Trovarono Todd Shaw – lo sguardo perso nel vuoto - seduto al bancone del Delish Pearl, una birra media stretta tra le dita.
Isabelle lo aveva raggiunto al telefonino una ventina di minuti prima, raccontandogli tra i singhiozzi cosa fosse accaduto. Mark, il barista del locale, aveva visto il ragazzo spegnersi poco alla volta, passando da un sorriso allegro al più cupo smarrimento.
Todd aveva pronunciato poche parole all'apparecchio, per lo più di circostanza, deglutendo faticosamente tra l'una e l'altra. Poi, dopo aver chiuso la conversazione, aveva bevuto in un sorso quanto rimaneva della pinta di fronte a sé ordinandone un'altra con un veloce gesto della mano.
Quando Lee, Cook e Ross fecero il loro ingresso nel locale semideserto, il detective non ci mise molto ad individuare in quel ragazzo abbronzato dagli occhi chiari e lucidi la persona che stavano cercando.
Aveva le spalle piegate e lo sguardo errante e vacuo di chi – colto alla sprovvista da una verità imprevista, ineluttabile – cerca con disperazione di rimanere ancorato alla realtà.
Lee si avvicinò al bancone lentamente, facendo segno al barista di allontanarsi. Ancora una volta si portò la mano al distintivo, permettendo all'uomo di metterlo a fuoco senza doversi presentare ad alta voce. Mark annuì, liberandosi dal grembiule ed uscendo in silenzio attraverso il piccolo sportellino laterale. Accennò un saluto in direzione dei guardiacaccia, e si andò a sedere ad uno dei pochi tavoli occupati della sala. I due uomini che lo occupavano lo accolsero con una pacca sulle spalle, riprendendo a parlare animatamente degli ultimi acquisti del Manchester City.
Lee si voltò verso Cook e Ross, indicandogli con la testa di prendere posto al bancone, un po' in disparte rispetto a dove Todd era seduto. Poi, dopo essersi schiarito la gola – più per far capire al ragazzo che si trovasse dietro di lui, che per una reale necessità – gli comparve di fianco, appoggiando una mano al banco.
«Todd Shaw?» chiese, con gentilezza.
Lui si limitò ad annuire, senza alzare la testa dal proprio bicchiere.
«Siamo...» cominciò il detective, venendo interrotto da un gesto apatico del ragazzo.
«Lo so, chi siete» rispose, portandosi il bicchiere alle labbra. «La signora Strong mi ha telefonato» aggiunse, lanciando una rapida occhiata, di traverso, ai due guardiacaccia.
«Allora sai anche perché siamo qui...» riprese Lee, senza scomporsi. Si lasciò cadere sullo sgabello di fianco a Todd, rimanendo rivolto con il corpo verso il centro del locale. Appoggiò le spalle al bancone, chiudendosi la mano sinistra nella destra. Con il pollice di quest'ultima fece ruotare un paio di volte la fede. Socchiuse gli occhi, domandandosi sorpreso cosa lo avesse messo così a disagio da ricorrere a quel gesto compensativo che – ormai ne era più che conscio – attuava spesso in presenza di forte stress.
«Perché il signor Strong e Marvin Simmons sono morti» sussurrò Todd, le parole amare come la birra che sentiva ancora pizzicare lungo la gola.
Lee si rese conto solo in quel momento che l'odore del dopobarba dell'altro gli ricordava quello che, per anni, aveva sentito in bagno ogni mattina, appena alzato.
Lasciò la presa sull'anello, senza riuscire ad impedirsi di prendere un profondo respiro. Le note di menta gli riempirono le narici, facendo riaffiorare una serie di ricordi che tentò – con un rapido movimento del capo – di lasciare da parte.
«Sembri molto addolorato dalla notizia» constatò quindi, concentrandosi sul profilo scuro dei capelli di Todd.
«Lo sono!» esplose lui, allargando le mani attorno al bicchiere, come a sottolineare un'ovvietà. «Il signor Strong ha insegnato informatica nel mio liceo per dieci anni, prima di andare a lavorare per quella azienda londinese!» aggiunse, prendendo un altro sorso di birra. «Quando ho iniziato a lavorare come giardiniere ha convinto la signora Strong ad assumermi in pianta stabile, tre giorni alla settimana. Senza di lui... starei ancora annaspando per racimolare un po' di soldi per uscire da casa dei miei.» La voce si incrinò, lasciandolo quasi senza fiato.
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The Strangers - thriller
Mystery / Thriller"Ore 18:30 indossare ausili di protezione." "Capsula - Impostore." "Dopo l'effetto proteggere i metalli." "Aspettare il segnale." "Riconsegnare simulatore ai propri simili." Questo lo strano messaggio che accompagna il rinvenimento - in un assola...