Quella fredda mattina dei primi di ottobre, quando mi svegliai di soprassalto, intuii subito che c'era qualcosa che non andava, però non me ne resi conto del tutto fino a che non mi misi a sedere avvertendo un terribile senso di nausea accompagnato da un martellante mal di testa. La memoria che spesso gioca brutti scherzi mi riportò subito alla movimentata e insensata notte appena trascorsa.
Ricordai tutto – Oh, no!- esclamai terrorizzata con un filo appena di voce.
Mi voltai repentinamente sperando di trovarmi ancora nel mondo dei sogni e invece .... guardai l'uomo che mi dormiva accanto e non seppi se sentirmi orgogliosa o se vergognarmi terribilmente di me stessa. Lasciarmi abbordare così, per giunta al matrimonio della mia migliore amica era stata senz'altro l'azione più istintiva e senza freni di tutta la mia vita, solitamente così quieta e banalmente ordinaria. Era stato divertente sorseggiare champagne e chiacchierare al chiaro di luna fino a non ricordare più nulla, però adesso era mattina e tremavo al pensiero di dover affrontare quel perfetto sconosciuto. Che cosa si racconta a un estraneo che ti ha vista cadere tra le sue braccia vittima di più di un paio di bicchieri di troppo ?
Cercando di non fare troppo rumore, camminando su un parquet di mogano, scivolai velocemente verso la porta del bagno ed osservai con attenzione la stanza, che cerco non peccava per mancanza di stile ed eleganza.
Fu a questo punto che lui aprì gli occhi – Chiara, – mormorò accennando un lieve sorriso i cui tratta erano ancora un po' induriti dal sonno. – Vai già via? –
Ebbi un sussulto! Sentendomi tremendamente in colpa e travolta dall'imbarazzo risposi : – Già – . Avevo la salivazione azzerata, la gola era secca e le parole facevano fatica a uscire dalla mia bocca – Mi dispiace, non volevo svegliarti, ma devo assolutamente correre a casa e poi al lavoro. –
Lui mi scrutò contrariato, mettendosi a sedere. Il bellissimo colore dei suoi occhi, di un azzurro molto intenso, il classico colore del mare in una calda giornata d'estate mi colpì profondamente, ma in quel momento il suo sguardo mi avvolgeva di disagio.
-Non ti fermi per colazione? Sai caffè e spremuta sono le mie specialità.... – mi disse afferrandomi un braccio e strizzando l'occhio.
Gli rivolsi un rapido sorriso, poi lo ringraziai, declinando cortesemente la sua offerta.
-Lasciami almeno il tuo numero di telefono prima di uscire, – mi chiese senza nascondere un velo di mortificazione.
Annuii, convinta che tanto quel numero sarebbe servito a ben poco. Sicuramente per lui ero stato il peggiore incontro della sua vita e non si sarebbe più fatto vivo. Dopo aver annotato il mio nome e il numero di telefono mi precipitai fuori.
All'aria aperta il sollievo che credevo di provare non riuscì a prendere il sopravvento su quello stato di sconforto che mi stava divorando internamente. Una notte trascorsa nel letto di uno sconosciuto mi faceva sentire ancora più sola....
Avevo promesso a Giulia, la mia migliore amica che non sarei stata la me triste di sempre, almeno non nel giorno del suo matrimonio, per cui mi ero armata di coraggio e avevo orgogliosamente sfoggiato il mio sorriso migliore per tutte quelle vecchie compagne di scuola che si presentavano ostentando maliziosamente marito e figli.
Da quando, tre anni prima, Marco se ne era andato via e un'incidente lo aveva portato lontano da me per sempre, non ero uscita con molti uomini. All'inizio l'idea di cominciare una nuova relazione mi terrorizzava poi questi sentimenti così negativi e devastanti avevano lasciato il posto alla più assoluta apatia. Solo ultimamente avevo incominciato a desiderare di nuovo la compagnia dell'altro sesso, ma avevo scoperto che, per le cicatrici che mi aveva lasciato il passato, non era affatto facile trovarla. Non ero disposta, dopo aver conosciuto il vero amore, a "svendermi" .
YOU ARE READING
Riscoprire l'amore
Short StoryLasciarsi abbandonare così, per giunta al matrimonio della sua migliore amica era stata senz'altro l'azione più istintiva e senza freni di tutta la sua vita