Salti tu, salto io

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Il sole era alto su Liverpool e nessuna nuvola segnava il cielo azzurro. Le temperature, nonostante fosse solo metà aprile, erano piuttosto miti, rendendo così quella giornata primaverile ancora più piacevole agli occhi degli abitanti.

L'orologio appeso in un pub situato nei pressi del porto segnava appena le 11:55 quando delle grida di felicità si alzarono improvvisamente, richiamando l'attenzione di tutti i presenti.
Due ragazzi erano infatti reduci di un'imminente vittoria al pocker, la quale aveva permesso loro di portarsi a casa ben due biglietti di terza classe per il transatlantico che di lì a pochi minuti sarebbe partito, lasciando le coste dell'Inghilterra, per approdare alcuni giorni dopo a New York.

Benjamin e Zambo, così si faceva chiamare il suo migliore amico italiano, stavano correndo in direzione del ponte d'imbarco quando, saltando il controllo di sicurezza dei passeggeri, riuscirono finalmente a salire a bordo.

La sera sopraggiunse rapidamente e con lei arrivarono le stelle ad illuminare quella splendida e calma notte.
Benjamin era comodamente sdraiato su una panchina del ponte di passaggio, intento a fumare una sigaretta per rilassarsi. Il suo attimo di relax duro però ben poco. Dei passi appartenenti ad un giovane ragazzo lo obbligarono ad alzarsi e a controllare cosa stesse succedendo.
Mai e poi mai si sarebbe immaginato di vedere un giovane correre verso le paratie e salirvi sopra. La reazione del moro fu improvvisa e senza pensarci due volte cercò di raggiungerlo nel minor tempo possibile.

"Allontanati o mi butto!" Aveva urlato e Benjamin non poté far altro che fermarsi, ammirando il più piccolo. Doveva infatti ammettere che si trattava proprio di un bel ragazzo: biondo, occhi azzurri, corporatura esile. Indossava un completo di lusso, quindi doveva per forza appartenere alla prima classe.

"So che non lo farai." Gli aveva riposto Benjamin senza muoversi dalla sua posizione.

"Tu non mi conosci."

"No, ma sono abbastanza sicuro che tu non abbia il coraggio di farlo."

"Smettila! Non sono un codardo come credi!"

"Ok, va bene, tranquillo, mi fido. Piuttosto dimmi come ti chiami, così magari inizio a conoscerti meglio."

"Federico."

"Piacere Federico, io sono Benjamin."
Disse il moro allungando la sua mano.
"Afferrala così ti aiuto a tornare a bordo."

Il più piccolo non se lo fece ripetere due volte, ma, proprio quando le sue dita stavano per raggiungere quelle del maggiore, Federico si sbilanciò, rischiando così di cadere.
Fortunatamente, tuttavia, Benjamin riuscì ad afferrarlo, salvandolo.
Negli attimi a seguire arrivarono anche altri ragazzi in loro soccorso, che il moro scoprì essere il fidanzato di Federico, Jack, e Spicer, maggiordomo e fedele guardia del corpo di Jack.
Per "ringrazialo" del suo servizio, il fidanzato decise di invitare Benjamin a cena la sera successiva, convinto di poter farlo sentire completamente a disagio con gli altri commensali.

Il giorno dopo Benjamin e Federico decisero di rivedersi sul ponte per potersi conoscere meglio e chiacchierare tranquillamente. Entrambi avevano infatti provato sin da subito una certa sintonia e perché no, anche un po' di attrazione.
Federico aveva scoperto che il moro amava le arti, la pittura in particolar modo, che lo portava ad eseguire ritratti giudicati splendidi dal più piccolo.

"Probabilmente ti starai chiedendo per quali ragioni un ricco come me dovrebbe pensare di buttarsi giù da una nave..." disse con un filo di voce il biondino.

"In realtà no, ma se vuoi raccontamelo sarò lieto di ascoltarti."

"Ben è come se mi sentissi in trappola. Tutti mi dicono cosa devo fare, come devo comportarmi e io non ce la faccio più."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 18, 2018 ⏰

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