Oggi è il 14 luglio del 1789.
Nel cielo si respira aria di guerra:
il popolo è ormai stanco di essere sottomesso, di subire ingiustizie.
La Famiglia Reale non avrà ancora molta speranze: la Rivoluzione è ormai alle porte ed oggi è un giorno glorioso.
Cammino tra la folla che si dirige verso la Bastiglia. Tra le centinaia di corpi che mi spingono di qua e di là tento di trovare il volto del Comandante. Alzo la testa, alla ricerca dell'uniforme blu che le calza a pennello, ma invano. Stanco di essere spinto nonostante il mio metro e novantatrè, m'incammimo verso uno dei vicoli che conducono alla Chiesa in cui c'è il corpo di André.
Già, ieri se ne è andato ingiustamente il mio più caro amico, nonché uomo di Oscar. Ah, senza rendermene conto l'ho chiamata per nome! In fondo siamo tutti uguali: libertà, uguaglianza e fraternità sono gli ideali che si stanno diffondendo velocemente. Ora va molto più di moda essere chiamato Citoyen e Citoyenne, anziché Madame e Monsieur.
È il mio Comandante, lo so, ma voglio chiamarla per nome almeno nella mia mente.
Ad un tratto i miei piedi non vogliono obbedire ai miei comandi, non vogliono proseguire. E un motivo c'è: trovo una donna stesa sullo sporco pavimento della strada, con la chioma dorata sparsa e con i riccioli che le incorniciano il viso. Gli occhi sono chiusi, emanano molta sofferenza e il corpo trema per il freddo. Eppure oggi è una calda giornata, in cui arde il fuoco della Rivoluzione. Scruto quel viso familiare e non può essere che...
il Comandante. Mi avvicino ed ella apre improvvisamente gli occhi: i suoi bellissimi occhi color del cielo penetrano i miei. Non faccio altro che guardarla, guardarla in un modo che non avevo mai sperimentato: ora che è sola vorrei consolarla, mostrarle il mio infinito dispiacere per ciò che ieri è successo.
La osservo, senza avvicinarmi, e noto che indossa la coperta verde che le avevo portato. Si, sono stato l'unico tra i Soldati a preoccuparmi di lei. E ammetto che ho avuto paura che dormisse sola in una strada a Parigi: da un momento all'altro è diventata una città pericolosissima.
Faccio appena un passo avanti e la fisso, senza rendermene conto, perché la sua bellezza non si spegne mai. Forse il mio sguardo la fa sentire in soggezione: abbassa gli occhi e li chiude, evita il contatto con i miei e si rialza lentamente e a gran fatica.
Solo ora mi accorgo che accanto ad ella c'è un fazzoletto ricoperto interamente di sangue. Anche se lo nasconde, è chiaramente visibile che soffre di tisi. Vederla in questo stato è una delle cose peggiori che mi potessero capitare: anche se non lo mostro, anche se indosso una maschera perenne, provo sentimenti di compassione nei suoi confronti. È sola, malata, non ha più le forze né per combattere né per vivere. Il suo cuore è in frantumi, come del resto il mio; perdere persone care è come perdere una parte di sé stessi.
Inizio a parlarle, nel tentativo di incoraggiarla.
«Comandante, cosa aspettate?Stanno andando tutti alla Bastiglia, vi prego di venire con me, perché noi Soldati della Guardia vogliamo continuare a combattere sotto ai vostri ordini!»
Dico tutto lentamente, scandendo le parole e sperando di aver fatto una cosa buona.
Mentre parlo, vedo i suoi occhi zaffiro che si aprono completamente mostrando sorpresa. Sorpresa per cosa?Accenna un sorriso, forse la cosa che amo più di lei, e mi fissa continuamente senza dire nulla.
«Comandante...»
Ad un tratto il suo sorriso convincente si spegne, i suoi occhi diventano rassegnati e la sua espressione non è più speranzosa. Solo ora realizzo che mi aveva scambiato per André.
Con un filo di voce, dice:
«Ah, ma tu sei Alain.»
Mi avvicino e i miei occhi non si staccano dalla sua figura, nemmeno per un attimo. Accenno un sorriso, questo è il minimo che posso fare. Oscar si toglie la mia coperta dalle spalle e me la consegna, dicendo:
«Questa è tua. Grazie.»
«Di nulla.»
In fondo ieri mi sentivo in dovere di prendermi cura di lei: lo avevo promesso ad André e lo sentivo dal profondo del cuore.
Oscar si stringe in sé, come se volesse diventare una fogliolina e scomparire dal mondo il prima possibile. Le sue braccia tremano, il suo viso è pallido e ha un'aria distrutta. Avrebbe fatto meglio a non darmi la coperta. Poi alza lo sguardo da terra, con occhi sofferenti mi fissa.
«Così... non dovrei deludere i miei Soldati.»
«Esatto.»
Rispondo in questo modo per incoraggiarla. Non aveva capito un granché di quel che avevo detto, poiché la sua mente era concentrata sul suo André. Siamo sempre più vicini, sembra voler cercare conforto in me. Mi fissa, spalancando gli occhioni azzurri e dice allarmata:
«Alain, prima di andare, potrei... potrei piangere ancora un po'?»
Non lascio passare nemmeno un secondo che accetto il suo sfogo. Mi fa tanta pena vedere la donna che amo in queste condizioni. Piuttosto dovrei rassegnarmi, dato che il suo cuore appartiene ad André. Ma voglio comunque consolarla come meglio so fare.
«Certo, piangete quanto volete.»
Appena la rassicuro, i suoi occhi si riempiono di lacrime e inizia a piangere disperatamente. Appoggia la testa sul mio petto e si mantiene per il colletto della mia divisa, come se non avesse più le forze di mantenersi in piedi. Le sue lacrime scorrono come fiumi e giuro che non l'ho mai vista in un atteggiamento così femminile. Partecipo al suo dolore stringendola a me; le accarezzo dolcemente la bellissima chioma bionda e avvicino la mia testa alla sua per farla sentire al sicuro. Averla per me è una cosa bellissima, ma so che non durerà a lungo: sento che succederà qual cosa di brutto.
Il suo pianto è straziante e disperato; piange così forte che sento una fitta al petto.
Giungiamo finalmente davanti alla Bastiglia. Si sente il rombo dei cannoni e le urla delle persone che vedono i propri familiari e concittadini morire. I soldati che si trovano sulla Bastiglia sparano sul popolo senza alcun rimorso; sotto i nostri occhi stanno perdendo la vita tante persone innocenti.
Sentiamo Bernard Chatelet che incoraggia i cittadini ad attaccare con i cannoni, ma essi rivelano che non sanno usarli.
Io sono dietro ad Oscar, il mio compito è affiancarla ora che non c'è André. Con me ci sono tutti i Soldati, fieri di combattere sotto gli ordini del nostro Comandante.
«Bernard!»
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Addio, mio Comandante || One Shot
Short Story«André... ascoltami per piacere... non portare via Madamigella Oscar!» Guardo la scena senza fiato. Non riesco a dire nulla, il mio cuore si sta spezzando assieme alla vita del mio Comandante. «Rosalie... non piangere... mi sento così in pace adesso...