Il salto nel buio

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Quando riaprì gli occhi Clary trovò davanti a sé una parete nera. Fece vagare il suo sguardo in quel ambiente sconosciuto e pian piano i ricordi della notte precedente riaffiorarono nella sua mente. Si tirò su, sentendo il letto vuoto accanto a lei, e spostandosi notò le lenzuola strappate in alcuni punti.  Un sorriso si formò sulle sue labbra. Si alzò con tutti i muscoli doloranti e vide anche dei lividi bluastri su cosce e braccia. In un secondò le piombò addosso il ricordo di quello che le aveva fatto Sebastian durante la notte, come l'aveva afferrata e presa, e avvampò.

Cercò di coprirsi il più possibile, anche se non c'era traccia di Sebastian. Raccimolò i suoi vestiti, sparsi sul pavimento e sgusciò fuori dalla stanza del fratello, per entrare nella sua. Soltanto dopo essersi fatta una doccia e cambiata, osò uscire di nuovo. Il corridoio era deserto, come il resto del piano, ma proprio quando stava per scendere per le scale, Clary sentì un rumore provenire dalla fine del corridoio e lo seguì. Giunse fino alla camera padronale, con quell'enorme letto matrimoniale e l'armadio stracolmo di vestiti. Ma proprio quando cominciò a credere di essersi sbagliata, il suo sguardo cadde di nuovo sull'armadio e notò con sorpresa che era spostato. Dietro ad esso si nascondeva una scala in ferro battuto a forma di chiocciola che conduceva verso il basso. Che novità! pensò la ragazza, mentre si addentrava dentro al muro e giù per la scala. Altri rumori, simili a gemiti, la condussero fino alla fine, dove vide estendersi davanti a lei una grande stanza sotterranea, con le pareti in pietra tappezzate di armi e il pavimento ricoperto da uno strato di materassini di gomma. Una sala da allenamento, proprio come quella che aveva visto all'istituto di New York.

D'un tratto, prima ancora che potesse accorgersene, un ombra piombò addosso a Clary dall'alto. La schiacciò contro il pavimento, togliendo tutto il fiato dai suoi polmoni. Era forte e agile, incredibilmente veloce, e aveva i capelli simili ad un soffione. "Sapevo che mi avresti trovato." le sussurrò lui, con una smorfia di piacere sul viso, tenendola saldamente sotto di sé. "Beh direi che non ho deluso le tue aspettative." ribatté Clary, tirando su con slancio il ginocchio, assestando un colpo a Sebastian e facendolo sbilanciare. Approfittando dell'effetto sorpresa per liberarsi dalla sua presa e rimettersi in piedi. 

Lui espirò bruscamente, con un sorriso provocante sulle sue labbra morbide, facendo annegare Clary nella pece dei suoi occhi. "Vedo che hai imparato come ci si difende. L'ultima volta che ci siamo incontrati ad Idris non eri molto brava." Cercò di provocarla e riuscì benissimo nel suo intento. Clary che gli stava di fronte diventò rossa di rabbia. Era una testa calda, esattamente come il fratello, e lui sapeva come farle perdere le staffe. 

"Vuoi vedere tu stesso i miei progressi?" gli domandò Clary, fissando il suo sguardo verde in quello nero del fratello. Lui sorrise, sbuffando. Alzando le sopracciglia le chiese beffardo: "Mi stai forse sfidando, sorellina?" Lei annuì senza parlare. L'aria intorno a loro era carica di elettricità statica e l'atmosfera tesa come una corda di violino. "Molto bene." disse Sebastian, interrompendo il contatto visivo, avvicinandosi al muro delle armi. "Prima le signore." e con un gesto della mano, ad accompagnare quelle parole, indicò le armi appese al muro. Clary le osservò con attenzione. C'era ogni genere d'arma immaginabile, tutte quelle che aveva già visto all'Istituto e molte di più. Ma lei sapeva già quale avrebbe scelto. Fece scorrere il dito sulla lama di una spada angelica e la impugnò, leggendo il nome sull'impugnatura. Duma.

"Ottima scelta." Suo fratello la imitò, prendendo a sua volta un arma. Clary andò a posizionarsi al centro della sala e assunse la posizione che Jace le aveva insegnato. Sebastian la raggiunse subito dopo. Neanche un accenno di preoccupazione segnava i tratti del suo viso, e la bocca era morbida e rilassata. Quella bocca che la sera prima le aveva regalato tanto piacere. 

Per poco non schivò la lama di Sebastian, che era già passato all'offensiva. Scartò di lato velocemente e si ritrovò al posto che occupava prima lui. Suo fratello non le diede il tempo di riprendersi e attaccò ancora, ma stavolta era pronta. Parò tutti i suoi attacchi e nella sala risuonò un forte clangore di metallo che strideva contro metallo, oltre ai gemiti soffocati dei due combattenti. "Sei veloce." le disse lui, "ma non abbastanza da battere me." E in un attimo, Clary sentì il freddo pungente e pericoloso della lama della spada, e subito dopo il calore confortante e fluido del suo sangue. Sfiorò il suo braccio, sotto l'occhio attento di Sebastian, e vide le sue dita macchiate di sangue. L'aveva ferita. Ora gliel'avrebbe fatta pagare. 

In un battito di ciglia si avventò su Sebastian con tutta la forza che aveva, scontrò la spada contro quella di lui, che parò il colpo, ma col braccio già ferito Clary sapeva avrebbe ceduto e questo lo sapeva anche Sebastian, che le sorrideva famelico, il suo viso contratto in preda allo sforzo. Lei cedette in mancanza di forza e lui ne approfittò subito. Clary parò ancora qualche colpo, ma quando lui le afferrò il braccio ferito, stingendolo nella sua morsa, non riuscì a trattenere un grido. Sebastian la disarmò e lei si morse un labbro dal dolore. "Allora ti arrendi?" le domandò con un leggero fiatone, il suo viso a pochi centimetri da quello di Clary. "Mai." sibilò lei fra i denti, guardando suo fratello con uno sguardo che avrebbe potuto ridurlo in cenere. "Ti arrendi, Clarissa?" le chiese di nuovo, con il tono di voce alterato, premendole la lama della spada contro la gola. 

Lei alzò il mento, esponendo ancor di più il collo, dove si vedevano le vene pulsare in rilievo, a ritmo del suo battito cardiaco. "Siccome non giochi secondo alle regole, non lo farò neanch'io." Lui la fissò per un attimo sbalordito, ma poi lei gli schiacciò il piede, con tutta la forza che aveva in corpo, facendo echeggiare un grido di lamento. Ne approfittò per disarmarlo e in men che non si dica lo afferrò per le spalle e gli assestò un calcio nell'inguine. Lui gemette appena, senza fiato dal dolore cadde a terra, dove lei gli fu subito addosso. Sebastian rise, cercando di riprendere fiato fra un respiro e l'altro. "Vedo che hai capito." E in quell'attimo in cui Clary non se lo aspettò, lui la afferrò per la nuca e ribaltò la situazione. Ora era lei quella premuta contro al pavimento, con lui a cavalcioni sopra al suo bacino. Una tortura orribile. 

Seguendo il suo guardo Sebastian rise. Una risata aperta, che riecheggiò in tutta la sala. Infilò le sue dita nel bordo dei jeans di Clary e arrivò a toccarle il pube, facendola sussultare. Le slacciò i bottoni e le strappò di dosso tutto. Le levò anche la maglietta e il reggiseno, lasciandola nuda sotto di sé. Le sue dita corsero alla ferita sulla spalla di Clary e lei gemette quando lui le premette sopra. Quando le staccò erano intrise del suo sangue. "La prima volta che ci siamo incontrati ad Idris avevo un aria familiare per te, non é vero?" le chiese lui sporgendosi su di lei. Clary annuì, osservandolo. "è stato lo stesso per me. Lo vedi Clary? Il tuo sangue chiama il mio." 

Dopo averlo detto si porto le dita alle labbra e lo leccò, assaporandolo. Poi si avvicinò a lei e avvicinando la sua mano ricoprì anche le labbra di Clary del suo sangue. La guardò, inclinando la testa da un lato e poi si chinò per baciarla. Lunghi baci, come per assaporarla, che si facevano sempre più frenetici ed intensi, col passare del tempo. Clary corse con le mani alla vita del fratello, armeggiando con la sua cintura. Lui rise interrompendo il bacio. "Come siamo impazienti, oggi." E in un attimo, staccandosi da lei, si sfilò sia la maglia, che i jeans, seguiti dai boxer. Così Clary lo vide nudo, imponente sopra di lei, forte e bello come un dio dell'antichità. 

Sebastian si sporse di nuovo su di lei, baciandola, succhiandole i capezzoli e tornando di nuovo alla sua bocca, mormorò sulle sue labbra. "Apri le gambe, Clary." Quelle semplici parole bastarono a mandarle un brivido di piacere lungo la spina dorsale. Lei lo fece e con una forte spinta di bacino lui la penetrò. Lei gli morse il labbro e lui gemette dentro di lei. Le sue mani afferrarono i fianchi di Clary e in un attimo le posizioni si invertirono. Ora era lei a sovrastarlo. 

Si riprese subito dalla sorpresa. Appoggiò le mani sui sui addominali per stabilizzarsi e cominciò a muoversi. Lo percepiva muoversi dentro di sé. Che le dava un senso di pienezza. Intanto Sebastian la osservava dal basso. Ammirando la sua sorellina mentre lo cavalcava e gli dava piacere. Aveva i capelli arruffati e i ricci rosso fuoco che le ricadevano come piccole fiamme sulla pelle pallida. I seni sodi che si muovevano a ritmo delle sue spinte e le piccole manine che gli accarezzavano gli addominali. Sembrava una dea. Un angelo vendicatore. 

Quando aumentarono il ritmo Sebastian avrebbe tanto voluto ribaltare di nuovo la situazione, e penetrare la sorellina così in profondità da farla gridare dal piacere. Ma preferì continuare ad ammirare Clary sopra di lui, che lo dominava come una spietata regina. C'era dell'oscurità nella sua bellezza, come credeva ce ne fosse nel suo cuore. Lei che era uguale a lui. E in quel momento realizzò: Le avrebbe offerto tutto. Le avrebbe dato tutto. Il suo cuore, il suo potere, il mondo. 

E quando arrivò all'estasi più totale, lì, sopra a suo fratello, Clary si sentì per la prima volta libera, selvaggia e potente. Avrebbe potuto radere al suolo un intera città con la sua forza e incenerire il mondo intero se avesse voluto. Per la prima volta nella sua vita comprese veramente come si dovesse sentire Sebastian. Imbattibile. Incontrastabile. Il padrone di tutto.

E anche lei avrebbe potuto esserlo, se solo avesse avuto il coraggio di osare. Di fare un salto nel buio. 

Le Stelle del Mattino  (Clabastian)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora