I need to know, you won't let go.

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Mi soffermai a guardare il paesaggio. Di sera, il mare, era così calmo. Riuscivo a sentire la sua serenità, lo si capiva dal lento infrangersi delle onde sulla sabbia. Non c'erano persone pronte a rovinare le splendide spiagge, i bambini non schizzavano acqua. C'era solo un'assoluta tranquillità che avrei voluto durasse per sempre.
Anche se ero in vacanza da ormai un paio di settimane, già ero stanca dello stress che ogni giorno caratterizzava le mie giornate. Mi piaceva andare al mare, ma non mi piaceva la gente. Mi piaceva passeggiare per strade con gli auricolari e ascoltando Craig David, ma non mi piaceva la gente.
Sin da piccola, stare a contatto con altre persone non mi piaceva così tanto. Mi sentivo perennemente in soggezione, avevo quasi paura che potessero farmi del male. Come mio padre, che mi aveva abbandonato tra le grinfie di mia madre che non faceva altro che bere e drogarsi dalla mattina alla sera. Come i miei nonni, che mi avevano lasciato quando non ero ancora in grado di capirne il perché. Come i miei 'amici'. Come il mio ex fidanzato. Come me stessa.
Dopo l'ennesima delusione, avevo deciso di dare un taglio netto alla mia vita. Avevo deciso di cambiare, radicalmente. Avevo fatto crescere i capelli, cambiandone però il colore. Avevo deciso di cambiare città, compagnia, scuola, obiettivi. Avevo lavorato sulle mie passioni, avevo lavorato sul mio carattere, diventando più forte o almeno facendolo sembrare agli altri.
Perché dentro sapevo, che non sarei mai cambiata. Dentro sapevo che sarei rimasta la Sofie Callen di sempre.

Sofie.
Un nome così normale per una persona così complicata.

Mi strinsi su me stessa, sentii il silenzioso venticello freddo serale pizzicarmi le braccia scoperte. Faceva piuttosto freddo quella sera, il pomeriggio aveva piovuto per cui non c'era il caldo afoso come nei giorni precedenti. Forse è anche per questo che non c'è nessuno adesso, pensai.
Mi piaceva la solitudine, lo stare da sola e il poter pensare in pace, senza distrazioni. Senza rumori, senza musica, senza nessuna voce oltre alla mia. Era una bellissima sensazione quella di non dover dar conto a nessuno se non a te stessa, mi sentivo protetta e sapevo di proteggere il mio prossimo da un amaro destino.

Dal sapere che l'amore che dai, mai lo riceverai dalle persone a te care.

Avevo smesso di amare e di dare amore, da molto tempo ormai. Non volevo affezionarmi per poi rimanerci male dopo l'ennesimo abbandono, per cui avevo deciso di non tentare nemmeno di farmi nuovi amici nella mia nuova città. Forse l'unica persona di cui non sarei mai riuscita a fare a meno, era il mio tatuatore.
"Hei, che ci fai tutta sola?" un ragazzo mi si avvicinò, sedendosi poi sullo scoglio accanto al mio.
"Preferisco godermi la natura che la festa" risposi senza nemmeno guardarlo. Lo sentii avvicinarsi.
"Se qui da molto?" mi chiese ancora.
"Intendi in vacanza?" gli chiesi di rimando, portando le ginocchia al petto.
"Sì. Ti ho vista oggi in piscina, ma stavi sempre per conto tuo così pensavo che non ti fossi ancora ambientata" mi rispose, e solo in quel momento mi soffermai a guardarlo.
Gli occhi color nocciola brillavano quella sera, sotto la luce della luna. Il naso all'insù, piccolo e proporzionato gli dava un'aria dolce. Le sue labbra erano carnose, sembravano abbastanza morbide e quando si rese conto che lo stavo osservando a fondo, le sue labbra diedero spazio ad un sorriso. Non mi lasciai trasportare da quel sorriso e continuai ad osservarlo. Aveva i tratti del viso ben delineati, anche se comunque sembravano esser stati disegnati a matita da una mano morbida dai tratti molto tenui. I capelli, corti, dello stesso colore del grano si intonavano perfettamente col colore della sue pelle, chiara, dalla quale però si sorgeva un accenno di abbronzatura sulle gote.
Le sue spalle erano larghe, non eccessivamente muscolose, così come il suo corpo che sembrava allenato ma proporzionato.
Era senza ombra di dubbio un bel ragazzo. Ma io non mi lasciavo abbindolare dai ragazzi. O dalla gente in generale.
"A dire il vero sono qui da un po', oggi sono due settimane" gli dissi riprendendo a guardare il panorama che mi si poneva dinanzi. La luna era alta in cielo ed era così affascinata dal mare che aveva deciso di affacciarsi per poterlo osservare meglio creando così un riflesso luminoso nell'acqua cristallina. Proprio nell'esatto momento in cui scrutai con lo sguardo l'immenso oceano, due delfini uscirono fuori dall'acqua restando in aria per pochi secondi prima di tornare ad essere sommersi dal mare.

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