Lacrime a colazione

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Animus-ignotus

-Il 1918 fu l'anno della svolta per l'Italia e per tutti i paesi coinvolti in quella guerra.

I soldati rimasti in vita gridavano dalla felicità: sarebbero finalmente tornati a casa. Io ero uno di questi, tesoro. Ero uno di quei fortunati che avevano il privilegio di tornare a casa, di riabbracciare la famiglia e rivedere le terre ormai dimenticate. L'Italia uscì vittoriosa da quella guerra: tutti i territori furono riacquistati da essa e, dopo la guerra, l'economia del paese ripartì. Un boom economico sensazionale: quello che stava succedendo era ciò che tutti avevano sperato fin dall'inizio.

Arianna ascoltava le parole di suo nonno senza fiatare, provando ad immaginare un'Italia in cui prosperità e felicità erano all'ordine del giorno.

-In realtà, c'era un uomo che, dopo la Grande Guerra, tentò di salire al potere con la forza. Il suo nome era Benito Mussolini.
Fu esiliato poco dopo che le sue intenzioni vennero a galla: da quanto si diceva a Milano a quei tempi, non era per niente una bella persona. Si diceva che i suoi modi fossero rudi e per niente ragionevoli.
Immagina piccola mia, con uno come lui probabilmente saremmo entrati in un'altra guerra. L'Italia era pronta? Sicuramente a livello morale no, molte persone avevano perso i loro figli, i loro mariti e i loro nipoti nella Grande Guerra.

Il signor Marconi tossì forte. Arianna decise di alzarsi e chiudere le tapparelle: lei aveva sentito abbastanza e suo nonno aveva bisogno di riposare.
Si congedò da suo nonno e si diresse verso la cucina, dove sua madre e suo padre stavano discutendo.
Quando la videro, sua madre si illuminò, aveva bisogno di alcune cose per i prossimi giorni.

-Arianna, potresti andare al supermercato a comprarmi il pane, il latte e delle arance, per favore?

-Certo mamma.

La sedicenne si avviò verso l'ingresso di casa, si mise il giubbotto ormai consumato e uscì.
Il tempo era orribile: delle nuvole grigie ricoprivano tutto il cielo egli alberi spogli di fine gennaio erano perfetti per quel quadro invernale.
Arianna decise di prendere la strada che portava al centro della città, avrebbe fatto più in fretta così.
Nella sua passeggiata, vide gente a terra chiedere l'elemosina: persone che supplicavano di essere aiutate, che dicevano di avere una famiglia da mantenere.
Erano troppe le persone nella stessa situazione.

Arianna continuava a camminare e, più vedeva quella gente distrutta, più pensava a quello che gli aveva detto suo nonno come un sogno.
Un'Italia fantastica dal punto di vista economico e amministrativo; le persone felici, contente del loro Re.
Non riusciva ad immaginare tutto quello: le sembrava una cosa troppo lontana.
La vita, in quella cittadina in provincia di Milano, era orribile.
Il governo italiano era un totale disastro: politici incompetenti guidati da un re incompetente.
Quella era la vita.

Tutto ciò ebbe inizio qualche anno dopo l'abdicazione del Re Vittorio Emanuele III. Con il Re Vittorio Emanuele III, anche i figli andarono via, e questo portò a degli scontri tra gli aspiranti al titolo di "Re D'Italia".
Tutti tentavano di mostrarsi comprensivi nei confronti del popolo.
Salì sul trono un certo Armando Filippo, un uomo dai comportamenti rozzi e parecchio inusuali. Mentre lui viveva la sua bella vita nella sua reggia a Roma, i cittadini chiedevano aiuto, volevano ritornare a vivere come ai vecchi tempi.
Ben presto il Re fu esiliato, ma al potere salì qualcuno di peggiore.Qualcuno che, ancora nel 2000 era presente: il Re Osvaldo Orazio II di Romagna. Un uomo sempre ben vestito a cui piaceva far festa. Un uomo che, anche in un periodo di crisi come quello in cui si trovava l'Italia, non rinunciava mai ad un buon pranzetto. Si diceva che i suoi pasti fossero simili a dei banchetti nuziali e che alla servitù non lasciasse altro che i suoi avanzi.
A causa sua le condizioni in cui versava l'Italia peggiorarono, fino a diventare quello che la piccola Arianna continuava a vedere in ogni angolo di quella città.
In quei giorni, poi, il popolo era ancora più nervoso: il Re Osvaldo avrebbe fatto una delle sue rare apparizioni in pubblico. Probabilmente i cittadini non avrebbero potuto tirargli i pomodori dietro, dato che non potevano certo trovare dei pomodori in grande quantità, e poi, il Re sarebbe sicuramente sceso dalla sua macchina con quattro guardie per lato e con il suo improponibile cappello, anche quello troppo costoso perché uno dei "randagi", così come la servitù aveva sentito chiamare i cittadini italiani, potessero anche solo sfiorarlo.
Una volta, la moglie del panettiere aveva detto alla madre di Arianna che il Re fece arrestare due uomini perché avevano osato raccogliere il suo cellulare. 
Uomo più orribile di così può esistere?

Arianna si ritrovò ben presto in centro e, come al solito, vide le vecchie del paese guardarla male.
Ogni volta quelle vecchie facevano commenti di cattivo gusto su di lei e sul fatto che la sua famiglia avesse ancora i mezzi per sopravvivere e non chiedere l'elemosina, come se dovesse essere una colpa e non motivo di orgoglio.
Nel 2000 si pensava in questo modo: 'se hai i soldi per fare la spesa ogni sabato, sei amico stretto del mangione.'
"Il mangione", è così che chiamavano quel Re da strapazzo.

L'attenzione di Arianna, però, non venne catturata dalle due vecchie sedute sotto il portico, ma dai poliziotti che stavano pestando due uomini. Vide poi gli uomini in divisa allontanarsi e i due cittadini in una pozza di sangue. Quella era una scena ricorrente negli ultimi mesi. Più il mangione acquistava potere, più i poliziotti sentivano di avere il diritto di pestare i poveri popolani.
Un topo fu subito su uno dei due corpi stesi a terra e una signora arrivò per portarlo via: nessuno aveva più paura dei topi, erano un tratto comune.
I due uomini furono portati via con un furgone: li stavano portando all'ospedale. Il posto di cui la gente aveva più paura. Il posto con più scarafaggi della città. Il posto in cui i pazienti rimangono per giorni senza essere visitati a causa della mancanza di personale.
Le persone, in quel posto, erano sparse ovunque. Il sangue delle persone picchiate era sparso nei corridoi, così come il vomito.
Le pareti sporche e piene di muffa erano presenti in tutta la struttura: nessuno sarebbe voluto entrare lì dentro.
Al solo pensiero di quel posto, Arianna rabbrividì.
La ragazzina scosse la testa e decise di andare al supermercato per comprare le cose chieste dalla madre.

Una volta entrata nel supermercato, tentò di fare in fretta: voleva tornare in fretta a casa, aveva troppa paura di essere aggredita e derubata.
Quando trovò sia il pane che il latte, decise di andare a prendere le arance e, con un po' di difficoltà, trovò anche quelle.
Arianna iniziò a sorridere quando vide la cassa: sarebbe potuta tornare a casa velocemente.
Prima di arrivare alla cassa, però, inciampò per l'ennesima volta su una mattonella rotta. Era difficile vedere dove fossero le mattonelle ridotte in quello stato a causa della luce debole che proveniva dalle poche lampadine buone rimaste.

-Salve signorina.

La cassiera le rivolse un sorriso cordiale e Arianna riuscì a vedere un po' di umanità.

-Salve.

Dopo aver messo i suoi acquisti in una borsa, si avviò verso l'uscita.
Per tornare a casa, ripercorse la strada fatta per andare al supermercato. Gli occhi di tutti erano su di lei e sulle sue borse.
Alcuni erano felici che una ragazzina avesse abbastanza soldi per mangiare e crescere sana, altri però, erano solo invidiosi. Avrebbero voluto prenderle le buste dalle mani.
Sentiva gli occhi della gente su di lei e cercava di camminare il più velocemente possibile.
Arrivata alla via che portava a casa sua però, iniziò a rallentare. Vedeva ancora quelle persone chiedere l'elemosina. Arianna decise che avrebbe dato un'arancia ad ognuna delle otto persone lì presenti.
Non poteva fare più di così. La gente credeva che lei e la sua famiglia fossero benestanti, quando la realtà era diversa: anche loro avevano diversi problemi e avevano paura di rimanere senza soldi e senza un lavoro.

Quando aprì la porta di casa, capì che aveva visto abbastanza degrado per quel giorno, così portò alla madre gli alimenti da lei richiesti e le chiese se nonno Gustavo fosse sveglio. Si rallegrò quando sua madre le fece capire che lo era: avrebbe potuto ancora ascoltare le meravigliose storie di un'Italia prospera e si sarebbe potuta perdere in esse ancora una volta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 30, 2017 ⏰

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