A chi riesce ancora a trovare un po' di magia
per ammirare il cielo stellato.
A chi ritiene un miracolo captare una stella cadente.
A chi ha intuito che cadere è una cosa preziosa,
perché anche le stelle lo fanno.
Mi guardo attorno e vado esaminando tutte le cose che mi circondano sparse per la casa, la nostra. Mi guardo attorno e rimango inerme,senza sapere nemmeno cosa fare. Invece secondo te io ho sempre saputo cosa fare, come agire, cosa sentire, come sopravvivere.
-E in questa casa, chi rimane qui a vivere?
-Tu Clà. So che sai come affrontare tutte queste cose attorno.
Ma la verità è che non avevo la più pallida idea di come dover affrontare tutti quei ricordi, anzi a dirla tutta non sapevo nemmeno se avrei dovuto affrontarli o lasciarmi schiacciare da loro.
Ma la verità è che non ne ho la più pallida idea ancora oggi.
Ma la verità è che sì, son rimasto qui, ma non riesco più a vivere.Nemmeno a sopravvivere.
La verità è che ogni volta che poso lo sguardo su un oggetto, la ferita che mi hai lasciato non cicatrizza mai.
Di te rimane ancora tutto in questa casa.
La tua biancheria, che è ancora sulla sedia della camera da letto ad aspettare di essere riposta nel tuo cassetto, quello che non aprirò mai più.
La nostra coperta.
La boccetta del tuo profumo, di cui non riesco a spruzzare nemmeno una goccia.
La nostra foto.
Il tuo accendino intatto come lo hai lasciato tu, con la stessa quantità di gas.
E potrei continuare all'infinito ad elencare ciò che non fa riemarginare la mia ferita. Ma So che sai come affrontare tutte queste cose attorno mi hai detto e io voglio crederti, ti ho sempre creduto e non smetterò di certo ora, quando le cose vanno male.
Di me rimane poco in questa casa.
La mia biancheria.
La nostra coperta -ho un freddo cane qui senza te- che non riesco nemmeno ad aprire, così preferisco rimanere a tremare.
La boccetta del mio profumo.
La nostra foto, che non riesco a sfiorare a mano nuda ma che lucido quasi ogni giorno con un panno con una cura quasi maniacale e sì, saresti davvero fiero di me.
Il mio accendino.
E no, non potrei continuare all'infinito perché di me non è rimasto quasi nulla in questa casa e quello che era mio io lo riconduco a te, a noi. E io sto quasi per impazzire.
E io sto quasi per morire se penso a quando eravamo incazzati, ma lo eravamo insieme. A quando eravamo annoiati, ma ridevamo comunque. A quando le tue braccia magre divenivano vere e proprie armi, capaci di farmi barcollare. Perché forse gli inglesi arrivano a delle conclusioni prima di noi, mi ripetevi quando facevi i tuoi discorsi inverosimili sull'economia estera. Ma a me sono sempre piaciute le cose inverosimili, le favole,e quindi ti ascoltavo con occhi sognanti che tradivano il mio atteggiamento superficiale nei tuoi confronti.