EXTRA 3-Momenti rubati

451 36 5
                                    

Leo grattava il mento a Festus. Era rimasto indifferente quando la figlia di Apollo si era offerta di restare con lui. Anche se aveva sentito qualche ingranaggio rimettersi in moto e muoversi nella pancia quando la bionda si era seduta vicino a lui. I sensi di colpa per quello che era successo a Calipso ed era ancora più in colpa nel pensare che quando era scoppiata la battaglia stava per lasciarla. Sí, il coraggioso e magnifico Leo Valdez dopo un anno con la ninfa si era affezionato a lei e iniziato a volerle bene come a una sorella, non provando più amore. O forse con lei non aveva mai provato amore e aveva confuso i suoi sentimenti. In parte era sollevato alla morte della ragazza perché l'aveva salvato dal prendere una decisione drastica e il suo sguardo al Campo era stato calamitato dalla ragazza dai capelli ricci e oro con le punte verdi che adesso si era seduta al suo fianco. Ricordava ancora la prima volta che l'aveva vista, seduta in mezzo ai ragazzi della sua casa. Era rimasto catturato dal suo sguardo verde-oro e dalle curve dei suoi capelli con le punte tinte di verde, oltre che dalla sua risata. Calipso l'aveva notato e dopo cena l'aveva fermato subito per dirgli di quel fatto. Dopo un anno intero di vicinanza aveva litigato furiosamente e gli aveva tenuto il broncio per un giorno, poi era tornato tutto come prima. Ma qualcosa si era rotto tra loro e in particolar modo in Leo.
"Leo, vuoi parlare?" Rebecca interrompe le riflessioni del muro. I due si guardarono ed entrambi sentirono i brividi scuoterli dalla testa ai piedi.
"Non c'è niente da dire. Sono un assassino e ho causato la morte di Calipso. Cosa dovrei dirti?" Il figlio di Efesto alzò le spalle e gli occhi al cielo. La ragazza posò una mano sulla spalla del ragazzo. Festus abbassò il collo circondando i due ragazzi.
"Non so, magari ti saresti sentito meglio."
Leo sospirò e qualcosa nello sguardo della ragazza lo spinse a parlare.
"Vuoi la verità, Rebecca? Ho avuto un'infanzia difficile e divorata dai sensi di colpa perché pensavo di aver ucciso mia madre e mi sono sempre sentito inadeguato. Quando ho scoperto di essere un semidio tutto ha avuto senso ma la situazione è peggiorata sull'Argo II con i Sette. Ero la settima ruota, l'elemento più inutile dell'intera impresa: sono stato un sacrificio e diventato un eroe, per poi morire subito dopo. Calipso è stato il mio punto di riferimento. E ora che l'ho uccisa Calipso... dovresti starmi lontana, Rebecca, dovreste starmi tutti lontano."
Senza accorgersene Leo aveva vuotato il sacco: qualcosa nella ragazza l'aveva convinto a fidarsi.
"Leo tu non sei cattivo. E non credo che sei stato tu a uccidere Calipso. Penso che tu sia stato manipolato da Urano come Peeta è stato usato da Snow. Anche se tu fossi stato un assassino consapevole io ti avrei a... sostenuto lo stesso."
Il moro osservò la ragazza e istintivamente si avvicinò a lei sussurrando "Cosa stavi per dire? Non mangio al massimo vado a fuoco!"
Lo sguardo dei due ragazzi fu calamitato dalle labbra del compagno. Rebecca arrossì e iniziò a balbettare "Insomma io, beh, ecco, come posso spiegarlo... mi piace una persona e non so come dirglielo."
Leo alzò le spalle e si avvicinò ancora di più al volto di Rebecca. Sentiva delle scariche di adrenalina percorrerlo e dopo tanto tempo amava sentirle un'altra volta, oltre al piacere che provava nel provocare la bionda e osservare le sue azioni.
"Allora diglielo. Più tempo aspetti e più prolunghi la tua agonia. Cogli l'attimo, figlia di Apollo, noi semidei non viviamo mai a lungo. Diglielo prima che sia troppo tardi."
"Va bene. Hai ragione. Mi piaci dalla prima volta che ho letto di te nei libri." Aveva sussurrato la bionda. Il ragazzo le aveva sorriso e aveva fatto combaciare le loro labbra. Entrambi sentirono una scossa e l'adrenalina percorrerli dandogli il coraggio di continuare. I due approfondirono il bacio cadendo sdraiati sul suolo. I respiri si fecero sempre più pesanti mentre le mani dei ragazzi esplorarono il corpo del compagno. Festus fu l'unico testimone muto e dormiente della passione e dei sentimenti dei ragazzi.

Dei Dell'Olimpo: I Gemelli Della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora