Capitolo 8

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Fede's Pov

È passata una settimana da quando siamo a Latina, ma ancora non ci siamo fatti un bagno, a me è arrivato il ciclo, e visto che il gruppetto non mi voleva lasciare sola a casa, sono stati con me. In questa settimana ha fatto caldissimo, ed era pericoloso stare sotto al sole, specialemente al primo sole, con quasi 40 gradi.

Stasera vado a cena da Nico, i suoi genitori non vedono l'ora di vedermi.

Tom è sempre stato gentile e dolce con me, come ho giá detto un bravo ragazzo. Ho conosciuto meglio Miki, e ha molte cose in comune con Vale, per questo vanno molto d'accordo. Riccardo invece, beh è tutta altra persona da come la consideravo. Quella notte sulla spiaggia è stato bellissimo. Ci siamo messi a guardare le stelle e lui si è addormentato come un bambino. Lo chiamai prima che mi addormentassi anch'io, non potevamo dormire in spiaggia, chissá cosa avrebbero pensato gli altri se ci avessero visto!

«Ragazzi, io vado, ci vediamo stasera.»
«Non tornare tardi.» Tom sembra mio padre. Gli faccio la linguaccia ed esco.

Mi incammino verso casa di Nico, in spiaggia ci sono ancora alcuni ragazzi, il mare è stupendo al tramonto.
Vedo un ragazzo seduto nella panchina che sto per raggiungere, sembra Nico, e quando si gira mi sorride, si è lui.
«Ica! Sono venuto a prenderti, piú o meno, visto che non ho la macchina.»
«Grazie!» lo abbraccio.

«Belli i tuoi occhiali, me li fai provare?» gli chiedo con il labbruccio. E lui accetta ridendo.
«Guarda! Mi stanno meglio i tuoi!» esclamo mentre mi specchio dal cellulare.
«Stupidina..»
«Ogni volta che usciamo, me li presterai!»
«Ok Ica.»
«Grazie!»

«Ecco siamo arrivati.»
Apre il cancello. La casa è simile, sempre a due piani. E non vedo l'ora di entrare.
Alla porta vedo Martina e Luca, corro ad abbracciarli.
«Come ti sei fatta grande!» esclamano entrambi, tipica frase di chi non ti vede da mesi.

«Dai entra.» mi invita sua madre dopo un pò di chiacchiere.
Appena varco la porta, quel profumo che ho sentito per tanti anni, mi trapassa le narici. I mobili sono quelli che avevano nella casa vecchia, solo la disposizione è cambiata un pò. Rivedo me e Nico, piccoli in salotto, a guardare la televisione, seduti sul divano. La cucina, che sporcammo tutta di farina per fare dei biscotti, che poi li bruciammo. Il bagno in cui facevamo le guerre con il sapone e l'acqua. La camera dei suoi, quella nessun ricordo perchè non potevamo entrare. E infine la sua camera, dove coloravamo gli album in bianco e nero, facevamo i compiti, saltavamo sul letto e parlavamo.

Ho mangiato davvero bene, mi mancavano queste cene a casa sua. Anche se sia Nico che i suoi genitori si sono comportati diversamente, erano piú cupi. Pure Nico da qualche mese era diventato strano, gli ho sempre chiesto cosa stesse succedendo. E lui non mi dava una risposta.

Dopo cena, saliamo in camera sua. Non è piú quella camera da bambino, ma da ragazzo. E questa cosa mi fa sentire bene, non so perchè. Ormai il mio Nico sta crescendo, cosí come io. E vedere che ci siamo stati sempre l'un per l'altro da quando siamo nati, è bellissimo.

«Sono felice.» inizia lui. Picchiettando il letto vicino a lui per farmi sedere lí.
«Di cosa?»
«Che tu abbia altri amici.»
Sorrido.
«Non sei geloso?»
«Ica, secondo te... Poi è sempre meglio degli amici in piú, non si sa mai.»
«Che cosa vuoi dire?»
«Niente, non ti preoccupare, parlo cosí in generale. Circondati di persone che ti vogliono bene. E stai attenta, l'apparenza inganna.»

Non capisco il perchè stia parlando cosí, è sicuro che la nostra amicizia finirá? Che non ci sará piú Ica e Ico? I nostri 16 anni di amicizia buttati via? Davvero, non lo capisco. Non mi ha mai parlato cosí.

«Nico - dico seria - hai paura che la nostra amicizia finisca? Non abbiamo mai litigato, siamo sempre stati bene.»
«Non si può sempre stare bene, ma non sto dicendo questo.»
«Vuoi buttare 16 anni di amicizia? Pensi che io mi dimentichi di te conoscendo altre persone? Tu non capisci che sei davvero importante per me, l'unico che mi vuole davvero bene. Io...» le lacrime iniziano a scendere, non so cosa mi stia succedendo. Un attacco di paura. Paura di perderlo.
«No Ica, non piangere... Non volevo.»
Mi abbraccia.
«Ricordi la promessa di 10 anni fa? Ecco. Le promesse non si rovinano. Io ti sto avvertendo in certe cose, stai entrando nel mondo dell'adolescenza.»
Lo abbraccio forte.
«Grazie Nico, ora vado.»

Saluto i suoi genitori e vado verso casa.
Erano cosí strani stasera, forse è successo qualcosa di grave, ma Nico me lo avrebbe detto subito. Non posso immaginare una vita senza Nico, per il momento solo Riccardo ha capito quanto io tenga a Nico. Cercherò di scoprire il motivo di quelle parole. Io devo saperlo. Nell'abbraccio lo sentivo debole, come senza forze.

«Fede...» sento una voce dietro di me.

Vi lascio cosí, sono cattiva lo so!

Stammi Vicino || Fede&RikiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora