Capitolo 39

169 6 0
                                    


Capitolo trentanove.
Selena's Point Of View.
Ero ancora lì con quel cellulare in mano mentre ancora le lacrime rigavano le mie guance, quella foto, quel momento, quella torta, quella proposta, quella risposta, il suo modo di tenermi in braccio, la felicità nei nostri sguardi, lui. Tutto era perfetto in quel momento, o almeno così sembrava essere, ma la perfezione non esiste, in nulla. La felicità non mi avrebbe mai accompagnata, io non avrei mai avuto un lieto fine, mai un vissero per sempre felici e contenti. Non ci sarebbe stato, il mio destino era ufficialmente finito.
Dopo ore a piangere presi la decisione migliore, l'unico modo che avevo per sentirmi meglio, avrei usufruito di quell'oggetto di metallo, avrei lasciato un altro inconfondibile segno sulla mia pelle, avrei continuato quella tortura fino a quando il dolore non sarebbe scomparso, ma ne ero consapevole, si sarebbe nascosto e dopo un poco sarebbe tornato per torturarmi altre innumerevoli volte fino alla morte fisica e mentale di me stessa.
Ero in bagno, con la lametta in mano, la vista offuscata a causa delle lacrime che cadevano incessanti sulle mie guance, mentre ogni ricordo mi tornava in mente, e così iniziai quella lenta tortura, un ricordo un taglio, un ricordo una sofferenza in meno, un ricordo un passo in più verso la morte.
Dopo svariati tagli i miei polsi erano tutti rossi a causa del liquido rossastro che scorreva su quest'utlimi, sentì le gambe cedere, le mani tremare, non avevo più forza, niente di niente, il mio corpo stava cedendo alla tentazione, il mio cuore stava mettendo un punto alla mia inutile vita, ma ero pronta, anche se non ero riuscita a compiere tutti i miei desideri ero comunque pronta, sapevo che qualcuno avrebbe realizzato i miei desideri al mio posto, sapevo che tutti erano a conoscienza delle mie azioni future, magari un giorno qualcuno mi sarebbe venuto a trovare al cimitero raccontandomi che avevano eseguito il mio volere, parlando alla mia tomba.
''Se-'' non riuscì a distinguere la voce, stavo perdendo i sensi, ero stesa sul pavimento ''cazzo, chiamate qualcuno, chiamate aiuto'' l'ultima cosa che sentì fu quell'urlo prima di chiudere gli occhi pronta a far spegnere la mia anima e raggiungere i miei genitori.
Nobody's Point Of View.
Jake era salito in camera di Selena poco prima di scoprirla in una pozza di sangue, immediatamente la prese in braccio scendendo velocemente le scale e poggiandola delicatamente sul divano mentre David aveva il telefono in mano mentre chiamava il ragazzo che un mese prima aveva salvato la vita di Justin.
''Mitch cazzo devo venire'' fece silenzio ''non mi interessa chi cazzo stanno operando, lei non morirà cazzo, fammi trovare qualcuno all'entrata o ti taglio la gola'' disse chiudendo subito la chiamata ''prendila andiamo in ospedale, subito'' urlò David prendendo le chiavi.
Demi ed Ashley guardavano il corpo di Selena ormai inerme e sporco di quel liquido rosso mentre Jake la prendeva in braccio e correva verso la macchina seguito da David e Joe che era davvero preoccupato per la vita della ragazza che qualche anno prima era arrivata in quella casa cambiando tutti.
Una volta arrivati in ospedale ad aspettarli all'entrata c'erano Mitch ed un dottore, misero subito Selena in una barella correndo verso una stanza ed invitando i ragazzi ad attendere fuori.
Passarono tre quarti d'ora prima che Mitch uscisse dalla stanza con in mano una cartellina che conteneva tutti gli esiti degli esami e le varie visite che avevano fatto a Selena.
''Allora ragazzi, non è grave, le abbiamo già fasciato i polsi ed appena si sveglia potrete portarla a casa, lo svenimento è stato causato dalla mancanza di sostanze assunte negli ultimi giorni e soprattutto per la perdita di sangue, lei ne ha perso davvero moltissimo, i tagli sono profondi e devono essere medicati ogni giorno almeno due volte, vi darò il nome del farmaco che le dovrete mettere sui tagli, conoscendola si lamenterà perchè le causerà bruciore ma è necessario che lo metta e dovete anche benderle i polsi sempre, la motivazione di questo suo gesto.. Beh io penso che dovreste chiederlo a lei.. Sempre se non lo sapete'' concluse Mitch mentre i ragazzi erano ancora scossi a causa della scena di qualche ora prima.
Passarono due ore prima che Selena si svegliasse del tutto, i ragazzi erano già entrati nella sua stanza e le avevano comunicato che da lì a poco se ne sarebbero potuti andare e lei sarebbe tornata a casa.
''Perchè lo hai fatto?'' disse Demi tra le lacrime, non risposi.
''Parla!'' si alterò Ashley.
''Dovevo morire'' disse Selena semplicemente ''dovevo morire'' ripetè ancora una volta con tono di voce un pò più basso ''quel giorno con i miei genitori io dovevo morire'' disse continuando tra le lacrime, Mitch nel frattempo era entrato nella stanza da molti minuti. Lo sguardo di Selena era perso nel vuoto come se fosse sola in quella stanza d'ospedale.
''Ragazzi'' sussurrò Mitch attirando l'attenzione di tutti ''so che non capite che sta succedendo, ma in questo momento si è chiusa in un mondo dove lascia tutti fuori'' spiegò il ragazzo dopo aver visto la scena di Selena.
Passò qualche ora, era arrivato il momento di portare Selena a casa, doveva passare un medico per prescrivere dei farmaci che avrebbero fatto stare meglio Selena, anche se Mitch ci disse che le avrebbero portato sonnolenza ed avrebbe dormito molto durante il giorno.
''Salve ragazzi, qui ho il foglio con il farmaco che dovete far prendere alla vostra amica, potete andare a casa, auguri per la vostra amica'' il dottore lasciò la stanza abbastanza velocemente aveva lasciato il foglio ai ragazzi e se n'era andato non lasciandogli il tempo di ringraziarlo.
''Su andiamo'' disse Ashley aiutando Selena ad alzarsi, nel frattempo durante quelle poche ore Selena si era ripresa, ed aveva superato quella piccola crisi avuta poco prima.
''Okay'' disse semplicemente.
In pochi minuti salirono in macchina e si diressero verso casa, Joe aveva comunicato ai ragazzi che avevano un importante incontro, aveva ordinato a Selena di restare a casa, prendere i farmaci ed andare a dormire, a controllarla ci sarebbe stato un ragazzo di cui si fidava, una volta arrivati a casa fecero prendere i farmaci a Selena, mezz'ora dopo arrivò l'amico di Joe e tutti lasciarono la casa lasciandola lì.
Selena's Point Of View.
''Uhm.. Stai bene?'' chiese Louis.
''Si'' fu l'unica cosa che dissi, Louis era simpatico ma io non avevo voglia di parlare con qualcuno, era molto gentile e si preoccupava.
''Bene, vuoi dormire?'' chiese nuovamente sorridendomi.
''No, mi metto un pò sul divano'' risposi andando sul divano e sedendomi su quest'ultimo.
''Va bene, io mi metto in cucina se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi'' disse lui con tono preoccupato ed esitante.
''Va bene'' dissi io semplicemente, presi il telecomando ed accesi la televisione, iniziai a girare canale non trovando nulla di interessante da guardare, sbuffai infastidita, mentre le palpebre si facevano pesanti, in pochi secondi mi addormentai.
Un grande rumore mi fece aprire gli occhi, mi sentivo priva di forze mi alzai comunque determinata a capire da dove venisse il rumore, mi diressi in cucina per cercare Louis ma sorprendentemente non lo trovai, stranita mi diressi verso il piano di sopra, per reggermi in piedi mi aiutai con il passa mano, guardai ogni stanza ma nulla, niente era fuori posto e di Louis non c'era neanche l'ombra.
''Louis!'' urlai per farmi sentire mentre mi dirigevo ancora una volta verso le scale per raggiungere il piano inferiore, ancora una volta nessun rumore, infastidita raggiunsi la cucina ''Louis cazzo dove sei?'' gridai esasperata.
''Ehi bambolina'' mi voltai immediatamente ma davanti a me non c'era Louis o uno dei ragazzi ''come stai?'' chiese ridendo sonoramente.
''Chi cazzo sei e che vuoi da me?'' chiesi semplicemente mentre il mio sguardo percorreva la stanza ripetutamente in cerca di qualche arma.
''Nessuno potrà aiutarti'' rise lui.
''Dai cazzo smuoviti quel culo e prendi quella cazzo di puttanella'' una voce femminile urlò dalla porta, tutto mi sembrò più chiaro.
''Su cammina'' mi urlò contro il ragazzo, avrò anche preso dei farmaci ma non lascerò che il mio 'rapimento' sia una cosa semplice.
''Col cazzo che vengo con te'' risposi con uno sguardo di sfida.
''Non voglio farti del male, so che non hai nemmeno un briciolo di forza perciò smettila e cammina senza lamentarti'' mi disse infastidito.
''Non me ne fotto un cazzo'' sbottai infastidita indietreggiando, conoscevo la cucina di casa mia ed avrei trovato presto un coltello da cucina che era sicuramente una buona arma ''cosa avete fatto a Louis'' subito mi venne in mente, sicuramente gli avevano fatto del male.
''Il tuo amico ha un buon rapporto con la mia amica lì fuori'' rise di gusto, sbattei contro il marmo e sorrisi immediatamente, portai una mano dietro la schiena ed iniziai a cercare quello che mi interessava.
''Stai cercando qualcosa?'' rise di gusto e fu in quel momento che capì di essere fottuta.
''N-no'' balbettai.
''Forse questo?'' disse prendendo un coltello e mostrandomelo mentre si avvicinava pericolosamente a me, lo puntò sulla mia gola ''adesso ti conviene fare quello che ti dico e smetterla di fare la puttanella'' continuò lui, deglutì visibilmente e lo seguì, lui ed una ragazza mi fecero entrare in una macchina, avevo visto Louis per terra nel vialetto di casa e mi sentì male per lui.
Aprì gli occhi abbastanza lentamente, avevo riacquistato le mie forze probabilmente l'effetto del farmaco era finito, un odore alquanto sgradevole si fece spazio, mi guardai intorno, la stanza era scura e c'era solo un letto dove mi trovavo io in quel momento, un piccolo spiraglio di luce proveniente da una piccola finistra di fronte al letto, questa stanza non veniva pulita da anni ne ero sicura a causa del cattivo odore che c'era mi mossi leggermente ma mi fermai immediatamente a causa del dolore ai polsi, erano legati con una corda e questa si muoveva provocando uno strusciamento tra la benda bianca che mi avevano messo in ospedale ed i tagli causati dalla lametta. Sentì dei passi farsi sempre più vicini alla porta e mi ricomposi il più possibile per non farmi vedere debole agli occhi dei miei 'rapitori'.
''Benvenuta'' ridacchiò l'uomo la quale non riuscì a capire chi fosse a causa della poca luce, ma subito posò la mano sull'interruttore ed il suo volto mi fu chiaro.
''Jason?'' sgranai gli occhi, era impossibile, lui stava con Justin, con la sua gang.
''Ciao Selena'' mi sorrise maliziosamente ''come stai eh?'' chiese ridendo probabilmente essendo a conoscienza di ciò che era successo quella mattina.
''Jason che ci fai qui?'' chiesi io ancora sconvolta.
''Sono sicuro che saprai chi è Justin in realtà'' io annuì semplicemente invitandolo a continuare ''beh le sue regole non erano fatte per essere seguite e non mi andava più di rispettarle così sono andato via per mia fortuna però i The Snake sono stati così buoni da farmi entrare nella loro gang'' sorrise soddisfatto.
''Jason ti stanno solo usando!'' esclamai avendo capito qual'era il gioco che i The Snake stavano facendo, avrebbero usato Jason per sapere tutte le informazioni su Justin ed i ragazzi, lo avrebbero distrutto con le sue stesse tecniche e poi ovviamente dopo essersi serviti di Jason l'avrebbero ucciso senza alcun ripensamento.
''Non sono cazzi tuoi questi, comunque sono qui per un'altra cosa'' rise semplicemente ''dammi il tuo telefono'' lo guardai un pò confusa, non ero nemmeno tanto sicura di averlo con me in quel momento.
''Uhm sai com'è ho le mani legate'' risposi sorridendo beffarda.
''Va bene allora faccio io'' rispose infastidito avvicinandosi ed iniziando a frugare nelle tasche dei miei jeans ''sarò buono con te, ma vedi di non fare cazzate, qui vogliono farti fuori, io provo ad aiutarti ma tu sta attenta'' disse gentilmente mentre si allontava con il mio telefono ''allora come sta Justin?'' chiese lui cercando di sembrare disinteressato, ma sapevo che non lo era anche se aveva abbandonato la sua gang comunque ci teneva, avevano passato molti anni insieme.
''Non lo so'' dissi semplicemente.
''Capisco..'' continuò, inizio a digitare qualcosa con il telefono.
Iniziò a parlare con qualcuno, poi si avvicinò e mi passò il telefono, sentì la voce di Joe.
''Ehi Joe.. Qui non so dove cazzo mi trovo'' dissi tranquillamente per non farlo preoccupare più di tanto anche se sapevo che stava morendo dalla preoccupazione ed aveva paura per me.
''Andrà tutto bene, ti troverò tranquilla'' fu l'ultima cosa che sentì prima che Jason chiudesse la chiamata e portasse il telefono con se.
''Sai dov'era?'' chiese lui ridendo.
''No'' dissi io scrollando le spalle.
''Erano ad un incontro con Justin ed i ragazzi'' sgranai gli occhi alla sua esclamazione, sapevo cosa Joe aveva intenzione di fare, lui voleva uccidere Justin a causa di tutto quello che mi era successo.
''Stai scherzando vero?'' chiesi con un pizzico di speranza in voce.
''No, stai tranquilla, sicuramente Justin se lo aspettava, lui alla fine ti odierà per averlo quasi ucciso'' disse lui prima di lasciare la stanza e lasciarmi lì a riflettere con lo sguardo perso nel vuoto, non poteva essere, Justin non doveva morire a causa mia.

Nothing is easy, you can risk your life every moment.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora