Vit ĭ um ➴
01 – Quem◯ ◔ ◑ ● ◕ ◐ ◯
➥ pairing: FeiKina. {Fei ⇔ Kinako} Fei centric.
genere: fluff, triste.
avvertimenti: AU, OOC.
rating: giallo?
note: quem significa irraggiungibile.
cosa tanto carina e coccolosa, sì. (*'∀`*)new game
◇ continue
exitSono steso sul freddo pavimento. Mi sveglio. Dove sono? Non vedo quasi niente, subito. Alzo il braccio per farmi ombra sul volto con la mano, e solo in quel momento mi accorgo del fitto dolore che mi tormenta. L'arto è pesante, lo muovo a fatica. Facendo uno sforzo, riesco nel mio intento. Al primo impatto, la stanza in cui mi trovo è... fredda. E buia. Le pareti sono scure, si riescono ad intravedere appena dei segni colorati: sembrerebbero pastelli a cera. Dalla forma e dallo spessore del colore, probabilmente qualcuno era disperato. Con tutta quella forza, li avrà sicuramente spezzati. I pezzetti sulla mattonella proprio lì sotto aiutano la mia ipotesi. Giro ancora un po' lo sguardo: un'altra cosa che percepisco è un leggero mal di testa. Da quanto tempo sono qui? Non ne ho idea. Poggio la mano sul pavimento, lo percepisco ancora freddo.
Sento il mio corpo abbandonato dalla forza. Ora sono steso, fisso intensamente il soffitto. E quella luce, allora? Qui non c'è niente. Mi giro su di un fianco. Vedo un oggetto lungo e sottile. Con la poca luce presente, mi è difficile identificarlo, poi ci arrivo: è una margherita. Una delle tante. Ripensando alla luce che m'aveva accecato, mi viene in mente la tua figura. Perché eri tu, giusto?Da quanto tempo sono qui? Non ne ho idea. Non ricordo niente della mia vita, prima di questo. Non è sicuro nemmeno che l'avessi, una vita, prima. Ricordo solo le margherite che mi hai sempre lasciato. Tutte con la stessa corolla arancione. Mi sembra d'averti visto, mentre ne lasciavi una sul pavimento, una volta. Non ne sono sicuro, ma il ricordo è così... forte. Vedo le tue dita lunghe e affusolate strette sullo stelo del fiore, in una presa leggera. E, un attimo dopo, hai la schiena non più curva, la margherita è ai tuoi piedi. Ti guardo il volto, contornato da qualche ciuffetto dei tuoi capelli bruni, che ti ricadono sulle spalle, che ti accompagnano in ogni tuo movimento, ondeggiando. I lineamenti sono dolci, lisci, danno la sensazione che tu sia fatta di porcellana. Vedo i tuoi occhi, grandi e molto espressivi, brillano. Sbatto le palpebre, tu non ci sei più. Chi sei? Ci sono molte domande che mi pongo su di te.
Continuo a camminare. Il corridoio che sto percorrendo mi sembra infinito. Una cosa è certa: ovunque vada, in questo posto, c'è sempre la stessa atmosfera. Una di quelle pesanti, misteriose, e non sai cosa aspettarti dietro l'angolo. Poi noto qualcosa di nuovo: sento un vago profumo, di fiori. Faccio più attenzione e mi sembra di sentire il rumore di acqua che scorre. Non so spiegarmelo, inizio semplicemente a correre. Forse è la speranza di vedere te che mi da la forza di muovermi.
Mi ritrovo in un'ampia stanza. A differenza di quella in cui mi sono risvegliato, questa è più luminosa. Il profumo si è fatto più forte: mi accorgo solo più tardi che ci sono fiori ovunque. Ovunque.
E poi ti vedo. Sei di spalle, vedo i tuoi lunghi e lisci capelli. Inizio a camminare lemme lemme, non so spiegarmi nemmeno questo. È come se risvegliassi qualcosa in me. Cerco di non fare rumore, voglio avvicinarmi il più possibile. Credo di volerti... abbracciare.
Sono troppo immerso nei miei pensieri per rendermi conto che ti sei accorta di me. E poi, nulla, ci guardiamo. Per qualche minuto, direi. Fin quando tu non curvi la bocca in un dolce sorriso. I tuoi occhi sono chiusi, sorridono anch'essi. Non riesco a guardare altrove. Sei... così bella, quando sorridi. E bella è poco. Stringo i pugni e penso di volerti abbracciare assolutamente. E poi, ancora. Un battito di ciglia e tu non ci sei più.
Sono rassegnato, mi avvicino alla fontana dov'eri tu, poco prima. Vedo il mio riflesso nell'acqua. Mi sforzo di non far scendere le lacrime, anzi, sorrido. Come hai fatto tu, per me.
Eppure, sei ancora qui. Lo sento. Mi giro e ti vedo. Appena in tempo, perchè te ne stai andando. E mi rivolgi un altro sorriso. Mi fai stare bene, quando lo fai.
Sospiro e decido di ricominciare la mia pazza caccia. Sto cercando te. Perchè te ne vai? Voglio solo stare in tua compagnia.È quasi un'ora che cammino. Tra stanze, stanzette e corridoi, mi è venuta la nausea. A volte mi sembra di vedere una luce, ma è troppo debole. Non puoi essere tu. Oppure, stai male? Non riesco a sopportare quest'idea. Perché, semplicemente, non vuoi il mio aiuto? A me sembra così, mi sembra che tu mi stia rifiutando. Credo che tu stia scappando da me. Mi do dei colpetti sulle guance: non è possibile. Mi accorgo di avere gli occhi chiusi solo quando sbatto contro una parente. Mi massaggio la testa. Ecco un'altra stanza, decido di dare un'occhiata.
Sono quasi a metà strada ed inizio a provare una strana sensazione. Sei tu. Sei al mio fianco. Non trattengo la mia gioia ed alzo le braccia per abbracciarti. Ti sfioro. Mi fermo quando vedo che la tua espressione, dal sorriso di poco fa, è diventata... assente. Sei triste? Cammino, provo ad avvicinarmi a te. Ma tu ti allontani. Continuo a guardarti. Ti stai facendo meno luminosa. Che sta succedendo? Perchè non parli?
Sta crollando tutto. Il pavimento si muove sotto i miei piedi. Mi basta un attimo per perderti di vista, nuovamente. Non so il perchè, ma credo che questo sarà il nostro ultimo incontro.
La situazione peggiora. Pezzi del soffito cadono tutto intorno a me.
Ancora quella sensazione. Sarà perchè mi sono reso conto d'averti persa? No.
Mi giro istintivamente. Ti vedo ancora. Questa volta sei... diversa. Sei più alta, il tuo volto è più maturo. Hai i capelli legati con un elastico, li tieni su un'unica spalla. Ti guardo meglio: sei una donna, ora. Continuo a guardarti, e poi capisco. Sento le lacrime rigarmi le guance, ma non ci faccio caso. Tutto continua a crollare, ma non m'importa. Mi basta questo. Mi basta guardarti. Mi rivolgi un'altro dei tuoi sorrisi. Ma questo è diverso. È più dolce, più caldo. Restiamo immobili e ci guardiamo, poi ti vedo scomparire. Le lacrime si fanno più abbondanti. Sento che mi stai accarezzando la guancia - anche se potrebbe essere solo una mia impressione. Non ti vedo, ma so che sei con me. Ancora. Cerco di trattenere le lacrime, di fermarle. Sorrido lievemente.
«Ti voglio bene, mamma...»
Sento la tua voce, nella mia testa. Stai dicendo che me ne vuoi pure tu. Non riesco proprio a trattenermi dal piangere. Ora so chi sei, chi sono io. So che non sei un'illusione. E rimango lì, immobile. Sono sicuro che mi stai guardando, che stai sorridendo. Sorrido anch'io, e sembra che tutto intorno a me si sia fermato.
So che tu sei con me, e che non sono più solo.
Grazie, mamma.Game over.
no, no. okay.
scherzo.
beh, non ho niente da dire.
ennesima oneshot che riciclo dal mio account su efp, la smetterò mai? chissà, quando finirò la scorta di sicuro.
dovrebbe essere un tentativo fallito di usare come ambientazione un videogioco, credo... in realtà non lo so nemmeno io e, soprattutto, non me lo ricordo nemmeno più.
l'unica certezza che ho, è una delle solite cose partorite nei miei tanto amati momenti di depressione randomici in cui indago il senso dell'essere e del mutare.
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Quem 〈 One shot 〉
Fanfiction〈 INAZUMA ELEVEN 〉 ❝ L'unica cosa che sa con certezza, Fei, è di volerla abbracciare. E finalmente capisce. ❞ ©