Amata da un Morgenstern

1.7K 50 4
                                    




Sebastian le fece strada ed insieme salirono le quattro rampe di scale che li dividevano dalla misteriosa donna. Quando arrivarono sull'ultimo pianerottolo trovarono davanti a loro un unica porta già aperta. Clary sorpassò in un balzo il fratello e bussando si sporse in avanti per intravedere qualcosa. Le mani di Sebastian intanto prudevano dalla voglia di sfiorare i ricci indomabili che le ricadevano sul viso.

In un attimo una donna comparve sul uscio. Era alta, di mezz'età, con carnagione e capelli scuri, abiti chiari, grandi rune nere che le segnavano le guance come profonde cicatrici e dei miti occhi arancioni, che infondevano calma e tranquillità a chi li guardava. 

"Sebastian Morgenstern" disse la sconosciuta con voce sicura, volgendo lo sguardo alle spalle di Clary, sorpassandola. "è un onore conoscere il figlio di Valentine." Quella frase suonò stonata nelle orecchie di Clary. Non l'aveva pronunciata con ammirazione, né con devozione, più con disprezzo e fastidio, che era assai contraddittorio. 

"E tu devi essere Clarissa. La figlia minore." E il suo sguardo arancione si posò su Clary, accompagnato da un sorriso gentile. Fece un cenno con la mano e spalancò la porta per lasciarli entrare nell'appartamento.

Era un posto luminoso. Pareti e tende bianche che fluttuavano nella leggere brezza parigina. Pavimento in legno color noce e mobili in legno che ricordarono a Clary uno stile provenzale. Ma quello che la colpì furono i vari cavalletti da pittore disseminati per tutto il soggiorno. Le ricordò tanto uno stralcio della sua vita passata. Della vita in cui non faceva parte di tutto questo. Dove non conosceva l'esistenza degli Shadowhunters e del mondo Nascosto.

Si riscosse dai suoi pensieri e si voltò nuovamente verso la donna e Sebastian. Lui fece le presentazioni. Così lei scoprì che la misteriosa donna in bianco era in realtà una sorella di Ferro. Sorella Magdalena. E che aveva fatto parte del Circolo di Valentine ai tempi della rivolta. Per questo motivo era stata costretta a scappare dalla Cittadella e a nascondersi. Ma Clary non riusciva ancora a comprendere quale parte e quanto grande ricoprisse la Sorella nel piano di suo fratello.

"Allora hai quello che mi serve?" interruppe Magdalena il racconto della sua disgrazia, rivolgendosi a Sebastian. Sembrava impaziente di concludere in fretta quel colloquio.

Sebastian d'altra parte non si poteva dire che fosse esattamente contento di stare lì con lei. A Clary sembrarono non sopportarsi a vicenda e immaginò di aver trovato un alleata in quella misteriosa signora. Forse. 

"Certamente." Sebastian mise una mano nella tasca del suo cappotto e un secondo dopo quel che a Clary sembrò un raggio di luce solare le accecò la vista. Sbatté le palpebre più volte e focalizzò finalmente di cosa si trattava. Adamas. Lo stesso adamas che lei aveva aiutato Sebastian a recuperare a Praga.

"Maginifique" disse la donna compiaciuta. Allungò una mano verso quella del ragazzo per afferrare il materiale celeste, ma lui la ritrasse, impedendoglielo. Aveva stampato in faccia un sorriso furbo, lo sguardo inquisitore e diffidente. "E tu, sai fare quello che ti ho chiesto?"

La mascella di Magdalena si serrò e una sentore di irritazione per quella domanda era visibile. "Io sono una sorella di ferro. Posso forgiare qualsiasi arma o oggetto mi venga commissionato con la materia del paradiso. Ma se non ti fidi, giovane Morgenstern, puoi anche andartene. Non sono di certo io ad avere bisogno di te."

Ora fu il turno di Sebastian di sentirsi irritato. La sorella aveva detto la verità, pungendolo sul vivo. Era lui ad avere bisogno di lei, non viceversa. Quindi, a malincuore, Clary vide Sebastian affidarle l'Adamas. Ma proprio quando la donna si stava voltando per riporrlo sul piano di lavoro Sebastian le afferrò il polso. "Non pensare di provare a fregarmi. Rispetta i patti. Altrimenti..." digrignò i denti, sussurrando quella minaccia.

Lei si divincolò dalla sua stretta, come avrebbe fatto uno Shadowhunter e gli rispose con un fremito alla voce, che indicò a Clary la sua rabbia. "Non ti preoccupare. Quello che chiedi sarà pronto per stasera, come stabilito. Piuttosto pensa al mio pagamento."

Sebastian le rivolse un sorriso mellifluo e si congedò avviandosi verso la porta. Nascondeva molto bene la sua irritazione e il suo fastidio, ma Clary riuscì comunque a notarlo. "Sarà meglio che tu ti metta al lavoro." E detto ciò voltò le spalle alle due donne uscendo dall'appartamento.

Clary fece per seguirlo, ma venne fermata dalla Sorella di Ferro, che le si parò davanti. "Non so perché tu sia qui, Clarissa Fairchild, ma questo non é il tuo posto." La donna la guardò con i suo occhi arancioni, irrequieti e preoccupati. E per un attimo Clary pensò fosse un test ideato da suo fratello per testare la sua fedeltà. Per vedere se fosse sicuro rivelarle il suo piano. Ora che era così vicina a scoprirlo, non avrebbe fallito.

Così stette al gioco. "Che cosa stai dicendo. Io sono esattamente dove dovrei essere. Accanto a mio fratello." Rialzò lo sguardo in quegli occhi arancioni, divincolandosi dalla presa della donna, lei però la strinse più forte. 

"Ascoltami." sussurrò, controllando alle sue spalle. "Qualsiasi cosa lui ti abbia promesso, non ne vale la pena. Vattene finché sei ancora in tempo."

"Ormai é troppo tardi. Ci sono già dentro." Magdalena scosse la testa, sospirando. "E poi, perché se é tanto pericoloso, hai accettato il lavoro che Sebastian ti ha offerto?"

La donna si tirò indietro, lasciandola andare. "è la mia redenzione, per i peccati che ho commesso." 

"Quali peccati?" domandò Clary, sempre più incuriosita. Si sentì l'eco dei passi di un uomo nel giro scale. 

"Ascoltami, per favore." parlò in modo affrettato, accavallando le parole. "Conosco Jocelyn dai tempi del Circolo. Era mia amica. Lei mi ha aiutato nel momento del bisogno e ora intendo restituirle il favore." Scrutò Clary, osservando i tratti del suo viso, con un pizzico di nostalgia. "Tu le assomigli molto, sai?  Testarda, impulsiva, spregiudicata. Disposta a tutto pur di salvare coloro che ami." Sospirò dispiaciuta. "E anche tu vieni amata da un Morgenstern."

A quella frase gli occhi di Clary strabuzzarono increduli. "Come..."

"Anche tu, come lei, credi di poterlo cambiare, mitigare. Solo perché sei l'unica cosa a cui tiene al mondo...  Ma ti sbagli." Quelle parole, furono come una pugnalata nel piccolo cuore di Clary. Nel piccolo cuore che in fondo qualche speranza segreta di salvare suo fratello, ancora la covava.

"Io conosco gli uomini Morgenstern. Ho visto personalmente chi sono e di cosa sono capaci. E credimi, se ti dico che quello che é successo a tua madre e a Valentine, si ripeterà anche con te."

Prese Clary per un braccio e la trascinò affrettandosi verso la porta. "Non permettere che questo accada. Segui il mio consiglio. Allontanati più che puoi da tuo fratello o sarà la tua rovina."

Fece per chiudere la porta, ma Clary la bloccò col piede. "Aspetta. Come hai fatto a capirlo? Dimmelo." 

La donna le sorrise triste, con un dispiacere che si estendeva fino agli occhi. "Io non le espressi il mio amore a parole; ma se gli sguardi hanno un linguaggio, il più grande idiota avrebbe capito che avevo perso la testa." Poi chiuse definitivamente la porta.

Quella fu l'ultima volta in cui Clary vide sorella Magdalena, ma si ricordò per sempre le ultime parole che le aveva rivolto. 

Avvolta nell'oscurità del pianerottolo, imboccò il giro scale, correndo a perdifiato per raggiungere Sebastian. Arrivata finalmente in strada lo trovò appoggiato alla moto, che ammirava il panorama. Appena la vide si mosse, raddrizzandosi. "Era ora. Si può sapere perché ci hai impiegato tanto?" le domandò, mentre si posizionava in sella alla moto.

"Sono qui ora, no?" Clary attraversò e si posizionò dietro di lui sul sellino della ducati, divaricando le gambe, per aderire meglio al corpo del ragazzo. Lui si girò appena, osservandola con la coda dell'occhio, una piccola fessura nera. 

"Pronta?" un sorriso impertinente stampato in viso. 

"Sempre." rispose lei, aggrappandosi a lui. Si sentì un rombo, come di mille cavalli al galoppo, e poi il motore andare su di giri, prima che schizzassero via, sfidando la velocità stessa e il vento.


Le Stelle del Mattino  (Clabastian)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora