La prima volta che Susan vide Niall, lei aveva appena finito una lezione che sembrava interminabile. Scorrazzava tra i lunghi corridoi dell’università il più velocemente possibile per tornarsene a casa e rilassarsi davanti ad un film. Metà dei libri stretti al petto e l’altra metà all'interno dello zaino. La professoressa ci era andata giù pesante con tutti quegli esercizi di fonologia e morfologia.
«Sun!». Si fermò al centro del corridoio. Chiuse gli occhi in due fessure per cercare la sua migliore amica; l’unica che aveva deciso di chiamarla Sun per il resto della sua vita. Guardò a destra e poi a sinistra, finché non notò un braccio sventolare da una parte all’altra. Sorrise e la raggiunse. Non la vedeva da quasi una settimana. Era tornata nel Cheshire dalla sua famiglia, lasciandola a casa da sola.
«Gems!» disse Susan abbracciandola. Aveva sempre il solito profumo che le ricordava la primavera, proprio come le gemme in fiore. Rose, fiori di lilla, calycanthus, tutto ciò che potesse ricordare la tiepida stagione era in lei. Il suo sorriso solare che lasciava tutti con il fiato sospeso; moriva in due dolci fossette che Sun si divertiva spesso a pizzicare. I suoi occhi di un verde intenso, le facevano quasi paura da quanto belli fossero. I lunghi capelli sempre di una tinta diversa che –a volte- Sun attorcigliava mentre guardavano un film.
«Mi sei mancata» dissero all’unisono. Sorrisero e cominciarono a camminare verso l’uscita. Aveva così tanta voglia di parlare con lei che quasi le esplodeva la testa da tutto quello che voleva dirle. Dal canto suo, Gemma voleva raccontarle tutto quello che era successo in quei pochi giorni in cui era tornata a casa, ma si trattenne. Sorrise voltandosi verso l’amica.
«C’è Harry» disse sorridendo. Susan si aprì in un sorriso dolce. Harry non solo era il fratello di Gemma, ma era anche il suo migliore amico. Non era da tutti i giorni avere migliori amici così, ma Susan si riteneva la ragazza più fortunata del mondo. Lui era sempre in giro per il mondo con la band e le volte in cui si sentivano aveva sempre paura di disturbare. Gemma indicò un furgone nero parcheggiato non troppo distante dall’edificio. Sun sorrise nuovamente, mentre i suoi occhi brillavano. Raggiunsero il veicolo in un attimo ed entrarono.
«Sun!» esclamò lui abbracciandola. Susan nascose la testa nell’incavo del suo collo e aspirò a pieni polmoni il suo profumo di mogano e tek. Le era mancato da morire e vederlo era quasi una visione; un miraggio nel deserto. Era così felice che pensò che il cuore potesse scoppiarle da un momento all’altro.
«Dio, Harry --disse con la voce spezzata-- mi sei mancato così tanto». Era di nuovo tra le sue braccia e –se fosse stato per lei- non lo avrebbe mai più lasciato andare. Era successo tutto così in fretta. Il provino, il bootcamp, la formazione della band. Sun era molto felice per lui, aveva finalmente realizzato il suo sogno. A lei cosa rimaneva? Uno spazio vuoto durante la pausa pranzo, durante le ore di studio in biblioteca, sull’autobus. Gemma aveva ormai finito gli studi e si era trasferita a Londra ed era quindi rimasta da sola in quel paesino dello Cheshire. Due terzi di lei erano andati via con loro, il rimanente era rimasto nella sua stanza a piangere.
«Mi sei mancata anche tu» rispose lui scostandosi di poco. Le sorrise leggermente mentre asciugava con i pollici le lacrime che le rigavano le guance. Era così bello riaverlo insieme a lei; non avrebbe mai voluto lasciarlo andare di nuovo. Scacciò via quel pensiero egoistico e sorrise per farlo contento. Accanto a lui c’era un altro ragazzo. La prima cosa che notò era che anche lui, come Harry, era molto bello. Occhi verde marino che sorridevano splendenti. Le sorrise teneramente e poi le porse la mano.
«Io sono Louis --disse il ragazzo non appena Sun prese la sua mano-- Harry mi ha parlato molto di te». Susan non può far altro che sorridere. Harry, nonostante tutto, era rimasto sempre lo stesso. Lo stesso ragazzo che andava in giro a raccontare di lei, vantandosi di avere una migliore amica come lei.
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Sunshine
Short Story[...] Solo quando scese si accorse di essere in pessime condizioni. Era stata una giornata dura ed era scombussolata come poche. I capelli in disordine, i vestiti quotidiani, un filo di trucco per coprire le imperfezioni della pelle. Nulla in lei su...