Mi sveglio, ho un malditesta assurdo. Ieri sera non sarei dovuto andare a casa di Brandon, eravamo tutti ubriachi dopo mezz'ora, ma era l'ultima occasione per divertirmi con la maggior parte dei miei amici. Mi alzo e vado fino all'armadio, prendo una maglia e un pantalone a caso. Kate... Kate cazzo! Adesso cosa si aspetterà? Non volevo farlo, ma è stato più forte di me, in più non è che fossi così lucido. La ignorerò stamattina, non posso fare diversamente. Scendo le scale, come sempre in casa non c'è nessuno, i miei sono al lavoro e mio fratello è un po' che non torna a trovarci. Ha 24 anni, 6 in più di me, e l'anno scorso si è trasferito a Sidney, in Australia. Lì ha aperto un ristorante e da quanto ci racconta gli affari vanno bene. Prendo lo zaino, una brioche ed esco di casa incamminandomi verso la scuola. Abito in una piccola città, Canterbury, nei pressi di Londra. Che per quanto mi abbia sempre affascinato ci sono stato solo una o due volte da piccolo. Arrivato davanti al The King's, uno dei pochi licei di Canterbury, trovo Brandon su una panchina ad aspettarmi. Tutte le ragazze nel raggio di 20km gli stanno lanciando occhiate maliziose ridacchiando fra loro e la cosa è piuttosto normale visto che il mio amico è un ammasso di muscoli. Non che la cosa mi dia fastidio, quelli non mancano neanche a me. Noto subito Kate, sta parlando con Lily, e per fortuna non mi ha ancora notato. Corro a sedermi vicino a Brandon.
< Ma dove le trovi tutte ste energie? Io sto dormendo in piedi > dice Brandon sbadigliando.
< Kate non mi ha ancora visto >
< Dovrai affrontare la cosa prima o poi sai > un ghigno divertito appare sul suo volto.
< Grazie, una perla di saggezza proprio > sbuffo.
< Comunque... Con Lily? > provo a chiedere.
< Niente, assolutamente niente. Dopo che tu e Kate siete andati di là, lei si è alzata, ha bevuto un'altro shot e se n'è andata. Ce l'ho ancora duro solo a pensarci > sbotta lui.
< Cosa? Non ci posso credere, il primo rifiuto dalla seconda elementare. Andrò a stringerle la mano > dico ridendo.
< Fai pure. Tanto lei mi vuole, glielo leggevo negli occhi. Quindi una settimana nemmeno e sarà mia >
Suona la campanella.
< Aspettiamo che entri > dico, tirandolo per il braccio. Lui mi guarda come se fossi scemo.
< Dopo le parlo, tranquillo > lo rassicuro.
Ci alziamo ed entriamo. Il The King's è abbastanza grande ed immerso nel verde, mi sono sempre trovato bene qui. Attraversiamo il corridoio fino ai nostri armadietti.
< Che hai la prima ora? > mi chiede.
< Scienze, ho più voglia di buttarmi sotto un treno >
< Dai, è l'ultima volta per te > mi da' una pacca sulla spalla e abbassando lo sguardo va verso la sua classe. Non ci avevo pensato, è l'ultima volta. L'ultima volta che attraversavo i corridoi, l'ultima volta che aprivo il mio armadietto. Sto per fare una cazzata, forse la più grande della mia vita. Mi avvio verso l'aula di scienze cercando di pensare il meno possibile.
Entro e mi vado a sedere al mio solito banco. Il Professor Dawson entra, si siede ed inizia a blaterare la solita roba che tanto io non capirò. Odio scienze, la odio ma oggi è l'ultimo giorno in cui dovrò cercare di capirla. È l'ultimo giorno che passerò insieme a Brandon. Insieme a Kate, lei prenderà il diploma, troverà qualcuno che le starà accanto mentre io non ci sarò. Non posso sopportare il solo pensiero.
< Signor Harris? È con noi? >
< Si scusi prof, stavo pensando ad altro > mi giustifico.
< Le conviene pensare a ciò che sto dicendo, non manca molto alla maturità. Ian, cerca di stare attento >
La maturità che io non darò, annuisco cercando di stare calmo. Sto prendendo la decisione giusta, è quello che pianifico da anni ormai. Devo solo essere abbastanza forte da reggere le conseguenze. Mi concentro su altro e quest'ora passa, passano anche le altre. Manca solo un'ora, la mia ultima ora di scuola. Entro in classe e so che troverò anche lei, l'ultima ora del sabato mattina abbiamo letteratura insieme. È seduta nel banco davanti al mio e mi guarda come se sapesse che qualcosa non va, non potevo comunque nasconderglielo ancora per molto. Mi conosce troppo bene. Mi siedo facendo finta di niente e mentre la prof spiega io mi perdo nei boccoli dei suoi capelli, i miei ricordi tornano alla sera prima.
Erano le nove e un quarto quando stavo parcheggiando davanti a casa sua, mi aveva chiesto se le davo un passaggio fino alla festa da Brandon. Erano mesi che mi provocava in ogni modo, sapevo che quella sera non sarebbe mancata l'occasione e mi ero preparato psicologicamente. Ma poi lei è uscita di casa vestita praticamente con niente e io ho iniziato a pensare che sta volta non sarebbe finita bene.
< Ma che cazzo ti sei messa? > gli ho urlato.
< Quello che mi metto non è affar tuo > mi ha risposto.
< Ma non hai niente addosso cazzo. Se fossi la mia ragazza.. >
< Sei geloso? > mi interrompe.
< Io? Ma cosa? Scusami se non voglio che la mia migliore amica vada in giro nuda! > ho detto.
< Ma se è un vestito normalissimo? Copre tutto ciò che va coperto > è salita in macchina e io ho fatto lo stesso.
< Non tutto > il mio tono era più basso.
< Cosa non sarebbe coperto? > ora lei stava quasi sussurrando. Io mi sono girato verso il suo sedile ed ho abbassato lo sguardo, che prima mi ero obbligato a tenere dal suo collo in su, e ho avvicinato lentamente la mia mano a lei. Stava trattenendo il respiro, lo stavo trattenendo anch'io. Le ho sfiorato il bordo della scollatura e poi l'ho spostato verso l'alto, coprendo un po' di più il suo seno. Ho ritirato veloce la mano e ho acceso la macchina.
< Così va meglio >
Lei non ha risposto ed io non ho avuto il coraggio di guardarla fino a quando le ho aperto la portiera a casa di Brandon. Siamo entrati e ci siamo praticamente divisi subito, le aveva trovato Lily e io ero andato da Brandon dove ho iniziato a bere tutto quello che trovavo. Proprio quando mi stavo rendendo conto di aver esagerato quel pirla del mio amico ha avuto la grandissima idea di giocare a obbligo o verità come dei dodicenni.
< Ian inizia tu > mi ha detto.
< Brandon. Obbligo o verità? >
< Obbligo >
Sapeva che non gli avrei mai fatto fare qualcosa che non voleva.
< Bacia Lily >
Lily, che era seduta vicino a Kate, ha riflettuto qualche secondo poi ha buttato giù due shottini di vodka e si è lanciata verso la poltrona dove era seduto Brandon. Gli è saltata addosso ed ha iniziato a baciarlo, più il bacio si faceva appassionato più la sua mano scendeva. Quando è arrivata a toccarglielo, lui ha iniziato a emettere piccoli gemiti. Lily ha alzato timidamente lo sguardo verso di me, e sarà stato il momento, l'alcool o il suo sguardo così innocente, ma mi sono alzato,l'ho presa in braccio e ho iniziato a baciarla. E Dio, quant'era bello. Desideravo farlo da non so quanto tempo. L'ho portata nella prima camera che ho trovato e gli ho tolto quel vestitino baciandole ogni singola parte del corpo. Le sono entrato dentro e mi ricordo ogni singola sensazione fino a quando lei è venuta gridando il mio nome.
Sento la campanella suonare e torno alla realtà, lei è in piedi davanti a me e io non posso permettermi di avere pensieri del genere.
< Ian? Tutto okay? > mi chiede.
< Oh si, si > rispondo in fretta mettendo via la roba nello zaino.
< Sicuro? Sembri strano, se è per ieri sera io ne vorrei parlare. Non avrei dovuto, è stata tutta colpa mia.. >
< Non è colpa tua, non mi pento di nulla. E se potessi tornare indietro lo rifarei > dico.
Il suo sguardo da triste si fa dolce e io non posso resisterle.
< Ora devo andare, ci vediamo Kate >
< Si certo, ci vediamo > risponde un po sorpresa dalla mia fretta. Prendo lo zaino e mi precipito fuori, in corridoio incontro Brandon. Avevamo deciso che saremmo andati a mangiare fuori io e lui, da Oscar & Bentleys, dove andavamo fin da bambini.
< Ian > mi saluta. < Che c'è le hai parlato? Non sembra essere andata bene >
< Infatti non è andata bene per un cazzo. Le ho detto tipo che non mi pento di ciò che ho fatto e che lo rifarei? Cioè ti rendi conto, sono un coglione. Sono un grandissimo coglione > rispondo arrabbiato con me stesso.
< Le hai detto la verità, è la cosa migliore che tu potessi fare prima di andartene > il suo sguardo si fa malinconico.
< Brandon, noi ci terremo in contatto. Lo sai vero? >
< Si lo so, ma non sarà come averti qui amico > dice. Non so cosa rispondergli quindi iniziamo ad incamminarci verso il ristorante. Durante la strada nessuno parla, io sto pensando che per un bel po' non passerò di qui e lui probabilmente che passerà di qui senza di me. Arrivati entriamo, adoro questo posto. Mi ricorda un sacco quelle birrerie antiche, a parte che a Canterbury tutto è un po' antico.
< Hey ragazzi, vi porto il solito? >
< Grazie Ben > lo ringrazia Brandon.
Ci sediamo a tavola e mangiamo fish & cips parlando di quando eravamo bambini e guardiamo una partita alla TV appesa giocando a bigliardino come abbiamo sempre fatto.
< Il treno parte alle 5.00, meglio che vai > mi dice Brandon ad un certo punto.
< Dio Bran, mi mancherai un sacco > dico abbracciandolo.
< Anche tu, fatti sentire > ci guardiamo per un momento negli occhi poi mi giro ed esco.
È terribilmente difficile, i miei genitori, Brandon, Kate. Mi mancheranno persino i miei compagni di football. Devo pensare a me stesso, a quello che voglio io. Cammino più veloce. Arrivo alla stazione con dieci minuti di anticipo. Ci siamo solo io, un signore anziano, una famiglia che sta tornando a casa ed una ragazza che sta correndo verso di me. Aspetta che cazzo sta facendo? Mi si fionda davanti e mi tira uno schiaffo in piena faccia.
< Kate? >
< Ma che volevi fare stronzo di merda? Pensavi di partire senza dirmi niente, dopo quello che è successo? > la sua voce si fa da arrabbiata a triste. < Sai che ti amo, che ti amo da un pezzo >
Mi prende e mi bacia, non è un bacio appassionato come quello di ieri sera. È molto più bello, più dolce e vero. Una lacrima le scende sulla guancia, io mi stacco e gliela asciugo.
< Scusami, mi dispiace. Non avrei dovuto.. > cerca di scusarsi.
< Niente, non fa niente. Va tutto bene > la tranquillizzo.
< Perchè Ian? Perchè Londra? > mi chiede.
< Perchè io non posso rimanere qui un secondo di più, non ho mai sentito questo posto come casa mia. Io voglio vedere qualcosa di più grande. Voi non c'entrate niente, nè tu nè Brandon. Sono io il problema >
< Non voglio che tu te ne vada > scuote la testa. < Poi dove dormirai? Non hai parenti a Londra >
< Troverò un modo, non ti preoccupare > dico.
< Non posso non preoccuparmi! > sbotta. Vedo il treno che si avvicina e la stringo a me il più forte possibile.
< Ciao Kate > dico.
< Ci vediamo > risponde lei e un sorriso si apre sul suo volto.
Sorrido anche io mentre salgo sul treno e le porte si chiudono.------------------
Eiiii💓, ho iniziato questo libro e spero che il primo capitolo vi piaccia.