«Il fatto è... che non ne ho sporta nessuna.»
Lee alzò un sopracciglio, sorpreso.
Sul volto della donna, per un attimo, comparve un sorriso triste, stanco. «Pensavo che fosse... scappato, semplicemente.»
«Perché era convinta che si trattasse di un allontanamento volontario?» Il detective inclinò la testa da un lato, portandosi ancora un po' verso di lei.
Isabelle scoppiò in una risata mozzata, che terminò in un basso singhiozzo.
«Circa un anno fa... stava tornando a casa, in auto. Un furgone passò col rosso ad un incrocio, colpendo la macchina dal suo lato. Rimase ricoverato un mese e, per una settimana intera, dovettero tenerlo sedato.» Il dolore del ricordo si liberò in un breve pianto, silenzioso e composto. «Si dice che queste cose ti cambino la vita. Che... si abbia voglia di vivere con più forza, dopo... E Clay non è mai più tornato quello di prima. Non fraintendete: è rimasto un padre esemplare ed un marito presente, ma...» Isabelle si passò con forza i dorsi delle mani sulle guance, asciugandole. «Sembrava diverso... distante. Ho pensato che, dato che ci eravamo fidanzati al college...»
«Pensava che avesse un'altra donna» disse per lei Lee, liberandola dal peso di dover pronunciare ad alta voce un pensiero del quale, ne era certo, al momento si stava profondamente vergognando.
«Mi sono detta: ecco qui. Ha preso i soldi, ed è andato via con lei.»
«I soldi?» ripeté Ross, mentre Cook si voltava verso di lui con aria di rimprovero.
Lee si limitò ad annuire, assorto in un pensiero che non riusciva ad afferrare del tutto.
«Sono spariti dei soldi, dal nostro contro corrente. Circa diecimila sterline» spiegò lei, alzando gli occhi al cielo, un sorriso triste sul viso. «Circa la metà dei nostri risparmi degli ultimi anni. Ho pensato: mi ha liquidata, è finita così.» Ci fu un attimo di silenzio, interrotto solo dal respiro affannoso di Isabelle. «Credete che se avessi denunciato...»
«Secondo l'esame autoptico sono morti tra le ultime ore di mercoledì e le prime di giovedì. Non avrebbe potuto far nulla per salvarli» le rispose Lee, con voce morbida. «Non le avrebbero comunque permesso di sporgere denuncia, prima di ventiquattro ore.»
La frase sembrò rincuorare la donna. Chiuse gli occhi per qualche secondo, muovendo la testa da una parte all'altra.
«Posso chiederle perché neanche la signora Wilkerson ha sporto denuncia?» domandò Lee dopo un'istante. Sul viso di Isabelle si formò una maschera di sofferenza.
«Forse dovrebbe dirvelo lei...» sussurrò, le palpebre ancora abbassate.
«Dobbiamo sentirlo da lei, prima» la incoraggiò il detective. «Le assicuro che non riveleremo nulla alla sua amica di quanto ci dirà.»
«Va bene...» sospirò la donna. Riaprì gli occhi, posandoli sul volto gentile di Lee. «Il matrimonio tra Marvin e June è sempre stato...» si bloccò, tentando di trovare le parole adatte. «Libero. Non era la prima volta, che Marvin mancava da casa per qualche giorno.» Si torse le labbra, stringendole con forza tra le dita. «Poteva essere una notte, come un'intera settimana. Con un unico patto: se uno dei loro figli avesse avuto bisogno di qualcosa, lui sarebbe dovuto tornare subito a casa. E lo ha sempre fatto. Ma sabato pomeriggio Robert, il loro figlio minore, si è rotto tibia e perone giocando a calcio. June ha scritto, poi chiamato... alla fine è venuta qui, terrorizzata. L'ho accompagnata personalmente a fare la denuncia.»
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The Strangers - thriller
Mystery / Thriller"Ore 18:30 indossare ausili di protezione." "Capsula - Impostore." "Dopo l'effetto proteggere i metalli." "Aspettare il segnale." "Riconsegnare simulatore ai propri simili." Questo lo strano messaggio che accompagna il rinvenimento - in un assola...