3

20 0 0
                                    

Quando mi sveglio, non so quante ore dopo, il sole è ormai calato e una splendida luna piena fa capolino tra le foglie illuminando la radura. Mi fermo a guardarla e mi perdo nel suo candore; improvvisamente la faccia della luna si tramuta nel volto di mia madre, sento calde lacrime rigarmi il viso e i ricordi affiorare come se fossero di due giorni fa.
Ricordo l'ultima volta che ho visto il volto di mia madre, quella sera doveva uscire con mio padre per festeggiare il loro anniversario.
Era la prima volta che rimanevo a casa da sola ed ero così emozionata che non avrei mai potuto immaginare nulla di quello che sarebbe successo.
All'epoca avevo solo otto anni; quando venne mia nonna per raccontarmi ciò che le aveva detto la polizia non capii nulla se non che non avrei mai più rivisto il viso di mia madre e quello di mio padre.
La mia unica nonna, quella che si era mostrata così forte parlandomi dell'incidente dei miei genitori, morì due giorni dopo per il dolore di aver perso la sua unica figlia.
Una madre non dovrebbe sopravvivere alla figlia.
Questo era quello che pensava, senza pensare però alla sua nipotina di otto anni che nel giro di tre giorni era rimasta completamente sola al mondo.

Qualche giorno dopo mi arrivò una lettera da zii di quarto o quinto grado che mi chiedevano, data la recente tragedia, di andare a vivere da loro in Bretagna. A otto anni non sapevo nemmeno dove fosse la Bretagna, sapevo solo che non era nello stato di Washington.
Dato che questi presunti zii mi erano completamente estranei decisi di rifiutare e loro decisero che mi avrebbero dato dei sussidi in denaro in modo che potessi vivere da sola.
Alla fine, tra un insabbiamento e l'altro, risultò che ero andata a vivere dai miei zii in Bretagna, che scoprii poi essere in Francia. Con la scuola non fu un problema, qualche giorno dopo l'incidente la cambiai e lì nessuno, non conoscendo la storia, fece domande.

Dovetti imparare a prendermi cura di me stessa in poco tempo e per fortuna mi risultò abbastanza facile; ogni mese arrivavano i soldi dei miei zii e ogni mese li ringraziavo, andavo al cimitero ogni due fine settimana e la mia vita quotidiana procedeva lenta e monotona tra la scuola, i compiti e le faccende domestiche. Be', solo fino alla sera in cui mi trovai a scappare.



Scusatemi per il capitolo molto corto ma sto cercando di rimettermi in carreggiata e provare a pubblicare più spesso. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di riuscire a pubblicare con più frequenza~

THE BLACK ANGELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora