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Patrik

Io so ammettere quando sbaglio ed è per ciò che sono rimasto fino alla fine dell'evento; sono rimasto tanto tempo ma lei non si è nemmeno avvicinata, neppure uno sguardo da parte sua, adesso la sto aspettando all'uscita del locale per chiarire con lei ma sembra essere sparita nel nulla.
Dopo circa un quarto d'ora sento dei passi e intravedo la sua figura

"Diana..." sussurro appena ma lei sente e sussulta per lo spavento

"Mi hai fatto spaventare"

"Non era mia intenzione, come non era mia intenzione trattarti in quel modo ma purtroppo non riesco a farti capire che mi incuriosisci, non riesco a farti capire che ho una storia difficile e non riesco nulla di tutto ciò che mi passa per la testa.
Sono così e non ci posso far nulla, ho bisogno di una persona che mi aiuti"

"MA SE NON LO VUOI L'AIUTO?! SEI COME UN CANE RABBIOSO E NON APPENA TI SI AVVICINA QUALCUNO MORDI." Mi urla contro

"Dammi una possibilità."

"Andiamo, dove mi porti?!"

"Non credo di capire"

"Ti sto dando la tua possibilità: non la sprecare"

"Non so dove portarti, scegli tu, io sono arrivato qui due giorni fa"

"E perché ti sei trasferito?!"

"Per lavoro"

"Non voglio essere troppo invadente ma una domanda sola: che lavoro fai?"

"Il fotografo" mento, so che non è un'approfittatrice ma non si può mai sapere.

"Wow, quindi starai qui poco?!"

"Non so, dipende da tante cose"

"Ecco, siamo arrivati" dice, mentre io non me ne ero nemmeno accorto

"Da qui si vede tutta Torino, vengo sempre sola qui, se ho portato te non c'è una ragione precisa ho semplicemente sentito che dovevo far così" aggiunge lei

"Questo è tuo, lo hai perso ieri, me ne ero dimenticato" dico tirando fuori l'orecchino

"Grazie mille, è davvero importante per me, non sono preziosi però hanno un valore inestimable a livello affettivo per me.
Non so cosa stai pensando ma non sono una donna che ama i gioielli, è solo che questo paio di orecchini li ho comprati con il mio primo stipendio a sedici anni, è stata l'unica cosa che ho comprato per me e poi sono stati un gesto d'indipendenza, quindi grazie"

"Di nulla" dico prima che scenda un silenzio imbarazzante

"Bene, dimmi qualcosa di te. Dimmi cosa ti piace, i tuoi hobby, ciò che vuoi" le chiedo

"Allora, non so che dire... mi piace molto la musica, il mio gruppo preferito sono i Linkin Park.
In realtà non ho molto tempo libero perché faccio due lavori e poi non so che dire..."

"Che lavoro fai?"

"Faccio la domestica in una casa e poi lavoro al locale"

Diana

"Invece, raccontami un po' di te"

"Sono cresciuto in Repubblica ceca ma poi sono andato via di casa perché non era rimasto più nessuno per cui valesse la pena rimanere lì. Diciamo che non ho una bella storia alle spalle" dice con gli occhi lucidi

Gli poggio una mano sulla spalla per consolarlo e poi raccolgo con il pollice una lacrima solitaria ed ecco il solito calore

"Io ti capisco, e fidati, non è la solita frase consolatoria, è la verità: ti capisco perché io le sofferenze le ho vissute in prima persona, ti capisco perché ho il passato che mi pesa come un macigno"

"Sai, è difficile per me aprirmi con qualcuno dopo tutto quello che ho passato. Non lo faccio di proposito,è il mio carattere...
Sai, anche se sembra che io non lo voglia, ho bisogno di tanto aiuto perché sto toccando il fondo.
Ricordi quell'incubo che ho avuto?!
È una cosa ricorrente ormai, ed ora come non mai il passato pesa quindi ho bisogno che qualcuno mi aiuti a tirarmi su, ho bisogno che qualcuno mi faccia sorridere, che mi prenda per mano e che non scappi davanti ai miei cambiamenti d'umore né davanti alle mie paure ed alle mie fragilità, che resti anche quando ho i miei scatti d'ira e che bacchetti quando calco la mano sugli alcolici.
Io non voglio finire più giù... non voglio affondare"

"Io so quanto è difficile raccontare la tua storia e lo è difficile anche per me.
È difficile raccontare tutto quello che ho sopportato, tutto quello che ho dovuto fare, è difficile aprire quel capitolo ormai chiuso ma che ancora pesa sulle spalle.
È tutto difficile nella vita, ma è un gesto di coraggio parlarne e poi capire che è passato, quindi parlane, non a me se non lo vuoi ma ad una persona con cui ti senti legato, una persona che pensi possa capire e che ti possa aiutare."

"Grazie..." dice mettendo la mano sulla mia e questa volta non è il solito calore che sembra uno scudo, quasi a volerti allontanare, questa volta è un calore rilassante e piacevole.

"Se me ne vorrai parlare sarò sempre qui, pronta ad ascoltare ma sappi che ne tuoi occhi vedo tutto il male che ti hanno fatto"

Il silenzio calato dopo questa frase viene spezzato dalla sveglia che mi avvisa che sono le ventidue e trenta e che tra venti minuti devo essere a casa per finire di pulire.

"Io non sto scappando come le altre, devo andare a finire di lavorare, ma tranquillo, non ti sto abbandonando, ci vediamo qui, domani mattina alle dieci" dico correndo via

Mentre corro come una matta per tornare a casa in orario penso ai suoi occhi che non so come mi hanno fatta sentire viva... sono così belli ma allo stesso tempo malinconici; mostrano tutto il suo essere, tutta la sua sofferenza e forse è per questo che mi piacciono: perché mostrano sofferenza. È difficile da spiegare ma è come se provassi attrazione verso le persone che hanno un passato difficile, quelle piene di casini, insomma, io non riesco a mostrarmi a qualcuno di perfetto, io non riesco a legare con qualcuno 'normale' perché io sono nata nel caos, la mia vita è un casino.
Sto diventando pazza forse, ma io lo sento il calore, sento un forte calore che mi fa scottare non appena mi avvicino a lui, oggi, quando ho asciugato la sua lacrima, ho sentito uno squarcio sul dito, come se fosse stata una lama di un coltello a tagliarmi.
Non so come spiegarmelo ma sto impazzendo da quando lui è piombato nella mia vita

Patrik

forse sto impazzendo ma quando si avvicina a me sento un forte calore al petto, quasi fosse un dolore che si impossessa di me. 

Non so perché ma non riesco a scordare i suoi occhi, io lì dentro ci ho visto un inferno di sofferenza ma nonostante tutto hanno una luce spettacolare e potrei restare lì a guardarla per ore, senza far nulla, semplicemente fissarla perché è come se fissassi me stesso, stessi demoni, stessi occhi.

Angolo autrice: scusate l'assenza ma ho avuto poco tempo e scusate gli errori ma non ho voglia di rileggere.
Scusate anche se fa schifo ma spero vi piaccia comunque.
Bacii

Take me home ◎Patrik Schick◎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora