Capitolo 31

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Capitolo trentuno.
Selena's Point Of View.
Mi stavo preparando per uscire con Justin, indossai dei jeans ed un maglioncino nonostante non piovesse faceva freddo così preferì indossare qualcosa di pesante, domani sarei tornata a scuola, non osai immaginare quanto la gente avesse parlato di me e delle mie ultime assenze, sicuramente avrebbero detto qualcosa su qualche omicidio che per la prima volta nella mia vita non avevo effettivamente commesso. Sentì il mio telefono squillare lo presi velocemente e risposi senza controllare chi fosse.
''Pronto'' risposi immediatamente.
''Signorina Selena Marie Gomez?'' sentì pronunciare il mio nome, chi diavolo era?
''Si sono io'' risposi calma.
''Le parlo dalla stazione di polizia'' il sangue mi si gelò nelle vene al sentire pronunciare quella frase, avevano scoperto quello che facevo e volevano arrestarmi? No impossibile, non chiamavano prima per arrestarti, certo volte ero un'idiota ''volevo informarle che abbiamo nuove informazioni sul caso della morte dei suoi genitori'' rimasi immobile a quella frase.
''D-davvero?'' balbettai mentre i miei occhi divennero lucidi.
''Si signorina, le è possibile avvicinare alla stazione di polizia?'' chiese l'uomo.
''Io.. Si-si'' risposi ''vengo immediatamente'' continuai.
''Bene, l'aspettiamo allora'' disse l'uomo.
''Si, a dopo'' chiusi velocemente la chiamata e mandai un messaggio a Justin.
From: Me.
To: Drew
'Non mi è possibile venire, ho avuto un imprevisto, ti faccio sapere io l'ora se riesco a sbrigarmi.'
Velocemente mandai il messaggio e mi diressi fuori dalla mia stanza correndo, scesi le scale in fretta ed arrivai in cucina con il fiatone tutti mi fissarono non capendo.
''D-dovete acc-accompagnarmi alla stazione di p-polizia'' balbettai, i loro occhi si sgranarono.
''P-perchè?'' chiese Jake.
''Loro hanno nuove n-notizie sui mi-miei g-g-enitori'' dissi io, tutti mi guardarono increduli.
''Vengo con te'' disse Jake raggiungendomi e stringendomi in un abbraccio.
''Si anche io'' si aggiunse Ashley.
''Io verrei ma.. Devo fare alcune cose'' disse Demi dispiaciuta.
''Tutto okay tranquilla'' la rassicurai.
''Su andiamo'' disse Jake, velocemente mi precipitai in macchina, con Jake e Ashley dietro, prima di arrivare alla stazione di polizia ci volevano circa venti minuti da casa nostra, ero in ansia, volevo sapere chi era, cosa succedeva, cosa diamine avevano scoperto, loro non mi avevano più chiamata dopo l'interrogatorio a cui avevo dovuto raccontare tutto quello che sapevo, tutto quello che avevo visto quel giorno, un groppo in gola mi si formò ripensando a quella scena, i miei genitori in quella pozza di sangue, fermi, i loro corpi ormai senza vita, avevo giurato che avrei ucciso quel bastardo che gli aveva fatto questo, io lo avevo giurato a loro, a me stessa, lui mi aveva tolto tutto, io ero morta con loro, lui mi aveva privato della mia vita, della libertà, di una vita normale come qualsiasi persona, ero stata costretta a diventare quella che sono a causa di un bastardo.
Venti minuti dopo eravamo davanti la centrale, mi avviai per prima seguita dai ragazzi.
''Scusi.. Mi hanno chiamato per dirmi che ci sono delle novità sul caso della morte dei miei genitori'' dissi cercando di sembrare il più calma possibile.
''Si, ho parlato io con lei signorina, mi segua prego'' feci come richiesto e lo seguì in una stanza, aveva i vetri oscurati ci entrai, nelle pareti erano appese tutte le foto, tutti gli indizi trovati sulla scena del crimine erano sul tavolino ''alcuni agenti sono tornati in quella casa e mentre la controllavano ancora una volta hanno trovato questa scatola'' disse indicandomi una scatola di cartone rossa ''può aprirla signorina'' mi disse, annuì, mi diede una sedia e mi sedetti ''la lascio qui per vedere il tutto una volta che avrà finito le spiegherò meglio ciò che abbiamo capito sul caso'' mi disse, io forzai un sorriso e poi l'uomo uscì lasciandomi in quella stanza con Jake ed Ashley che mi vennero accanto, tutto mi ricordava quel giorno, aprì lentamente la scatola, sapevo che mia madre aveva una scatola dei ricordi, almeno era così che lei la chiamava.
All'interno della scatola c'erano molte foto, dei miei genitori, della mamma da piccola, delle mie foto, poi il mio disegno della nostra famiglia, sorrisi debolmente mentre la mano di Ashley si posò sulla mia spalla e mi sorrise dandomi conforto, trovai delle lettere, quelle di papà per la mamma, erano tutte bellissime, mancava l'ultima, la aprì e lessi attentamente.
'Caro diario,
oggi ho scoperto di essere incinta di nuovo, non ho detto ancora niente a Selena, il dottore dice che probabilmente sarà una bambina così insieme a Ricardo abbiamo deciso di chiamarla Scarlett siamo sicuri che lei sarà molto felice, non posso crederci, dopo che la mia bambina nacque i dottori mi dissero che non avrei più potuto avere bambini, ed ora invece tutto questo smentisce tutto, io ne avrò un'altra, ringrazio Dio per questo dono, spero di poter essere una buona madre per le mie bimbe. Inoltre probabilmente adesso Ricardo smetterà con il suo lavoro, finalmente metterà fine a tutto questo incubo, finalmente non girerà più gente cattiva pronta a farci del male intorno a noi, potrò dare una vita sicura alla mia famiglia, alle mie bimbe, finalmente ci sono riuscita, lui smetterà per noi, lui ci ama più di ogni altra cosa, mi ha promesso che adesso più nessuno ci farà del male, siamo salvi, la mia vita sarà come l'ho sempre desiderata, niente più pericolo.
Mandy.'
Mamma era incinta.. Quel brutto bastardo aveva ucciso i miei genitori e mia sorella, non potevo crederci, portai un mano alla bocca riposando tutto attentamente nella scatola.
''Tesoro stai bene?'' mi chiese Ashley che probabilmente aveva letto la lettera, i suoi occhi erano lucidi.
''N-non lo so'' balbettai, lei si abbassò e mi strinse a se come non aveva mai fatto.
''Jake chiama quell'uomo'' gli ordinò e lui fece come richiesto senza ribattere mentre io ero ancora tra le barccia di Ashley.
''Eccomi'' disse l'uomo ''vuole un pò d'acqua?'' chiese comprensivo, io scossi la testa, lui si avvicinò ''ha visto tutto?'' mi chiese ed io annuì ''anche la lettera di sua madre?'' annuì nuovamente ''noi pensiamo che suo padre facesse parte di qualche gang, per questo sua madre parla di sentirsi sicura, probabilmente suo padre voleva smettere ed abbandonare quella vita, ma non è così facile, loro pensano che una volta dentro non si può più uscire perciò probabilmente i suoi genitori sono stati uccisi per questo, signorina lei sarebbe morta a quest'ora se non fosse rimasta nascosta, loro avrebbero ucciso tutta la famiglia, e non so come non vi abbiano mai cercata, dovete stare attente'' disse l'uomo.
''Okay, grazie..'' risposi così non sapendo cosa dire.
''Se vuole può portare con se alcune foto'' disse l'uomo riferendosi a quelle che si trovavano all'interno della scatola.
''Bene, grazie'' presi le foto di famiglia, le mie foto da piccola e qualcuna della mamma da giovane, il poliziotto disse che purtroppo le lettere non poteva darmele e che era già andato contro le regole facendomi portare via quelle foto, lo ringraziai ed insieme ai ragazzi tornai in macchina con quelle foto ancora in mano, non riuscì a smettere di pensare che forse se fossi morta con i miei genitori quel giorno adesso sarei felice con loro, avevo visto che la data della lettera risaliva ad una settimana prima della loro morte.
''Selena'' disse Jake per attirare la mia attenzione, ma non lo degnai di uno sguardo, il mio cellulare vibrò e lo presi senza curarmi di chi fosse.
''Pronto'' risposi senza emozioni.
''Piccola stai bene?'' era Justin, lo sentì preoccupato.
''Si'' risposi secca.
''Sicura? Sei strana?'' ribadì.
''Justin ti passo Ashley, per favore parla con lei'' diedi il mio cellulare ad Ashley.
''Ciao Justin, Selena non sta bene, probabilmente ti chiamerà dopo lei appena sta meglio, oggi non credo se la senta di uscire, le dispiace..'' disse fece una causa probabilmente parlò Justin ''certo, non preoccuparti glielo dirò, ciao Justin'' disse per poi chiudere e passarmi il telefono ''dice che appena ti senti meglio dovresti richiamarlo, lui è molto preoccupato per te Selena'' la ascoltai e l'unica cosa che feci fu annuire, sapevo cosa dovevo fare, dopo dieci minuti eravamo a casa, entrai senza proferire parola proprio come avevo fatto da quando ero uscita dalla centrale di polizia.
''Ehi Selena.. Com'è andata?'' chiese David, non risposi e mi diressi verso le scale.
''Guarda un pò chi c'è.. Siamo nervose eh?'' rise Mike infastidendomi ma continuai comunque la mia strada senza fiatare ''si risponde puttanella, il mondo non gira tutto intorno a te'' sibilò, non ci vidi più dalla rabbia, lasciai che tutto mi cadesse dalle mani, mi diressi svelta verso di lui, la sbattei al muro, estrassi la mia pistola dai jeans e la puntai sulla sua fronte.
''Giuro che se non la smetti non esiterò a premere il grilletto'' vidi la preoccupazione nei suoi occhi, annuì debolmente, mi sentì tirare dalle braccia, erano Jake e David.
''Che succede qui?'' chiese Joe scendendo dalle scale probabilmente era infastidito dal rumore.
''Niente'' rispose Jake, mentre io ripresi le cose che poco prima avevo lasciato cadere e salì le scale velocemente.
Nobody's Point Of View.
Selena si diresse nella sua stanza senza fiatare, lasciando tutti al piano di sotto, Demi, David, Joe e Mike erano ancora confusi dall'improvviso cambiamento d'umore che aveva avuto Selena. Il rosso era davvero spaventato, non si aspettava quella reazione da parte di Selena, lui la conosceva bene, sapeva che la volta successiva nessuno gli avrebbe parato il culo, lei gli avrebbe sparato senza dubitare nemmeno un secondo, ed il suo corpo sarebbe rimasto senza vita nel giro di pochi secondi. Ashley e Jake invece lo sapevano bene, loro erano a conoscienza dell'improvviso cambiamento di Selena e nessuno dei due osò dire qualcosa agli altri, nonostante sapevano che loro avevano bisogno di una spiegazione.
Justin nel frattempo era davvero preoccupato, non aveva mai sentito Selena in quel modo, sembrava essere distrutta, sembrava essere morta, senza emozioni, aver parlato con Ashley non lo aveva per niente calmato anzi tutto il contrario, si era preoccupato maggiormente, cosa le impediva di parlare con lui? Quelle domande continuavano a frullargli in testa, cosa l'aveva cambiata in quelle poche ore dall'ultima volta che l'aveva vista. Nella sua voce aveva sentito tristezza, disperazione, voglia di vendetta ed esitazione, ma perchè tutto questo, non riusciva ancora a spiegarselo. Non si spiegava dove fosse finita la ragazza con cui lui aveva passato i suoi giorni a Stratford perchè di sicuro non era lei, quella ragazza era come morta dentro e lui sapeva come si ci sentiva perchè lui aveva appena ricominciato a vivere.
 

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