• Luna nuova •
Le gocce d'acqua scorrono fluide sulla superficie liscia dei vetri appannati. Il rumore che l'impatto produce è rilassante, l'unica cosa che a Malven possa essere considerata musica. Non conosco alcuna canzone, ma ogni tanto tento di alterare o diminuire il tono della mia voce, producendo un qualcosa di lontanamente simile ad una melodia. Durante le giornate di pioggia mi siedo sul bordo della finestra e osservo il cielo, grigio e nuvoloso. Il silenzio amplifica il rumore dell'acqua che si riversa sul pavimento, penetrando da una fessura sul tetto.
Sento mio padre tossire dal piano superiore. A quell'ora tutti gli uomini di Malven si dedicano alla caccia o alla pesca, tentando di portare a casa quel poco cibo che riescono a reperire. Mio padre è costretto a letto da una polmonite, che a malapena gli consente di parlare. Non sono mai stata una grande guaritrice, ma, prima di morire, la mamma mi aveva insegnato i nomi di alcune piante che avrebbero potuto portare giovamento ad un malato. Purtroppo nessuna di queste ha condotto ai risultati sperati. Fortunatamente sono molti gli amici della mia famiglia nel paese, che dopo aver saputo della malattia di mio padre, ci hanno donato omaggi di ogni genere.
Il pollo abbrustolisce sulle braci ardenti. Il fuoco arde placido nel camino, riscaldando la casa. Con un bastone tento invano di rianimarlo, ma è ormai ridotto ad un mucchietto di cenere. Sento l'aria calda premermi sulla pelle, così decido di allontanarmi dalla fonte di calore. La pelle chiara è sporca di fuliggine. Non tento di eliminarla, sarebbe inutile, aumenterei solo la dispersione della polvere sul mio corpo. L'unica cosa plausibile sembra essere quella di sciacquarmi con del sapone.
Mi dirigo verso il bagno, ma solo per rendermi conto di averlo terminato. La testa inizia a pulsarmi, come se un martello continuasse a colpirla imperterrito. L'unico modo per togliere la sporcizia è usare dell'acqua. Corro verso la porta, afferrando la mia mantella rossa. Ha ancora il profumo della mamma: mirtilli e rose. Ricordo ancora i pomeriggi passati con lei a pressare e macinare frutta e fiori per preparare quegli infusi che a lei piaceva tanto mettere sul corpo: quello che per me era un gioco, era per lei l'unico modo concessole per curare il suo aspetto. Non la uso spesso perché cerco di non consumarla, è l'unico ricordo che ho di lei, ma non voglio ammalarmi anche io, quindi evito di uscire con solo il misero vestito rattoppato. Prendo il cappuccio con le mani e lo sposto sulla testa, riparando anche la mia folta chioma bionda. Mi copre gli occhi, ma riesco comunque a vedere ciò che mi si presenta davanti. Raccolgo il secchio poggiato alla destra della porta.
Esco di casa e mi dirigo verso il pozzo. Ci vado così spesso che conosco la strada a memoria. Mentre cammino imprimo nel fango le impronte dei miei stivali malconci. Cerco di correre, ma quando sto per cadere capisco che non si tratta di una buona idea. Le gocce di pioggia si riversano sulla mantella e sul corpo, ma non ci presto attenzione. Ai bordi della stradina si ergono le case degli abitanti di Malven. Sono tutte uguali, mura bianche, sporcate dal tempo; i tetti sono consumati e l'acqua entra tramite delle falde. Quando raggiungo la casa dei Court mi rendo conto di essere quasi arrivata. L'unica cosa che mi permette di distinguere la loro abitazione dalle altre è la presenza di un pollaio. L'allevamento, come la coltivazione, sono vietati nel regno di Castopien, ma Adam e Miriam sono così poveri da rischiare di infrangere la legge piuttosto che morire di fame. Quasi nessuno viene a controllare il nostro piccolo paesino, ma quando accade sono costretti a liberare i polli nel bosco, per poi catturarne altri una volta finita la perlustrazione. Immagino quanto sia difficile vivere così, in un circolo vizioso. Penso che se mio padre non guarirà anche io mi ridurrò in questo modo, costretta a vivere nell'ansia nel terrore. Questa è forse vita?
A differenza del popolo il re gode di una grande ricchezza: allevamenti, campi e fabbriche. Ha una vita agiata, nessuno può ribellarsi, pena la morte. La regina proveniva da un piccolo villaggio non molto lontano da Malven, ma la sua bellezza aveva attirato uno dei seguaci del precedente sovrano, il padre dell'attuale. Vista l'affascinante fanciulla però, il figlio se ne era invaghito a tal punto da volerla al suo fianco come moglie. Ciò accadde solo qualche anno dopo, quando la ragazza ebbe compiuto sedici anni. Nonostante l'alto rango raggiunto, la donna rimase sempre di buon cuore, facendo abolire leggi come quella che vietava la presenza di più di due figli maschi in una famiglia. Secondo Vildar III, la presenza di più individui di sesso maschile, quindi di cacciatori, avrebbe portato ad un arricchimento della suddetta famiglia, cosa a suo parere inaccettabile. Molte leggi assurde sono tutt'ora in vigore, come quella che impedisce lo studio della lettura e della scrittura. Nel regno di Castopien è vietata qualsiasi forma d'arte, dall'invenzione di racconti alla pittura. Solo i sovrani possono apprendere, in modo da potersi considerare al di sopra del popolo. La legge esiste ormai da anni e con il passare del tempo, la conoscenza si è perduta.
STAI LEGGENDO
Looking For The Wolf ||SOSPESA||
Fantasía||SOSPESA|| Tra le macabre stradine di una terra disastrata sorge Malven, un piccolo paesino rurale dove la tranquillità regna sovrana. Essendo parte del Regno di Castopien, governato dal perfido e avido Re Vildar III, anche gli abitanti di Malven s...