La lettera

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Jace aveva ricevuto la lettera solo pochi giorni prima, firmata anonima.
Gli diceva di recarsi in un luogo sperduto in Scozia, al Castello di Hogwarts. Certo, è un nome davvero molto strano per un castello, ma lui sapeva che gli inglesi erano esattamente così: strani. Sapeva che non era il caso di seguire gli inviti di una persona che non conosceva, ma la curiosità era troppa. Per non insospettire Clary, Magnus, Katarina o Tessa aveva preferito viaggiare con dei mezzi mondani. Il giorno prima aveva preso l'aereo per Cork, per poi prendere il traghetto e arrivare a Belfast. Da lì aveva preso un treno per Edimburgo e si era fatto portare da esperti del posto alla zona descritta dalla lettera. «Scusate, quale sarebbe la strada più adatta per arrivare al castello da questo punto?» «Ma che problemi hai? Non c'è nessun castello in zona, e adesso sgancia i soldi, bello, o ti do un calcio in culo che ti rispedisco in America.» Jace ignoró l'offesa del mondano e pagò il conto. Proprio come aveva sospettato, il castello in questione era nascosto ai mondani da un incantesimo, quindi, come al solito, Jace si trovava in un contesto soprannaturale. Si stava dirigendo al castello quando vide un turbine di ghiaccio comparire dal nulla, e dal turbine vide uscire un ragazzo della sua età ricoperto di pellicce, con lunghi capelli castano scuro, occhi grigio glaciale e un'espressione sconvolta sul viso. «Ehm... piacere, sono Jace Herondale, e tu?» «Dove sono?» «Prima dimmi chi sei, poi ti dirò tutto quello che vuoi.» «Mio padre mi ha chiamato Jon Snow, bastardo di Grande Inverno.»

Reyna era appena scesa dalla fermata del treno a Glasgow. Mentre aspettava il treno successivo sulla panchina prese il telefono dalla tasca del cappotto. 10 chiamate perse da Annabeth. Tirò un sospiro che si condensó in una nuvoletta di vapore.
Era meglio che non sapesse di dove stava andando, cioè in un posto dove era stata invitata da una persona che nemmeno conosceva, ma la curiosità era troppa. Entrò nel bar di fianco a lei per prendersi un panino e una coca cola e per riscaldarsi un poco mentre mangiava. Appena uscita vide che era giusto in tempo per prendere il treno. Appena salita si tolse il berretto facendo cadere i riccioli scuri sulle spalle. Stava per prendere un libro da leggere quando vide la porta per lo scompartimento aprirsi e lo sguardo cortese di un ragazzo dai capelli neri come la notte che si arricciavano andando verso la fronte e con degli occhi verde foresta vestito elegantemente, e, nonostante l'età, portava un bastone da passeggio a cui erano incise quelle che Reyna riteneva le iniziali del ragazzo: T. R., insieme ad un anello con una pietra che sembrava onice. Sottobraccio aveva una bella ragazza della stessa età con i capelli scuri, lunghi e ricci che le ricadevano delicatamente sulle spalle, e il vestito blu scuro risaltava lo stesso colore degli occhi di lei. Il ragazzo rivolse a Reyna un sorriso caloroso. «Questo posto è occupato?» «No, no, sedetevi pure.» Restarono lì fermi in silenzio per un quarto d'ora, fino a quando la semidea non ruppe il silenzio. «Piacere, sono Reyna. Potrei sapere il vostro nome?» Il ragazzo sorrise. «Piacere mio. La ragazza con me è Bellatrix Lestrange, e io sono Tom Riddle. Chiamami Tom.»


«Faccia un buon viaggio, signor Stilinski.» «Grazie» Stiles chiuse la porta dello scompartimento. Lydia stava dormendo e aveva la testa appoggiata alla sua spalla.

Isabelle era appena salita sul treno quando vide Jace. Si rintanó velocemente nello scompartimento più vicino. Lei aveva ricevuto una lettera anonima che l'aveva invitata ad andare al castello di Hogwarts, ma non si immagina che ci fosse qualcun'altro. Eppure lui era lì, con i soliti occhiali da sole e la giacca di pelle. Izzy tirò un sospiro, si girò e trovò Clary che la guardava con la bocca aperta.

Appena Nico uscì dal viaggio nell'ombra stramazzó al suolo. Almeno era arrivato dove doveva. Il castello di Hogwarts era proprio lì sulla collina.

«Jon Snow, eh?» «Ero su, alla Barriera, stavo guardando il territorio attorno a me e ad un certo punto spunto qua.» «Ehi, bello, non ho idea di cosa tu stia dicendo, mi sembra solo che tu sia vestito in modo abbastanza obsoleto, a prima vista sembri della mia taglia. Ti potrei prestare qualche mio vestito.» «No, senti, questo non è il mio mondo.» «Sì, certo, lo so che ti senti fuori luogo, eh, ma mi pare un'espressione un po' esagerata, Snow...» «No, no, tu non hai capito: questo non è davvero il mio mondo, io vengo da Westeros.» «Ehm... ok, vedremo di risolvere la situazione, ma io ora dovrei rispettare un appuntamento al castello.»

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