo stesso genere... Un'azione veramente degna di rimprovero poiché inadeguata al codice cavalleresco, padrone della sua etica che lui tanto scrupolosamente seguiva prima di finire all'inferno...in Abyss...
Xerxes lo lasciò andare, beandosi dell'espressione sconvolta dipintasi sul viso dell'altro che dovette reprimere l'impulsivo desiderio di dargli uno schiaffo, per quel gesto così privo di senso e improvviso, totalmente degno del suo soprannome di Cappellaio Matto."Guardati Kevin, sei imbarazzato come una donzella! Ahahahah, non avrei mai pensato di avere una reazione simile a quell'età, sembri un'adolescente dopo il suo primo bacio!"
il ragazzo tuonò, cercando invano di ricomporsi, mentre il suo cuore continuava a battere furiosamente nel petto, sapeva di avere le gote ancora imporporate, il respiro affannoso e la sua mente non riusciva a comprendere il motivo per cui una così forte emozione gli stesse squassando le membra: "Smettila subito, Cappellaio Matto! Come hai osato anche solo pensare una cosa simile, hai fatto un' azione totalmente priva di senso, oltre che ad essere moralmente inaccettabile per il mio ideale!!" "Tu dici?" Sussurrò Break dedicandogli un languido sorriso sghembo, Kevin gli si avvicinò per continuare il dibattito ma non appena la distanza tra loro si accorciò, le parole gli morirono in gola, incapaci di arrivare alle sue labbra, mentre il suo viso tornava nuovamente ad essere vermiglio: "Oh, il gatto Cheshire ti ha magiato la lingua?" lo canzonò inviandogli un sorriso irriverente, che fece infuriare l'altro che prendendolo per la camicia, gli urlò con la voce incrinata dall'ira e da quella deprecabile emozione che tentava faticosamente di nascondere: "Tu, Cappellaio dei miei stivali! Ti rendi conto di aver appena compiuto l'omicidio del mio primo bacio!?" "Dai, non prendertela così tanto...è normale avere certe tendenze alla tua età, sei indeciso tutto qui, anzi in verità non avrei mai pensato di rispondere in questo modo, ma sei sicuro di essere me?" Gli disse ridendo, mentre il povero cavaliere sprofondava nel più completo imbarazzo, desiderando paradossalmente essere annientato dalla oscurità che gli circondava, pur di lasciare quel pagliaccio che si faceva beffe del suo attaccamento a un sentimento puro e nobile come l'amore.
"Da giovane seguivo il sublime ideale dell'amor cortese... Come si cambia!." Sbuffò sorridendo soave al ragazzo che stringendosi nel mantello non appena si rese conto di essere osservato distolse lo sguardo da Break, voltandosi dall'altra parte, con fare nervoso, mentre il suo cuore per l'aver nuovamente incontrato quello sguardo di sangue, segretamente saltava un battito.
Il Cappellaio intanto sorrise a se stesso, mentre ricordi si susseguivano nella sua mente:
" Accipicchia, sembro un anziano che insidia un povero ragazzo indifeso!E io che osai ribattere alla signorina Sharon che assomigliava ad una vecchia signora che importunava una ragazzina!Già Sharon...Alice. Ancora non sapevo a quest'età che vi avrei incontrate e che avrei perso una parte importantissima del mio essere...il mio prezioso occhio sinistro..."
Xerxes si avvicinò in quell'oscurità, a larghi passi, a quel combattente solitario che gli dava ostinatamente le spalle, che stava per blaterare uno scocciato: "Ancora tu?" Ma non fece in tempo a finire la frase, poichè percepì le fredde labbra di Break che si posarono languide sulla propria guancia, mentre il braccio dell'altro lo stringeva delicatamente a se. Il ragazzo pensò seriamente di andare a fuoco e quel tocco gelido gli parve bollente. il suo corpo parve essere avviluppato dalle fiamme dell'inferno in quella stretta, non avrebbe mai pensato che il fuoco eterno sarebbe potuto essere così dolce.
Break lo guardò, ammirò l'espressione confusa e le guance leggermente rosee dell'altro mentre gli sorrideva pensando che quel ragazzo che pareva così puro e ingenuo d'innanzi a lui, fosse lo spaventoso e sanguinario killer soprannominato "Fantasma dagli Occhi Rossi"
Subito dopo, l'uomo folle accennando ad un inchino gli prese la mano, declamando teatralmente: "Questo bacio è l'eterno pegno d'amore scambiato da noi che siamo racchiusi in uno stesso essere, uniti dal medesimo destino! L'eterna dannazione!"
Kevin ammaliato dal suo interlocutore, arrivò a trovarlo affascinante persino nella sua follia, indeciso e confuso balbettò, mentre arrossiva copiosamente: "C-cappellaio, cosa significa?!"
Break gli disse soavemente, mentre gli accarezzava delicatamente il lato sinistro del volto.
" Sei buffo, piccolo me... non pensavo di essere così timido... Già, ricordo che all'epoca avevo così tanti problemi nell'esternare i miei veri sentimenti... Ero talmente e rigidamente attaccato a quella maschera di serietà che mi contraddistingueva, la quale non abbandonava mai il mio viso, perennemente serio! Mai un'emozione rifulgeva nei miei occhi,scuotendo la mia anima, tranne l'incondizionata devozione per i miei signori... A quei tempi, ero sempre perfetto, impeccabile: un ligio cavaliere che avrebbe servito la sua nobile casata a costo della vita. Che enorme banalità... ma ciò non mi ha impedito di cadere all'inferno".
Il giovane lo ascoltava in silenzio, oramai convinto di trovarsi in una situazione più grande di lui, inesorabile vittima degli eventi, mentre pensava: "In effetti la follia non è poi così male... Paradossalmente una personalità come la sua, proprio perchè così diversa dalla mia, esercita su di me un fascino magnetico. Un modo di essere alquanto imprevedibile, totalmente opposto al mio, che sono severo servitore di Apollo e lui fervente seguace di Dionisio, due facce della stessa medaglia, che rappresentano la luce e l'ombra in una stessa persona... Ora che ci penso, non sarebbe poi così astruso se il Cappellaio potesse essere per davvero un futuro me." Per la prima volta quel pensiero fece incurvare ,dopo lungo tempo, le sue labbra in un impercettibile e sincero sorriso.
Break fece una breve pausa, durante la quale contemplò Kevin assorto tra i propri pensieri, fu immensamente lieto di osservare un sorriso timido apparire sul viso del ragazzo, quindi continuò imperterrito: "La multiforme maschera della follia che indosso adesso, soddisfa pienamente il vuoto che attanaglia la mia anima... Il mio non essere più all'altezza di niente, non sono riuscito a proteggere le persone che amavo! E' normale che ora sia talmente adirato con il mondo... Possedevo un'indole scioccamente infantile... Ma, in verità, quando ero giovane ero solo un'egoista, vero piccolo me?"
Kevin rimase in silenzio, guardandolo esterrefatto con le lacrime agli occhi, non immaginava una simile frase, ma in effetti lo comprendeva meglio di chiunque altro, aveva stretto il contratto con Albus, annientato dall'egoistico desiderio di riportare in vita coloro che amava.
Xerxes, gli prese la mano e Kevin si accorse con immensa meraviglia che gli aveva dato una piccola caramella avvolta in una carta rosa, Break accarezzandogli il volto lo costrinse a guardarlo in quell'unica iride rossastra che rifulgeva nelle tenebre sempiterne di quel luogo immutabile ed eterno, sussurrandogli dolcemente con voce di miele, come un padre che consola il suo adorato figlio: "Non permettere ora che le lacrime solchino il tuo viso, piccolo me... Tra poco quando ti sveglierai, dovrai versare molte lacrime per qualcosa che ti sarà strappato e che non riavrai mai più... perciò sorridi adesso... siamo insieme... perché tra noi c'è un legame più stretto di quello di sangue: eterno e indissolubile, ti voglio, bene piccolo me!"
Mentre pronunciava quelle parole il suo corpo incomiciò a svanire nelle tenebre sempiterne di quel luogo immondo.
"Aspetta, non mi hai detto il tuo nome!" Urlò il giovane mentre la disperazione attanagliava nuovamente il suo animo facendolo sprofondare nell' orrido abisso d'oblio.
"Non importa, lo scoprirai al tempo debito..." Gli disse sforzandosi di sorridere.
il cavaliere lo supplicò, cercando di reprimere le lacrime che minacciavano furiosamente di rigare sul suo viso, la maschera di severa razionalità cadde in frantumi, rivelando un'anima sola che aveva da sempre combattuto contro il suo più grande nemico e paura: la solitudine. Ora non poteva perdere anche lui: "Ti prego!Qualunque entità tu sia,o da qualsiasi dimensione tu discenda, credo che tra noi possa esserci davvero un legame come dici!Quindi ti prego, dimmi il tuo nome!"
Break inzialmente fu timoroso, ma poi osservando quel viso che avrebbe tanto desiderato vedere ogni qual volta contemplava se stesso allo specchio formulò: "D'accordo... Mi chiamo Xerxes Break, tieni a mente questo nome per il tuo futuro! Sarà la tua nuova identità! Spero in un mondo migliore di quello nel quale io ho vissuto..."
il ragazzo urlò mentre le lacrime incominciarono a rigare copiose sul suo volto " Xerxes, aspetta!"
Il Cappellaio Matto, rivelò mentre la sua iride cremisi ghermiva per l'ultima volta il viso di quel giovane cavaliere dagli occhi rossi e scintillanti di lacrime: "Non posso, devo andare...il mio posto, non è più in questo mondo oramai...Addio, piccolo me!"
Kevin lo video svanire dinnanzi ai suoi occhi mentre gli dedicava un sorriso cesellato da pura gioia
con un solo nome che echeggiava nella sua mente e nel suo cuore : Xerxes Break..."Cos'è questo posto?
La lancetta del sigillo ha compiuto il giro
e sono stato trascinato da delle catene..."
"Avrei desiderato cambiare il passato, indirizzandomi prima sulla via della luce, invece ho solamente assistito alla mia rovina..."
E mentre udiva le strazianti urla di dolore di un se stesso più giovane che atrocemente ferito e sanguinante cercava inutilmente di punire colei che lo aveva così ingiustamente lacerato
Xerxes Break, camminava verso il sempiterno sentiero di luce della speranza.
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Un Legame Indissolubile - Pandora Hearts
FanfictionCosa accadrebbe se Xerxes Break, potesse avere la possibilità di incontrare la versione più giovane di se stesso, oramai precipitata nell'oscurità dell'abisso di tenebra? "Sono venuto dal tuo futuro, Kevin, lascia che ti aiuti!" "No, è impossibile...