Prologo

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«Becca, svegliati forza. Devi andare a scuola!» sussurró mio fratello mentre ero ancora stesa nel mio bel lettuccio a sognare.

«Non mi sento bene. Posso evitare di andare a scuola oggi?» finsi un improvviso mal di pancia ed un tono supplichevole alla fine,ma nonostante la mia scenetta –da Oscar devo dire- Jeremy oramai mi conosceva troppo bene e per farmi alzare bastarono due semplici parole : «Cioccolata.Colazione».

Recepii solo quelle che dovevano essere le due parole di un discorso lungo su come le proprie responsabilitá vadano affrontate ma a me bastó sentire quelle due parole per balzare in piedi sul letto e correre in cucina lasciando mio fratello ridendo.

Quel ragazzo aveva sempre saputo che il mio punto debole erano i dolci, la pizza e gli animali coccolosi e ogni volta ritorceva contro di me questi tre elementi.

Mi ero appena trasferita a Londra –in un piccolo appartamento con mio fratello dopo la morte dei miei e di mia sorella- e cosí io ero stata costretta a lasciare i miei amici, unici e rari, da un momento all'altro sentendomi un vero verme a non averli potuti avvisare prima.

Al momento della partenza ero praticamente in lacrime e mi aggrappai alle mie migliori amiche come un cucciolo sperduto, loro erano quelle forti. Io, come al solito, faticai a staccarmi e dopo aver promesso di telefonare appena arrivata mi voltai senza riuscire a guardare indietro.

A salutarmi era venuto anche il mio amico Andrew che non vedevo da tanto tempo e che mi era mancato maledettamente in quelle ultime settimane d'inferno.

Lo abbracciai forte e gli sussurrai «Tratta bene tua sorella o quando torno ti picchio» sebbene mi sforzai di mantenere il mio tono ironico purtroppo la mia voce tradí un filo di malinconia e dovetti lottare per non scoppiare a piangere.

Ci conoscevamo da quando eravamo piccoli e lui e sua sorella erano praticamente sempre a casa mia e viceversa, li consideravo come fratelli e mi aiutarono molto quando la mia famiglia ebbe l'incidente.

Sí, tempo fa la mia famiglia fece un incidente, ho sempre maledetto quel giorno, avrei voluto cancellarlo dalla faccia della terra ma purtroppo non potevo.

La parola "Devastato" non esprimeva nemmeno lontanamente il mio stato d'animo d'allora, alla notizia della morte della mia sorellona e dei miei genitori fui distrutta; non uscii di casa per un bel periodo e quando finalmente mi alzai dal letto e ritornai a scuola tutti mi trattavano con delicatezza e se qualcuno –per sbaglio- nominava la sua famiglia subito seguiva un silenzio imbarazzante che io colmavo con i soliti «Potete parlare liberamente con me, lo sapete» ma che puntualmente tutti ignoravano.

Mio fratello riuscì a mettere da parte un po' di soldi e decidemmo insieme di lasciare definitivamente Dublino e trasferirci a Londra, ricominciando, insieme come avevamo sempre fatto.

Durante la colazione mio fratello continuava a lanciarmi sguardi preoccupati, così dopo l'ennesimo sbuffo mi decisi a parlare «Che succede? Non ti ho mai visto così preoccupato».

I suoi occhioni azzurri, come i miei, mi scrutarono e scosse semplicemente la testa mettendo a tacere la mia domanda.

Sospirai pesantemente, tra me e mio fratello non c'erano mai stati segreti, lui è sempre stato il mio eroe, tutte le mie amiche erano pazze di lui ed io ero sempre orgogliosa di chiamarlo fratellone davanti a tutti.

Si passò una mano tra i corti capelli corvini e si torturò il labbro per poi dire «Becca, da oggi inizio a lavorare, ti accompagno a scuola la mattina e poi non ci sono tutto il giorno, torno la sera» concluse con voce roca.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 13, 2017 ⏰

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