Capitolo 8

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AYA

Aya's POV

- flashback -

Un brivido di freddo mi attraversa, facendomi svegliare.
Quando apro gli occhi non vedo nulla, sento solo dell'acqua scorrere sotto di me, sento che se non sto attenta ai miei movimenti cadrò, sono terrorizzata.
Sento un dolore lancinante sulla fronte, dai miei occhi iniziano a sgorgare lacrime silenziose.
<Dove mi trovo?> Sussurro fra i singhiozzi, mentre sento delle ferite sul mio corpo bruciare ardentemente.
"Cosa ci faccio qui? E... Perché non ricordo niente?" Nella mia mente si annidano questi pensieri, pensieri che mi stringono in una letale morsa di paura per ore. L'unico rumore che sento e quello dell'acqua che sgorga sotto di me, quando riesco a calmarmi cerco di trovare una via d'uscita, spinta dalla fame.
Mi rendo conto di essere dentro una sorta di tubo, quindi seguo il suo percorso fino a cogliere un ambiente con più luce. Scendo dal tubo, mi rendo conto di essere in un luogo totalmente coperto e vasto, sono su una specie di ponte o di passaggio, sotto di esso scorre dell'acqua.
Mi guardo le mani: dalla luce fioca riesco a vedere la mia pelle pallida sporca di sangue e lerciume, mi rendo conto di essere ferita alle gambe e sulla schiena.
"Cosa mi è successo..?"
Confusa, continuo a camminare, seguendo uno di quei percorsi e rendendomi conto di essere dispersa in una sorta di labirinto. Vado avanti imperterrita, non avendo idea di cosa fare o dove andare.
Ad un certo punto trovo qualcosa, un obiettivo. Sento odore di cibo.
L'odore pungente della carne penetra nelle mie narici, il mio stomaco brontola e trascino il mio debole corpicino verso quella che sembra la fonte dell'odore, un piccolo spiazzo leggermente più luminoso del resto.
Rimango impietrita.
C'è un uomo che sta mangiando un vecchio.
Era un uomo di mezza età, i suoi occhi erano nei, la pupilla rossa e il volto sporco di sangue, come le sue mani. Si era girato verso di me sorpreso, era rimasto stranito vedendomi piangere.
Si pulì un po' la bocca, staccò un braccio dell'uomo di cui si stava nutrendo e si alzò, dirigendosi verso di me. Aveva un espressione compassionevole e preoccupata.
<Tieni piccoletta, si vede lontano un miglio che hai fame. Va tutto bene? Sembri uscita da un film dell'orrore con queste ferite e questa tunica ospedaliera. Se vuoi posso lasciarti la sua camicia.> Disse, indicando il cadavere dell' uomo dietro di lui e porgendomi quell'arto.
Io rabbrividì ma riuscì comunque a parlare.
<P-perchè stai m-mangiando quel s-signore?> Dissi fra le lacrime.
Lui si sorprese nuovamente.
<Perché? Eppure anche tu sei un Ghoul piccoletta. Mmm...> Si bloccò osservandomi attentamente.
<Chissà cosa ti è successo... Non posso aiutarti piccoletta, questo è tutto ciò che posso fare. Fai attenzione e sopravvivi.> Disse, poi la conversazione finì lì.
Lui divorò un buona parte del cadavere, lasciandomi probabilmente il resto mentre io fissavo sconvolta il braccio davanti a me. Mi guardò un attimo prima di saltare verso il tetto e andare via, lasciando solo un rumore metallico che associai a un tombino dietro sé.
"Sono nelle fogne quindi?"

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Dopo essermi calmata, decisi di mangiare. Ero un Ghoul, da quel che ricordo i Ghoul erano mostri che mangiavano la gente.
"Quindi sono un mostro" pensai fra le lacrime, mentre davo il primo morso. La carne era gustosa, il sangue gocciolò lungo la mia bocca e il mio mento, per poi cadere al suolo, mischiato al sapore salato delle lacrime.
Quando finì di mangiare decisi di prendere la camicia dai resti dell'uomo, cercai di pulirla e la indossai, alleviando leggermente i brividi di freddo che mi attraversavano. Mi sentivo molto meglio. Accorciai le maniche e feci a pezzi i resti del cadavere, li avvolsi nella tunica che indossavo e la misi a mo' di zaino, sotto la camicia. Probabilmente quello sarebbe stata la mia unica risorsa per molto tempo.

I'll protect you. • Renji Yomo • Tokyo GhoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora