Capitolo 1

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Su Vostra Maestà il re Kevin Ackerman si diceva fosse un assassino spietato, mirato solamente ai propri obbiettivi.

Si diceva addestrasse, fin da quando era piccolo, il principe Rivaille nel combattimento corpo a corpo, rendendolo, se non il più forte, uno dei più forti guerrieri conosciuti.

Avevo, per grazia o per sfortuna, potuto sperimentare sulla mia stessa pelle la forza del suddetto ma non potevo affermare di aver conosciuto un lato malvagio in Vostra Maestà il re.

Fin dal mio arrivo si era dimostrato un uomo bonario, accondiscente alle mie richieste.

Dopo essermi riposato, con le parole di Rivaille impresse nella mente e il suo tocco ancora vivido sulla mia pelle, era sorto in me il desiderio di cavalcare.

Andai dal re che acconsentì e mi fece scortare da due dei tre uomini che il primo giorno mi avevo accolto, dissipando in me ogni timore.

Appresi che si chiamavano Eld e Ghunter.

L'uno aveva i capelli corti e neri mentre l'altro biondi come il grano, con un accenno di barba sul mento.

Non sembravano infastiditi da ciò che il re comandava, come la maggior parte delle guardie da me conosciute, ma anzi si rivelarono simpatici e volenterosi.

Perlomeno, in quel palazzo desolato, avrei avuto una buona compagnia.

Mi dovettero salutare, con il solito, sfarzoso inchino, quando arrivammo alle stalle, dalle quali proveniva un odore nauseabondo.

Ignorai il pizzicore al naso e cercai un cavallo adatto a me.

Ve n'era uno  -completamente bianco, il pelo lucido e morbido, la criniera quasi dorata- che trovai perfetto.

Iniziai ad accarezzargli il muso, incantato dai suoi occhioni neri.

<<Vuoi cavalcare?>>

Mi voltai di scatto al suono di quella voce così femminile eppure così dura.

Incontrai gli occhi azzurri e glaciali di una ragazza bionda, perfetta in tutto se non per il naso, particolare troppo grande sul suo viso dai tratti fini.

Ignorando volutamente la sua scortesia nel rivolgersi a me dandomi del tu le annuii, esibendomi in un gran sorriso.

Lei aprì il cancelletto che teneva rinchiuso l'animale, non prima di averlo imbrigliato.

<<Sei in grado di procedere al trotto?>>

<<Al trotto sì ma... Dove vivo io non si può procedere ad alta velocità, per cui non ho mai imparato.>> spiegai imbarazzato, grattandomi una guancia con l'indice.

La ragazza non rispose ma imbrigliò un altro cavallo, aprendo poi anche la sua celletta.

La guardai incuriosito, piegando leggermente il capo.

<<Oggi faremo una passeggiata nei dintorni al trotto, se vuoi nei prossimi giorni possiamo trovarci, così posso insegnarti.>> non ne fui certo, ma conoscendomi era probabile che i miei occhi, a quella proposta, si illuminarono.

<<Davvero lo faresti?!>> lei scosse semplicemente le spalle, saltando in groppa al suo cavallo.

La imitai, con un sorriso che di sparire dal mio volto non ne aveva l'intenzione.

Mi fece un cenno col capo ed insieme ci allontanammo dal castello, scendendo giù dalla collina.

<<Quanto tempo hai?>>

<<Credo fino a quando il sole non sarà sceso oltre il castello.>>

<<Ti andrebbe di visitare il villaggio?>>

Donami te stesso - Ereri/RirenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora