Un nuovo inizio

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Oggi è il primo giorno di scuola e sarà per me anche un nuovo inizio. Nella vecchia scuola mi sono sempre sentito escluso e  diverso, ma per questo mi sono ripromesso  che non sarà così, le cose cambieranno. Ho deciso che scriverò anche un diario proprio per questo motivo, per poter leggere un giorno come la mia vita è cambiata. Sono io che lo decido, sono stufo dei bulli e di essere maltrattato, solo perché mi sento leggermente superiore agli altri non vuol dire che devo essere sempre escluso. Preparo le ultime cose nella piccola valigia e scendo dove mamma e papà mi aspettano.
- E per favore, occupatevi di Harry-  finisco i saluti così, poi esco chiudendomi la porta alle spalle e allo stesso tempo abbandonando un po' della mia vecchia realtà. Harry, lei è davvero una delle persone a cui tengo di più, ogni volta che torna ubriaca sto male, ma questa cosa per il momento non accadrà più, visto che starò ventiquattro ore su ventiquattro al college. Prendo la coriera, che mi porta fino in città. Lì prendo un autobus di linea e in un batter d'occhio mi ritrovo nella mia nuova scuola. Mi fermo sul limitare del prato verde che la circonda per ammirarla, è davvero fantastica. Vedo in lontananza i campi da gioco di tennis, calcio, rugby e pallavolo. Dall'altra parte è tutto prato con una graziosa pista asfaltata per correre e andare in bici ma anche fare una passeggiata. Mentre sono lì a guardare come intontito questa nuova scuola un ragazzo mi viene addosso buttandomi per terra, mi giro per vedere chi è ma lui sta già correndo via senza nemmeno chiedermi scusa. Dopo neanche due secondi, vedo una mano allungarsi davanti a me. Senza pensarci due volte la affero e mi tiro su. Appena sollevo lo sguardo vedo che la mano dalla forte presa è di una ragazza che mi guarda sorridendo. Devo dire che è anche carina, ma quel suo sorriso è splendido.
- Scusa per quel ragazzo di prima, James è sempre così insensibile quando si tratta degli altri. Sei nuovo vero? Comunque io sono Mary-, evidentemente rimango zitto a fissarla perché mi passa la mano davanti agli occhi come per liberarmi da un incantesimo.
- Scusami. Io sono John e si, sono nuovo-.  Non so cos'altro dire e tra noi è sceso in silenzio imbarazzante, sto per dire qualcosa ma Mary mi precede:
-Allora che ne dici se ti accompagno a vedere in che stanza sei così lasci il tuo bagaglio in camera e poi ti faccio fare un giro turistico della scuola?-. Finalmente io che riesco a relazionarmi con gli altri? Fantastico. Senza pensarci due volte le rispondo: -Ma certo, andiamo-.

 Arrivati troviamo con facilità l'elenco dell'assegnazioni delle camere.
- Cognome?- chiese Mary. 
- Watson-. Dopo poco lo trova e me lo indica col dito. "Stanza 221, Holmes Sherlock" leggo ad alta voce. Lei sembra esserne quasi dispiaciuta.
- Cosa c'è che non va?- chiedo curioso,
-Holmes. Lui è strano, non socializza con nessuno e si reputa il più intelligente di tutta la scuola. Ma non voglio che tu sia condizionato da ciò che pensano gli altri, quindi aspetta di conoscerlo di persona prima di giudicarlo-. Annuisco e poi il silenzio cala tra di noi, un'altra volta.  Passiamo a prendere la chiave e quando arriviamo alla stanza noto che Holmes non è ancora arrivato quindi mi metto a guardare in giro. C'erano due camere con un salottino in comune. Dopo aver ispezionato le stanze, scelgo quella a destra con la finestra che da sul cortile e metto la mia valigia sul letto. Subito dopo mi avvio con Mary per tour della scuola. Mi fa vedere quasi tutto: i dormitori, i campetti, le aule, la mensa, la palestra, la biblioteca e la stanza comune dove i ragazzi si riuniscono. Quando finiamo il giro guardo l'ora e mi accorgo che mancano dieci minuti all'incontro col preside e gli studenti nel cortile. Fortunatamente arriviamo giusti e ci sediamo nelle prime due sedie libere che troviamo. Il discorso è noioso, ci illustra le regole come per esempio il coprifuoco alle 22 e altre di questo tipo a cui però non presto molta attenzione. Alla fine il preside ci augura un buon inizio scuola, previsto per domani. Finito il tutto saluto Mary velocemente e torno in camera. Quando entro, il mio coinquilino è semisdraiato sulla poltrona al centro del salottino.
-Ciao John- mi saluta. Come sapere come mi chiamo? Sono leggermente confuso, poi mi ricordo che c'è scritto nelle elenco delle camere.
-Ciao ...emh- esito un attimo non ricordandomi il suo nome,
-Sherlock- dice lui,
-Sherlock-ripeto io.
L'atmostrera è abbastanza strana e imbarazzante: lui continua a fissarmi mentre io cerco di non badarci.
-Allora Sherlock, vuoi del Te?-
-Si, perché no. Mi chiedevo solo come fai a permetterti di venire in una scuola così prestigiosa quanto costosa...-
- Come fai a dire che non posso permettermi questa scuola-
- I vestiti, le etichette sono lacerate, segno che sono di seconda mano e inoltre sopra c'è scritto 'Harry' che non è il tuo nome, presumo sia quello di tuo fratello più grande-. Sistemandomi meglio il colletto del maglione capisco che avevo l'etichetta fuori e quindi la sistemo. Dopo il Te la serata passa con tutte le fantastiche deduzioni di Sherlock. Ha ragione Mary, non devo badare a ciò che dicono gli altri, Sherlock è stupendo. É riuscito a capire tutto della mia vita in neanche venti secondi.
- Ora sono proprio esausto, credo che andrò a dormire, infondo domani è il primo giorno di scuola- faccio una pausa e poi riprendo: - Sherlock, le tue deduzioni sono fantastiche-
- Veramente?- Sembra davvero molto sorpreso, -... nessuno mi aveva mai detto una cosa simile-.
Finalmente vado a dormire. Ci metto poco e mi addormento.

Spazio Autrice:
Ciao ragazzi, questo è il primo capitolo. Spero che vi è piaciuto! Mi scuso per gli errori ortografici e le forme verbali incorrette, se sono presenti. Se qualcosa non vi piace o volete darmi qualche consiglio per migliorare scrivete nei commenti😊
Un bacione, V.S.

Gli Eroi Non Esistono || JOHNLOCKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora