0 - Lacerante Ricordo (R)

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*"My heart went down with youAt your funeral I was buried tooMy life, it ended with yoursAnd I

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*"My heart went down with you
At your funeral I was buried too
My life, it ended with yours
And I... exist no more"*

****

Mi guardo allo specchio del bagno dopo una nottata passata insonne, con una bottiglia di alcool tra le mani e un senso di vuoto incolmabile.
Ho la faccia sfatta, gli occhi gonfi, arrossati e lucidi. Addosso un completo funebre, ricavato semplicemente da una maglietta nera a maniche lunghe e dei pantaloni dello stesso colore. Non ho vestiti eleganti nel mio guardaroba, quindi mi sono arrangiato con quello che possiedo: poco.

Non mi riconosco...

Mi passo le mani sul viso, sfregandomi gli occhi. Sento la gola bruciare, segno che sto per scoppiare a piangere, di nuovo.
È ciò che continuo a fare da giorni, e sono stanco. Trattengo le lacrime a stento, causandomi solo altro dolore alla gola, che sta andando letteralmente a fuoco. Mi sciacquo la faccia con dell'acqua fredda, giusto per riassumere un aspetto abbastanza dignitoso, anche se non penso possa bastare della semplice acqua.

Dopo essere uscito mi butto sul divano, sdraiandomi e tenendo un braccio penzoloni. È una cosa da pazzi sentire ancora la loro presenza? Sono passati solo tre giorni dalla loro morte... Lo rifiuto. Mi rifiuto di credere che sia capitato a me. Mi rifiuto di credere che sia vero. Dopotutto, sono ancora convinto che da un momento all'altro aprirò gli occhi, ritrovandomi accanto a Ruth e Leah. E tutto sarà di nuovo come prima. Sì, sarà così. Voglio svegliarmi da questo maledetto incubo.

Mi alzo dal divano, muovendomi lentamente, prendo le chiavi di casa dal chiodino ed esco sbattendo la porta.
Da solo, come mai prima d'ora, mi incammino verso il cimitero.

Ho concordato con la famiglia Gray, che non avremmo lasciato le bare aperte durante la commemorazione, come si usa fare di solito. Oltre che, lasciare il corpo di un morto alla vista di tutti è una cosa che proprio non sopporto, i loro sono troppo sfigurati per poterlo fare.
Qualsiasi persona sana di mente, con un briciolo di cervello e umanità, si rifiuterebbe di mostrare i cadaveri tumefatti delle persone, specialmente se di mezzo c'è una bambina piccola. Io non sopporterei di vederle di nuovo in quello stato...
E vogliono che sia io a fare il loro elogio, perché, come mi ha detto sua madre: "Erano la tua famiglia."

Due bare bianche; una piccola che contiene il corpo di mia figlia, una grande che contiene quello della mia fidanzata, a filo con il terreno e appoggiate a delle corde che verranno usate per calarle giù.
Una fitta potentissima mi trafigge il cuore, come se mi avessero scagliato una freccia infuocata.

Svegliatemi, non sono pronto per questo...

Il mio migliore amico mi sta accanto, tenendo una mano sulla mia spalla, l'alta stretta attorno a quella di sua moglie. Con loro sono venuti anche i loro bambini, che si guardano intorno, disorientati. Marcus e la madre di Ruth, invece, sono poco distanti da noi. Si stanno abbracciando e piangono. Non vado a unirmi al loro dolore e loro non si uniscono al mio, come giusto che sia.

Non c'è moltissima gente, giusto qualche amica di Ruth, un paio di maestre di Leah e dei parenti della famiglia Gray. Le uniche componenti della famiglia Jaiden, oltre a me, si trovano in una bara.

Ogni persona presente mi ha fatto le condoglianze a modo proprio, qualcuno non mi si scrollava più di dosso e altri, invece, mi hanno tartassato chiedendomi se avessi bisogno di qualche aiuto o supporto particolare.

«Nicholas, caro...» La voce della madre di Ruth mi richiama dai miei pensieri. Alzo lo sguardo e lo punto su di lei che, come me, ha gli occhi distrutti. «Te la senti ancora di fare l'elogio? Se non vuoi non importa, Nicholas, lo posso capire.»

Non le rispondo e abbasso nuovamente lo sguardo.
Di malavoglia, mi avvicino alle buche, stringendo tra le mani il pezzo di carta su cui c'è scritto quello che dovrei dire, ormai ridotto ad un cencio. Sospiro, ripongo il foglietto in tasca e mi schiarisco la voce.
Dirò quello che mi passa per la testa in questo momento, non qualcosa di già scritto. Osservo le persone presenti, che mi stanno guardando, aspettando che parli. Troppi occhi a fissarmi, squadrarmi...
Vado in confusione e cado sulle ginocchia, scosso dai fremiti di un pianto disperato, che non riesco a far cessare né riesco a controllare. Mi porto le mani davanti al viso, inondandole di mille e più lacrime.

«No, no... Questo non può essere successo a me.»

Qualcuno mi sta chiamando e cerca di alzarmi da terra, ma non glielo permetto, avvicinandomi ancora di più alle loro bare, toccandole.

«Perché? Perché?»

La persona riesce a tirarmi su e ad allontanarmi di peso e, nonostante le mie proteste e richieste di non farlo, vedo le bare calare giù, sempre più giù, fino a non vederle.

«No!» grido, quando stanno iniziando a buttare la terra sopra le casse. «Aspettate un attimo, vi prego.»

Mi guardo in giro, con lo sguardo appannato e poco distante riesco a individuare delle rose bianche.
Mi avvicino al cespuglietto e ne sradico due, ferendomi le mani e portandole alle buche. Getto lo sguardo in basso, guardando le bare e la terra, con la testa che gira. Getto le rose una in ogni buca, facendole atterrare sulle casse.

«Vi amerò per sempre» sussurro. «Fino alla fine dei miei giorni ed ancora oltre»


*"Il mio cuore è andato giù con te.
Al tuo funerale sono stato sepolto anche io.
La mia vita è finita con la tua.
Ed io, non esisto più"
~Cross my heart and hope to die - Sentenced~

Delirium (Storia In Fase Di Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora