#6-Una giornata uggiosa

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Passarono dei giorni dallo scherzo, ma niente, era quasi impossibile umiliare Marinette. Aveva sempre la battuta pronta, era sempre un passo avanti a lui. E la cosa non era migliorata nemmeno dopo le visite giornaliere di Chat Noir. Era lì ogni sera a farsi cacciare fuori, con le buone o con le cattive, e spesso la finestra non era nemmeno aperta.
Ormai Adrien non aveva più idee, però non voleva di certo arrendersi.

Dopo l'inizio dell'autunno, però, Marinette stava come "perdendo colpi" magari non si capiva a primo impatto, o non si capiva dalle sue solite battutine. Ma lei stava male, tanto male.
Non era un male propriamente fisico, ma stava così male che Alya si stava cominciando seriamente a preoccupare. Certo appariva sempre la stessa, ma solo all'esterno, si capiva che dentro qualcosa stava cambiando e di sicuro non in maniera negativa.
Durante la merenda...
"Marinette? Hey?"
Alya schioccò le dita davanti agli occhi della corvina, così freddi e vuoti
"Marinette?" Ripetè la mora.
"Si Alya, che c'è?" Le rispose una Marinette quasi inespressiva, con la voce senza sentimento, nulla, sembrava fosse vuota.
"Marinette, tutto ok?" Aveva detto Alya quasi in tono materno
"Certo, perché non dovrei stare bene?" Chiese velocemente lei.
"Perché non mi hai risposto male, tu odi che la gente ti schiocchi le dita in faccia.." disse leggermente preoccupata e pensierosa Alya.
" ...bhe, forse non lo odio più" rispose.
"Forse... Forse mi sembri senza più gioia" disse la "vice" preoccupata.
"C..cosa vuol dire quello che hai detto? Non ha senso quello che hai detto? Dimmi il senso, perché proprio non lo capisco" Marinette cominciò a parlare a raffica, riproponendo sempre la stessa domanda, formulandola sempre in maniera diversa..
Alya era sbigottita, non aveva mai visto la sua migliore amica così.. "MARINETTE CALMATI" urlò Alya dicendo questo, le appoggiò pesantemente le mani sulle sue spalle come per farla risvegliare da quel suo stato di agitazione improvvisa.
Marinette era muta, mentre guardava dritta negli occhi la sua amica. Le tolse le mani dalle spalle e prese una gomma da poter masticare.

Pioveva a dirotto quel pomeriggio, e Marinette non voleva fare altro che uscire e rimanere sotto la pioggia, ma sapeva che non poteva, il suono era sempre più forte, e la invitava sempre di più ad andare fuori.
Ed ecco che uscì, cercò di fare il più velocemente e silenziosamente possibile, sia per non far insospettire i genitori, sia per non bagnare troppo il letto. Salì e la sua chioma corvina cominciò ad inzupparsi. Alzò la testa al cielo, con la voglia di sentire il viso colpito dalle goccioline per sentirsi meglio, una volta aveva letto che quando ti cade una goccia d'acqua sulla guancia è il bacio di qualcuno che è morto, ma che continua a guardarti, e anche queste piccole cose, si sa, fanno stare bene. Con tutti i vestiti bagnati si stese sul lettino che aveva sulla terrazza, e si lasciò andare. Per un momento non si sentiva più obbligata a fare la forte, in quel momento si sentiva solo dondolata dal suono di quell'acquazzone. Chiuse gli occhi e con la testa al cielo, mentre l'acqua piovana le colpiva il viso, pianse, tanto, forse troppo per un motivo che nemmeno lei conosceva.
Ed ecco, più in orario di un treno svizzero, che arrivò un certo gatto. Chat era su uno dei tanti tetti affianco a quello della ragazza. Non la riuscì a vedere bene a causa della pioggia, che per quell' unico momento cominciò a maledire, dato che anche lui amava la pioggia e quel suo caratteristico odore. Prese coraggio e con i riflessi pronti, in attesa di altri calci, si tuffò sul balcone della corvina, dove per il pavimento bagnato, stava per cadere, ma si riuscì miracolosamente a salvare. Marinette non si era ancora accorta di nulla, per il suono della pioggia misto a quello delle sue lacrime. Posizionato abbastanza lontano e al sicuro da attacchi repentini della corvina, disse:"Anche tu sei amante della pioggia? Strano... abbiamo qualcosa in comune"
Marinette udite quelle parole sobbalzò e si sedette sul lettino, aprendo immediatamente gli occhi, è asciugandoseli velocemente appena mise a fuoco la figura nera. "Che cazzo vuoi?" Disse con la voce roca per il pianto, e con un atteggiamento più freddo del solito.
"Ma con te non si può nemmeno avere una conversazione?" Disse con non chalanse Chat Noir. Lei invece non trovava le parole per rispondere, si sentiva solo pentita di essersi lasciata andare. "Che c'è il gatto ti ha mangiato la lingua?" La stuzzicò.
"..bh..bhe, di sicuro io non sono obbligata a parlare con la gente che non sa fare altro che battute squallide"
Chat era quasi sbalordito... Marinette Dupain-Cheng aveva esitato prima di dire un insulto... Okay, era molto meravigliato. "Comunque non ti ho ucciso nessuno, ti ho solo chiesto come mai rischi di prenderti una broncopolmonite restando fuori casa durante un acquazzone del genere". Marinette di stava sentendo male, non per un qualche raffreddore o influenza per colpa della pioggia, ma aveva paura, paura che quel ragazzo-gatto la vedesse così esposta, ma allo stesso tempo voleva solo continuare a sfogarsi. "Non sono obbligata a darti spiegazioni..."
"Questo lo so, ma che ti costa, mi chiedo?"
"Mi costa... mi costa qualcosa... Non so cosa ma mi costa forse..."
"Tu stai male forte.."
Marinette lo guardò con uno sguardo a dir poco assassino. Chat alzò velocemente le mani e disse:"ritiro tutto ciò che ho detto!"
"Mh... stai imparando qualcosa"
All'acquazzone si unì un forte e freddo vento che rese impossibile per Chat rimanere in equilibrio sul muretto dove era poggiato. Cadde di faccia a terra, guadagnandosi le risate più forti della corvina. "Non ce la faccio.... ahahahha sei un perfetto coglione" e continuava a ridere. Con ancora la faccia spiaccicata sul pavimento, Chat disse: "Grazie per esserti dispiaciuta per il mio mewraviglioso viso eh"
"Prego"
Intanto la pioggia si fece sempre più forte e non si riusciva quasi più a vedere nulla. Marinette stava per aprire la botola per scendere in camera, ormai non si poteva stare più lì fuori. Chat, invece, stava cercando un appoggio dove poter incastrare il suo bastone, ma nulla non trovava niente. Voleva tornare a casa, ma non ci riusciva "NON VEDO NIENTE!" Urlò il ragazzo per farsi sentire da Marinette, che disse: "E io cosa ci dovrei fare? Sai, non posso far smettere di piovere"
"NON RIESCO A STARE QUI FUORI" la ragazza alzò gli occhi al cielo "Ho capito... ho capito..." sospirò "Non mi devi rompere il cazzo, ti avviso, o io lo rompo a te, ma letteralmente" detto questo Marinette aprì velocemente la botola e subito la seguì Chat Noir.
"Perfetto, sono diventata una spugna" disse Marinette seguita dalla fragorosa risata del ragazzo.
"Stai zitto. E sopratutto non bagnare nulla, o giuro che ti faccio castrare"
Marinette prese un asciugamano e glielo lanciò addosso. "Grazie..." Chat si cercò di asciugare alla meglio e dopo aver poggiato l'asciugamano sulla chaise-longue, ci si mise sopra, dicendo:"Va bene così?"
"Si, va bene e ora girati e fissa il muro se non vuoi finire molto male" disse Marinette con tono molto freddo. Chat fece come chiesto, voltandosi. Intanto Marinette dopo aver preso un asciugamano anche per lei, si cambiò il più velocemente possibile, stando molto attenta al randagio che si era ritrovata in camera. Dopo essersi cambiata si mise l'asciugamano sui capelli, come a formare un turbante. Subito si mise a leggere un libro, ascoltando anche attentamente il suono della pioggia. Nel frattempo Chat era ancora girato a fissare il muro, annoiandosi a morte. "Hey, posso girarmi ora?" Chiese Chat al nulla, dato che non ricevette nessuna risposta. "Oooo, vuoi rispondere? O sei morta?" Niente. Silenzio. Marinette non gli stava rispondendo, nè tanto meno calcolando. Era troppo presa dal libro che stava leggendo e dal picchiettare contro la botola sulla sua finestra. Chat si girò e la vide che stava leggendo un libro in tutta tranquillità. Rimase a bocca aperta, possibile che non lo sentisse?! Possibile che riusciva ad ignorare la gente così facilmente? Le si avvicinò e le disse: "Grazie per avermi fatto stare 15 minuti a fissare il muro, eh"
Marinette finalmente lo sentì e disse: "Prego, sai nel pacchetto non era prevista la mia gentilezza" Chat rispose: "Naturalmen-" prima che finisse di parlare Marinette lo cacciò dicendo: "PORCO CANE, MI STAI BAGNANDO IL LETTO! MA ALMENO SAI ASCIUGARTI? PERCHÉ NON MI SEMBRA!" Metre lo cacciava con le mani, cercando di buttarlo giù il più velocemente possibile le cadde il "turbante" in faccia, sciogliendosi completamente. Chat rise, cadendo. "Va bene, lo ammetto, è stato comico..." disse Marinette. Velocemente scese dal letto e si cominciò ad asciugare i capelli. Chat era rimasto basito, Marinette Dupain-Cheng non l'aveva ucciso perché aveva riso... Aspettò "pazientemente" che la corvina si finisse di asciugare i capelli, curiosando ovunque, venendo più volte ripreso da lei. All'improvviso la ragazza con la coda dell'occhio vide un luminoso lampo e con un sorriso stampato in faccia corse alla finestra aspettando il grande tuono che sarebbe seguito. Si sentì un forte rombo che la fece sobbalzare, e nonostante il cuore le battesse forte, nei suoi occhi si vedeva felicità.
Le vennero i brividi che le percorsero tutta la schiena, ma continuava ad avere un sorriso stampato sul volto.
"Vorrei uscire ora, nella pioggia più fitta, nelle luci più forti, nei tuoni più rumorosi" disse con aria sognante.
Il suono sempre più forte delle gocce trasmetteva una sensazione di freddo e leggerezza, che continuava a farla stare meglio. "Amo la pioggia e amo gli acquazzoni" Marinette si girò e vide Chat che era sempre più sbalordito. "Sai, credo sia l'unica cosa oltre al mare e alla luna che mi calma così tanto in fretta" sorrise "anche se non so perché te lo sto dicendo, ma mi va..." Dopo aver sentito il grande tuono, disse: "E probabilmente per questo dovrò anche ucciderti, mi sembra ovvio". Chat rise, pensando che pure una stronza come lei avesse un senso dell'umorismo, ma poi la ragazza riprese: "Non sto scherzando"

She's dangerous  ||Miraculous FanFiction||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora