《Fai le valigie》disse Diego, sollevando la tapparella della mia stanza e strappandomi via le lenzuola.
《Fai le valigie, adesso》ripetè, mentre mi scuoteva la spalla.
Mugugnai, stringendomi al cuscino.
《Eleonora son serio, fai immediatamente le valigie》gridò. Mi alzai.
《Che succede?》domandai, ancora assonnata, mentre scalza ed alla cieca andavo verso l'armadio e tiravo fuori da esso intimo, borsoni e vestiti.
《Ho combinato un casino con una gang e mi hanno minacciato seriamente》mormorò, mentre alla rinfusa infilava i vestiti e le mie altre cose nei borsoni. Tremava, aveva le lacrime ed il respiro corto.
《Andrà tutto bene okay? Ora prepariamoci...》sussurrai, cercando di abbracciarlo. Lui si scansò, continuando a farmi le valigie. Scossi la testa, poi andai in bagno a cambiarmi, ed infine mi precipitai in cucina a mangiare.
Lì, c'erano Mario e Mirko, tesi come non mai.
《Che succede ragazzi?》chiesi, prendendo uno yogurt dal frigo e sedendomi accanto a Mario, che sorseggiava il caffè. Mi diede un bacio sulla guancia a mo' di buongiorno e sospirò.
《Diego ha spacciato qualche volta perché gli servivano soldi...》iniziò.
《E si è messo in un gran bel casino. Diciamo che doveva spacciare con regolarità con questi, ma lui ha detto chiaramente da subito che non voleva. L'altro giorno, uno di questa gang l'ha visto spacciare con altri rivali e l'hanno minacciato...preferisce stare qualche giorno a Cogo, soprattutto per te. Ha detto anche che è tornata una persona speciale che ti sta cercando》disse. Lo ringraziai, finendo il mio yogurt ed andando a lavarmi i denti ed a pettinarmi. Dopo, tornai in camera e trovai i borsoni pronti e la stanza vuota. Sospirai, presi i borsoni e li portai in salotto. Mi aiutò Mirko, ed io gli presi una valigetta nera leggera. Era nervoso.
In macchina, regnava il silenzio. Mirko guidava, Mario era accanto a lui sul sedile del passeggero e Diego nel sedile opposto al mio.
Mi appoggiai al finestrino e mi addormentai.
****
《Chica ci siamo》mormorò Mario scuotendomi. Aprii gli occhi per poi stiracchiarmi. Eravamo davanti ad un complesso di case grigie ed alte.
Uscii dalla macchina ancora un po' stordita, mentre Mario mi prendeva a braccetto.
《Benvenuta a Cogoleto. Come prima tappa, abbiamo casa di Diego, poi la spiaggia ed infine il parchetto. Se mi vuoi seguire...》propose, facendomi l'occhiolino.
Facemmo due rampe di scale, poi arrivammo davanti ad una porta di legno scuro, socchiusa. Bussammo e Margherita ci aprii. La abbracciai, per poi chiacchierare un po' con lei. Mirko mi chiamò dalla mia nuova stanza dicendo di aiutarlo, così rimandai la seduta psicologica con la mia amica a dopo.
Condividevo la stanza con mio fratello, il letto era matrimoniale e molto spazioso, mentre l'armadio era un po' più piccolo, ma riuscimmo a farci stare tutto. Una volta sistematici, tornai in cucina dove Margherita stava facendo il caffè mentre canticchiava.
《Marghe》la chiamai. Lei si girò, sorridendomi.
《Sai dove sia Diego? Stamattina è stato freddo...》dissi preoccupata e delusa. Lei deglutì.
《A pranzo abbiamo un ospite speciale, quindi credo sia uscito anche per quello. Ora aiutami a fare qualcosa di buono dai》Passammo la mattinata a cucinare, poi pulimmo ed infine andammo a farci una doccia veloce, poi avvisammo del pranzo pronto tramite telefono anche a Mirko e Mario, che avevano passato la mattinata alla studio ostile per concludere degli affari in sospeso.
Alle 14, suonò il campanello e Margherita si precipitò all'ingresso.
《Buongiorno, prego entrate》disse dolcemente, mentre dalla porta facevano capolinea Diego, con un sorriso, ed una signora. Mia madre.
Mi portai le mani alla bocca, sorpresa, mentre mi salivano le lacrime agli occhi.
《Bambina mia》mormorò, abbracciandomi. Non mi opposi, ne ricambiai, sentivo come se fosse sbagliata od incompleta, la situazione.
Dopo cinque minuti, tornarono Mario e Mirko. Entrarono ridendo, ma il sorriso di Mirko svanì alla vista di nostra madre.
《Mamma cosa ci fai qua? Cosa ti serve?》disse aggressivo, mettendosi tra me e lei.
《Mi mancavano i miei bambini》rispose, mentre cercava di avvicinarsi a mio fratello. Lui indietreggiò, ancora davanti a me.
《Mirko...》mormorai.
《No El, ci ha abbandonati con quello, io non ci riesco a perdonarla》mormorò con voce spezzata, mentre una lacrima gli percorreva la guancia. Lo abbracciai da dietro, poi si voltò e scoppiò a piangere, davanti a tutti.
Diego era senza parole, così come Mario e Margherita. Mia madre era commossa, mentre io tentavo di fare la forte.
《Sh sono qua è tutto okay, sono qua, non ti lascio sh, ce la faremo assieme》sussurrai, mentre lui continuava a stritolarmi e singhiozzare. Gli lasciai qualche bacio in fronte, mentre gli asciugavo con le mani le lacrime. Lacrime che si teneva nei suoi bellissimi occhi da più di dieci anni.
Si staccò, osservandomi qualche secondo, poi guardando mia madre.
《Ti diamo una seconda possibilità》disse, per poi abbracciarla.
Dopo la grande rimpatriata, mangiammo.
Il pomeriggio, mamma andò a lavoro, mentre noi sistemammo il casino fatto. Diego continuava ad ignorarmi.
Erano ormai le sei quando a Margherita venne la brillante idea di fare una torta. Peccato che mancassero gli ingredienti.
《Andiamo a fare la spesa no? Chiediamo a Mario se ci accompagna》proposi.
《Perchè proprio Mario?》chiese lei, prendendo le chiavi ed il telefono, per poi urlare il nome del mio migliore amico, che scese le scale correndo e a due a due.
《Tuo fratello è arrabbiato col mondo》dissi ovvia. Lei annuì, mentre convinceva Mario che si fece trascinare, sia nell'avventura della spesa sia della torta.
Passammo tutta la serata a ridere e scherzare, lanciare farina e dipingerci con la nutella. Alle otto e mezza, infornammo la torta, per poi chiamare una pizzeria ed andarci a fare una doccia.
La cena si svolse tra risate e chiacchiere, mentre Diego stava in disparte con il broncio.
《Mi spieghi che hai?》gli chiesi, afferrandolo per il braccio mentre andava in camera. Era l'una e cinque ed io, sebbene fossi stanca, volevo parlare e risolvere. Era una delle persone più importanti per me, mi aveva rialzata quando tutto mi buttava giù e lo volevo sempre accanto a me.
《Niente, ora lasciami e vai da Mario》disse scontroso.
《Sei geloso di Mario》affermai.
Lui sbuffò, evitando il mio sguardo.
《Guardami》ordinai.
Puntò i suoi occhi verso i miei, poi si avvicinò a me.
《Saresti gelosa anche tu se ti dicessi che domani devo uscire con un'altra》disse in tono di sfida, con un sorriso beffardo stampato sul suo viso.
Detta quella frase, non ci vidi più.
Lo trascinai nella mia nuova stanza, chiudendo la porta e lo bloccai al muro.
Lo baciai con prepotenza per poi dirgli:
《Smettila di essere così paranoico. Voglio te e solo te. Mario ed io siamo molto legati, ma siamo amici e niente di più. Voglio solo te, perché mi ascolti e mi capisci, perchè mi osservi e non mi guardi, perché sorridi mentre mi guardi pure se sono in condizioni pietose. Voglio te perché la notte canti e mi culli, perchè mi fai talmente tanto incazzare certe volte che vorrei nello stesso tempo baciarti e schiaffeggiarti. Sei la mia costante, senza te non ci voglio stare, non voglio perderti》sussurrai. Ci staccammo e mi baciò.
《Scusa se faccio così, è che in questo periodo stanno succedendo tante cose e non so come gestirle》mormorò.
《Troveremo una soluzione assieme okay? Assieme. Ora andiamo a dormire, buonanotte》gli baciai una guancia, prima di intrufolarmi a letto.
Andò a controllarsi il diabete, per poi coricarsi accanto a me e stringendomi per i fianchi, attirandomi a se.
《Sei molto speciale ed importante. Scusa scusa scusa, ma è che ho paura di perderti, ma ora cambieranno le cose okay? E così, anche coi tuoni ed il buio al nostro orizzonte, con tutti contro ma tu con me io con te, come se fossimo scappati di casa. So che è una delle tue canzoni preferite, così come tante altre di Guè. E ti prego, tieni a mente questa frase. Ah e poi sei bellissima, pure adesso con quel pigiama super largo ed il viso stanco.
Non ti lascerò più, promesso. Domani ti porto al mare okay? Così parliamo un po' e facciamo gli idioti. Okay la smetto di essere così sdolcinato. Notte piccola ti am...》tossicchiò, baciandomi i capelli.
《Notte amore mio》
So che la storia sembra tutta uguale, adesso, ma Diego così come gli altri stanno attraversando delle fasi di passaggio, poi le cose si faranno più serie.
Comunque, so che Mirko non è della studio ostile, ma li aiuta con i pezzi ed il resto nella storia. Spero che, nonostante alcune, anzi troppe cose, che differiscono dalla realtà vi stia piacendo. Le critiche costruttive son ben accette, sia qua sia in privata. Se vi serve qualcosa, cercatemi pure. Un abbraccio.
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Deja vu/Izi
FanfictionSe si tiene davvero a qualcosa, l'ultimo tentativo è sempre il penultimo.