Capitolo 2(REVISIONATO)

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Pov Amanda

Il giorno successivo mi alzai con un gran mal di schiena probabilmente a causa del fatto che a breve mi sarebbe arrivato il ciclo il che mi rendeva molto irascibile.

Mangio al volo qualcosa, mi lavo, indosso un tailleur color blu assieme ad un paio di tacchi argentati e corro subito a lavoro.

Giunta in azienda, la Economy Industry, prima ancora di arrivare nel mio ufficio mi viene incontro Michael, caro amico da una vita e collega, che mi consegna il fascicolo del progetto per la revisione del piano aziendale. Io e Micheal siamo amici da dieci anni , per la precisione da quando in prima liceo lo difesi davanti a due prepotenti più grandi che lo prendevano in giro a causa del suo orientamento sessuale, e del suo essere ipersensibile cosa che io adoravo e proteggevo a tutti i costi. Ed è proprio tra i bianchi che il nostro rapporto è cresciuto e si è consolidato sempre di più , facendoci diventare davvero inseparabili.

"Amanda Leer! Mi ascolti ? Ma dove hai la testa oggi?" interviene lui interrompendo il flusso dei miei pensieri.

"Si si ci sono, scusami è che non sto per niente bene oggi" rispondo tentando di discolparmi.

"No, tesoro mio non mi dire che sta arrivando la tortura del mese!" mi dice guardandomi negli occhi per capire il mio stato d'animo.

"Già!" esclamo semplicemente. " Am ascoltami per qualunque cosa di cui hai bisogno io ci sono ricordalo" continua accarezzandomi il viso come per infondermi sicurezza.

Dalla tenera età di nove anni che soffro tutti i mesi a causa del "barone rosso" , ogni volta che arriva mi costringe al letto diventando dipendente da qualcuno, obbligata a farmi accompagnare perfino in bagno. In questi momenti mi chiudo in me stessa vergognandomi profondamente del mio stato, evito qualsiasi contatto esterno non posso proprio tollerare la pena che faccio agli occhi altrui. Micheal mi guarda cercando una risposta che non arriva..

"Ti scongiuro Am fallo per te stessa se non ti senti fatti accompagnare a casa non puoi sottoporti a quella che si prospetterà una giornata stressante con questo malessere che hai. Sei sempre stata diligente e precisa parlerò io con il capo vedrai che capirà!" propone preoccupato. "No davvero Mic non ce problema, non devi preoccuparti per me!" rispondo cercando di rassicurarlo il più possibile "Ormai ci sono abituata e poi per il momento ancora non ho vomitato niente, non ha proprio senso che me ne torni a casa ad annoiarmi e lascio te in un mare di lavoro da sbrigare al massimo mi accompagnerai a casa questa sera"

"E va bene testarda che non sei altro, però promettimi che qualora ti sentirai peggio me lo dirai e io ti accompagnerò subito a casa" mi dice strappandomi un sorriso per l'aggettivo che ha usato."Va bene promesso, ora però torniamo a lavoro prima che ci licenzino" gli rispondo.

Dopo due ore e mezza di riunione in vista della revisione del nuovo piano economico, finalmente arriva la pausa pranzo. "Amanda ma non mi hai detto che avevi ricevuto anche tu l'invito alla festa di Alessandro!!" esordisce Mic sedendosi di fianco a me per mangiare. 

"E quindi qual è il problema, non è una cosa degna di nota e non ci andrò punto!" rispondo infastidita solo per avere sentito il suo nome. "Uhh, amica mia calma capisco il tuo rifiuto ma comunque anche a me lo ha inviato" dice euforico e forse anche troppo per trattarsi di quello stronzo "Grandioso, benissimo ha invitato sia la sfigata che il gay ma mi prendi in giro? Non ce proprio nessun motivo per esserne così contenti" rispondo arrabbiata e infastidita dalla situazione.

 Mi rendo subito conto però di aver esagerato con i toni perciò cerco di scusarmi e ritornare sui miei passi. "Senti Micheal mi dispiace va bene non volevo risponderti in quel modo però mi ha fatto troppo del male per cui non mi va di presentarmi ad una stupida festa mondana guardarlo in faccia e far finta che non sia mai successo nulla e mi innervosisco anche solo se lo sento nominare per cui chiudiamo la questione!"

"Lo so ho capito ma non potrai nasconderti per sempre e scappare dagli uomini, inoltre sembrerà che tu abbia paura di lui, paura di affrontarlo, ti ha invitato significa che ti ha reso partecipe per cui devi andarci e fargli vedere chi sei, la donna sicura che sei diventata, fai uscire la figa stratosferica che alberga in te e fallo pentire di quello che ti ha fatto in passato..."

<<Ohh ma guarda guarda anche oggi combatterò con la sfigata delle sfigate e non mi annoierò di certo!>> inizia prendendomi in giro e ridendo di gusto<<Allora forza fammi vedere chi sei!>> si avvicina pericolosamente e mi sfida spingendomi, forse per provocare in me una reazione. Io dal mio canto totalmente paralizzata dal panico e dalla paura che possa farmi del male cerco il più possibile di assecondarlo chiudendomi in difesa. L'istruttore Pete cerca di arbitrare il combattimento per renderlo il più onesto possibile <<Hajime!>> Urla dandoci il via. <<Forza ragazzi dateci dentro, me la merito anche io qualche soddisfazione forza!>> Ci incita battendo le mani. Alex inizia a braccarmi imponendo subito la sua presa. <<Da me non potrete mai avere certe soddisfazioni finché mi farete allenare con questa incapace qui che non fa altro che oscurare il mio naturale talento>> risponde affannato e desideroso di farmi finire a terra. <<Russeli non lamentarti e lavora, non dice niente lei che deve sopportarti>> risponde Pete spendendo qualche parola a mia difesa. Non faccio in tempo a formulare una frase nella testa che mi rendo conto di essere finita al tappeto. Avverto un dolore lancinante alla spalla sinistra e Pete urla :<<Ippon! Basta fermati lasciala non vedi che non riesce ad alzarsi>> si avvicina cercando di aiutarmi ma nota che il dolore è talmente forte che mi impedisce il respiro e ogni tipo di movimento. Le lacrime scendono copiose dai miei occhi e non posso proprio evitare di fermarle. Sono profondamente arrabbiata e delusa con me stessa per essere talmente davanti a lui da non riuscire nemmeno a difendermi, la violenza con cui mi ha scaraventato a terra senza curarsi minimamente di come potessi cadere, seppur con una legittima tecnica di autodifesa, denota tutto l'odio che nutre nei miei confronti peraltro ingiustificato. <<Che fai lì impalato forza dammi una mano ad alzarla e accompagnala in infermeria veloce!>>

<<No! Pete non si preoccupi vado da sola davvero non ho certo bisogno di lui.>> Rispondo preoccupata che restando sola con lui potesse rincarare la dose di prese in giro.

<<Leer non dire sciocchezze hai la scapola fuoriuscita non puoi andarci da sola ed io devo finire gli allenamenti. Russeli ti accompagnerà e resterà con te fino a quando non starai meglio>> ordina senza ammettere obiezione.

Per tutte le volte che la gente mi ha fatto del male o etichettato non dovrei più uscire di casa o avere vita sociale invece me ne frego e vado avanti per la mia strada>>

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 01, 2021 ⏰

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